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Lectio magistralis di David Luxton: AI in Behavioral Health and Psychological Science: Are You Prepared? – Report dall’ECDP 2024

David Luxton, keynote speaker della European Conference of Digital Psychology, ha illustrato i più recenti avanzamenti dell'IA nell'ambito della salute mentale e quali sono le principali sfide e opportunità.

Di Chiara Cilardo

Pubblicato il 05 Apr. 2024

David Luxton alla seconda edizione della European Conference of Digital Psychology

David Luxton ha tenuto la lectio magistralis della seconda edizione della European Conference of Digital Psychology che si è svolta il 21 e 22 Marzo 2024. Durante la sua presentazione, Luxton ha approfondito le opportunità di ricerca e innovazione, le sfide e i rischi che accompagnano l’evoluzione della clinica basata su intelligenze artificiali (IA). Il professore ha fornito una panoramica completa dello stato attuale e delle prospettive future. La trasformazione non è solo nelle pratiche ma soprattutto nei professionisti: come possono farsi trovare pronti per questa AI revolution?

L’intelligenza artificiale in ambito sanitario

L’uso dell’intelligenza artificiale sta cambiando molte cose in ambito sanitario: modifica, migliora, ottimizza e rinnova processi e pratiche. Può supportare l’intero ciclo di presa in carico: dall’assessment a screening, diagnosi, trattamento e monitoraggio, in ogni step ci si può avvalere di strumenti AI-based. Per fare degli esempi, chatbot terapeutici come Woebot e Wysa offrono supporto emotivo e psicologico, mentre i robot sociali sono utilizzati nella riabilitazione e nell’assistenza domiciliare.

È soprattutto grazie alla capacità di rilevare schemi nei dati, individuare tendenze e correlazioni che l’IA può portare a trattamenti più efficaci e su misura, al monitoraggio più puntuale dei sintomi e del comportamento dei pazienti. Non solo medicina personalizzata: le IA migliorano anche la vita dei clinici, per esempio liberandoli da compiti operativi. Pensiamo ai software di trascrizione basati sull’intelligenza artificiale che supportano nella gestione delle note delle cartella cliniche oppure ai chatbot usati per rispondere alle domande dei pazienti e snellire il triage, riducendo così il carico di lavoro e razionalizzando l’accesso ai servizi. 

Intelligenza artificiale ed etica

La prospettiva di  migliorare le cure, riuscire a personalizzare in maniera efficace i trattamenti e, in definitiva, arrivare a conoscenze e competenze molto più approfondite è sicuramente allettante. Ma a fronte delle potenzialità, emergono anche importanti questioni etiche riguardo l’utilizzo delle IA in ambito sanitario. Uno dei principali temi riguarda i bias, ovvero le distorsioni nei dati che possono influenzare gli output forniti dall’IA. Questi bias possono derivare da diversi fattori come il tipo di dati utilizzati per addestrare gli algoritmi e le scelte prese dai programmatori in fase di progettazione. Inoltre, c’è il problema dell’accesso alla tecnologia e del digital divide poiché non tutti i pazienti hanno accesso alla rete e le competenze necessarie in merito all’uso di tecnologie; questo può portare a disparità nell’assistenza sanitaria. Un altro tema importante riguarda il trattamento dei dati raccolti. Oltre alla questione della privacy in sé, i dati vanno gestiti in maniera corretta: il rischio di manipolazione e abusi è dietro l’angolo, come nel caso di deepfake, ovvero contenuti falsi ma verosimili generati grazie a software di intelligenza artificiale a partire da contenuti reali sottratti indebitamente; da qui la necessità di una regolamentazione rigorosa e condivisa sull’uso dell‘IA in campo medico. Infine, c’è da chiedersi: chi è responsabile delle decisioni prese dall’IA e chi ha il controllo sul suo funzionamento? Questo aspetto diventa particolarmente critico quando l’IA interagisce direttamente con  pazienti  fragili che potrebbero, per esempio, sviluppare un legame emotivo con i robot o i chatbot terapeutici. 

L’AI revolution richiede professionisti preparati e consapevoli

Cosa dovrebbero fare i clinici? Cosa devono sapere per essere preparati, per saper rispondere adeguatamente a queste opportunità e sfide? In quanto professionisti della salute mentale, non sono nuovi all’importanza della formazione e dell’aggiornamento continui. L’approccio con le tecnologie deve seguire questa linea: il progresso non si può ignorare ma si può integrare consapevolmente nelle proprie pratiche per garantire qualità e efficacia dei trattamenti. Questo richiede prima di tutto una conoscenza di base di quali sono le tecnologie in ambito sanitario, di come funzionano e del perché possono essere un valido supporto, uno strumento in più nella cassetta degli attrezzi del clinico. Una cosa non esclude l’altra: nuove tecnologie e approcci tradizionali possono essere utilizzati in modo complementare. L’obiettivo rimane lo stesso: perseguire il benessere dei pazienti. Ed è possibile farlo aprendosi alle innovazioni, abbracciandone il potenziale e, allo stesso tempo, affrontando in modo responsabile le novità; è necessario acquisire una conoscenza più approfondita del funzionamento dell’intelligenza artificiale e dei relativi rischi e opportunità, al fine di assicurare che i pazienti ricevano le cure più avanzate nel rispetto di equità e trasparenza.

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