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Dialogo e sana comunicazione: una conditio sine qua non nella coppia

I problemi legati alla comunicazione possono essere numerosi all'interno della coppia e sono uno dei principali motivi all’origine delle crisi

Di Giulia Campanale

Pubblicato il 18 Ott. 2024

Aggiornato il 24 Ott. 2024 11:00

Non è possibile non comunicare

Sentirsi ascoltati, compresi, supportati e stabilire una profonda connessione emotiva e mentale con il/la proprio/a partner sono generalmente desideri presenti all’interno di ogni relazione di coppia ed elementi fondamentali per rafforzarla nel tempo, così come poter comunicare apertamente e liberamente i propri pensieri e stati d’animo, da quelli più piacevoli a quelli più scomodi e difficili. 

Eppure, pensare che si tratti di un processo così naturale e scontato è solo un’illusione: l’incapacità di comunicare apertamente e di mettere in atto strategie di dialogo funzionali e trasparenti, si rivela spesso uno dei principali motivi all’origine dei problemi e delle crisi di coppia.

Tutto il comportamento è comunicazione perché, come recita uno degli assiomi della comunicazione di Watzlawick (1967), “non è possibile non comunicare”: ogni coppia, infatti, è quotidianamente coinvolta in un reciproco scambio di segnali significativi. Si tratta di un’interazione continua e complessa tra i due partner che non prevede unicamente una mera condivisione di informazioni e concetti, ma implica anche aspettative, feedback, desideri manifestati o celati, scelte più o meno consapevoli, copioni e schemi ripetuti che possono disinnescare le difficoltà e avvicinare le parti, oppure separarle.

Comunicazione e funzionamento della coppia

Spesso, all’interno di una coppia i problemi insorgono perché aspettative e intenzioni di comunicazione differenti si accavallano, lasciando aperti spazi d’interpretazione che potrebbero essere colmati solamente da una capacità di comunicare maggiormente efficace, diretta, chiara e sincera. 

Molte volte, infatti, i due partner si concedono al dialogo con la presunzione di conoscere già il bisogno dell’altro/a, inficiando così le potenzialità dell’ascolto attivo e velocizzando uno scambio che nella maggior parte dei casi richiederebbe tempo, sforzo e desiderio di co-costruire un’intesa. 

Un esempio a tal proposito può essere rappresentato dalla differenza tra le conversazioni che mirano alla comprensione e all’empatia e le conversazioni che mirano alla ricerca di una soluzione. Nel primo caso, il partner tenderà a esprimere i propri pensieri, sentimenti, preoccupazioni e stati d’animo nella speranza e nel desiderio di essere compreso e ascoltato attivamente: se la controparte risponde cercando di fornire una soluzione non richiesta e immediata entrando in una modalità di problem-solving automatica, dimostrerà di non saper dare il giusto peso alla problematica esposta e di voler troncare troppo velocemente lo scambio comunicativo, uno schema che – se ripetuto troppo a lungo – può indubbiamente generare frustrazione, irritazione e distacco.

La comunicazione, insomma, è la conditio sine qua non per un buon funzionamento di coppia, e non riuscire ad allinearsi al partner da un punto di vista comunicativo può generare uno spiacevole senso di disconnessione, che vede sforzi profusi da ciascuno ma non allineati verso una direzione comune. 

Si tratta di un’insoddisfazione percepita non solo da un punto di vista emotivo e psicologico, ma che trova corrispondenza anche a livello neurologico: è stato infatti dimostrato che il cervello di persone che riescono a stabilire conversazioni e connessioni funzionali è sincronizzato. Si tratta di un fenomeno complesso e sfaccettato, poiché diverse tipologie di conversazione stimolano e attivano diverse parti del cervello: quando si condividono emozioni, per esempio, si attivano strutture cerebrali centrali come l’amigdala, mentre quando si cercano soluzioni si attiva maggiormente la corteccia prefrontale. Anche da un punto di vista neurologico, dunque, intenzioni e conversazioni diverse portano i partner su lunghezze d’onda differenti, alimentando la percezione di divario e disgiunzione.

Errori di comunicazione nella coppia

Se all’inizio di una relazione la curiosità di conoscere l’altro spinge spontaneamente a sintonizzarsi e a creare con naturalezza un ventaglio di parole e azioni condivise, con il passare del tempo possono iniziare ad emergere giochi ripetitivi ed errori di comunicazione sedimentati e non voluti che possono innescare scambi comunicativi disfunzionali e non adattivi.

La buona notizia, tuttavia, è che uscire da queste trappole è possibile e che le regole della comunicazione possono essere imparate e affinate, a patto che ci si impegni vicendevolmente a prestare attenzione a ciò che avviene e che si vuole ottenere, e che ciascuna parte, anziché limitarsi a reagire all’altro, inizi a farsi soggetto attivo, contribuendo alla realizzazione di quanto si desidera e alla creazione di un clima di coppia chiaro e trasparente.

Il primo passo da compiere in questa direzione è senza dubbio quello di capire cosa si vuole: spesso, quando bisogna affrontare una conversazione impegnativa o complessa, può essere difficile delineare con chiarezza i propri bisogni e le proprie intenzioni. Incuriosirsi ed allenarsi ad interrogarsi sui propri desideri e obiettivi di comunicazione, ad esempio riconoscendo se si sta cercando dal partner un atteggiamento di ascolto e supporto oppure un aiuto nella risoluzione di un problema, può rappresentare un primo elemento funzionale all’instaurarsi di una migliore dinamica comunicativa. Ma è necessario fare un passo ulteriore: chiarire i propri bisogni interiormente è utile ed essenziale ma non sufficiente quando si è in coppia, poiché è necessario anche saper esprimere con chiarezza e assertività quanto appreso su sé stessi. Leggere nel pensiero non è possibile e sperare che l’altro comprenda autonomamente i nostri bisogni è un’illusione limitante e disfunzionale: solo condividendo apertamente i propri pensieri e le proprie sensazioni e comunicandoli in modo esplicito, diretto e trasparente è possibile costruire un’intesa comunicativa che possa soddisfare reciprocamente i bisogni dell’uno e dell’altro, eludendo così il rischio della separatezza e della disconnessione.

La meta-comunicazione: comunicare sulla comunicazione

È importante non dimenticare che come esseri umani abbiamo a disposizione uno straordinario strumento che può aiutare a gestire la complessità di queste dinamiche: si tratta della meta-comunicazione, ovvero la possibilità di comunicare sulla comunicazione e di commentare e riflettere su quanto sta avvenendo in una conversazione, spostando così l’attenzione dal contenuto alla relazione e innescando un prezioso processo di consapevolezza che possa gettare le basi per la realizzazione di una comunicazione sana ed efficace. Impegnarsi a realizzare un dialogo sintonico e a mantenere il contatto aiuta a rafforzare la complicità nella coppia, ricordando che essere in sintonia non significa essere sempre d’accordo, bensì riuscire a mantenere acceso lo scambio, a rinnovare la fiducia, a disinnescare i giochi di potere e a guardare verso una direzione comune e generativa, imparando ad esplicitare i propri desideri e a interrogare prima sé stessi e poi l’altro senza remore e senza giudizio.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Ciceri, M. R., Amoretti, G. F., & Feldman, R. S. (2013). Psicologia generale.
  • Kinreich, S., Djalovski, A., Kraus, L., Louzoun, Y., & Feldman, R. (2017). Brain-to-brain synchrony during naturalistic social interactions. Scientific reports, 7(1), 17060.
  • Schonbrun Y. (2024). Why couples have problems communicating with each other. Washington post.

 

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