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Supersex (2024), tra porno e psicologia – Recensione della serie

"Supersex", serie romanzata sulla vita di Rocco Siffredi, parla del sesso in modo dirompente ma certamente autentico

Di Giuseppe Femia

Pubblicato il 21 Mar. 2024

Il sesso come antidoto alla tristezza

La serie Netflix “Supersex”, ispirata alla vita della nota star del porno Rocco Siffredi (finanziata in parte dal Ministero della Cultura) rappresenta le emozioni, i sentimenti e i comportamenti problematici connessi alla sessualità. Evidenzia quanto gli eccessi nella sfera erotica impattino e condizionino l’assetto relazionale e affettivo della persona.

Parla dell’identità sessuale, dell’importanza delle esperienze adolescenziali e di come la storia di ciascuno influisca nella costruzione del carattere sessuale a partire dalle prime esperienze infantili.

Banale, eppure vero: la sessualità spesso diventa una difesa per gestire emozioni dolorose.

La “dinamite” intesa come metafora dell’energia e del potere dell’eros: la forza sessuale diventa una forma di risarcimento per le esperienze pregresse di sottomissione e/o inferiorità e/o di difficoltà sul piano sociale, o ancora una modalità per gestire sentimenti di demoralizzazione e impotenza. 

La storia mette a fuoco in modo vivido la potenza “cannibale” del sesso, che si trasforma: dal bimbo che si consola osservando il proibito giornaletto porno diventa una fissazione adulta, una sorta di ipercompensazione che riscontra approvazione, lodi, premi e successo. Un bimbo che non riceve uno sguardo della madre – che gioca contando dieci secondi – come in un rituale magico – sperando in una sua attenzione. Dieci secondi che diventano il tempo di tanto altro, un tempo che supplisce e spera.

La morte del fratello da piccolo, il lutto della madre, la rabbia, l’amore idealizzato, la colpa

Lutto vs eccitazione in Supersex

La vita inciampa – si inceppa – e qualcuno deve morire e la perdita innesca rituali e compulsioni – quasi una sorta di mania da lutto, in un cerimoniale consolatorio, punitivo, talvolta funebre, un sesso che lenisce o illude.

Il secondo tempo del dolore quando i lutti si addizionano ed uno attuale reclama il primo e così via: e il sesso distrae!

Negli episodi ricorre la tendenza del protagonista a modulare il dolore con un’eccitazione indotta, usata come medicamento per la perdita, per il conflitto familiare, per il fallimento. 

Un padre assente, un fratello minore da accudire e difendere, un fratello maggiore da imitare che poi alla fine diventa fragile e sottomesso all’idolo che Rocco diventa.

La sessualità recupera e compensa la debolezza e la fragilità. Eros e Thanatos vibrano durante tutta la serie, fra pulsione di vita e di morte. Eppure questa sessualità che appare promiscua o disfunzionale in realtà reagisce alla morte con energia, con rigore, con spinta e pulsione.

La serie è un racconto che abbatte i tabù sul sesso: di sesso si parla naturalmente molto, in modo esplicito irrompe l’eros, ma soprattutto si disegnano le sfumature affettive ed emotive della sessualità e della sua prominente attitudine in una personalità che decide di farne una professione.

Sempre la sessualità parla della nostra storia, dei nostri timori, delle nostre paure e del nostro mondo interiore.

Talvolta non riflettiamo sul comportamento sessuale in questo senso, e trascuriamo quello che l’erotismo trascina e disvela sulla complessa gestalt della personalità. 

Si pratica non raramente una sorta di evitamento fobico rispetto alle fantasie sessuali, nascondiamo e copriamo ancora, nonostante anni di evoluzione e apertura, significati e contenuti.

In realtà dietro il sesso si scopre un mondo psicologico che traccia emozioni di base e delinea rappresentazioni salienti di noi, degli altri e del mondo.

Spesso nella pratica psicoterapeutica i pazienti parlano della loro sessualità veicolando messaggi di sofferenza o di difficoltà. 

A partire dalla condotta sessuale si possono rintracciare gli organizzatori della mente: gli scopi attivi che guidano la condotta, gli anti- goal che parlano delle paure più profonde e le emozioni maggiormente problematiche o ricorrenti nel sistema personale e psichico.

Sesso e malinconia: un circolo vizioso

Malinconia e sesso si muovono assieme in questa serie, si rinforzano vicendevolmente – la psicologia amara del dolore si imbratta di piacere nel tentativo di gestire l’ansia della separazione e del buio. Una perversa fellatio che cerca consolazione e accudimento. Dall’angoscia alla disinibizione che eccita, per tornare alla tristezza come in un circolo vizioso che crea sofferenza.

Rocco si identifica con il sesso come elemento salvifico che lo vede come potente e dotato rispetto alla sua schiacciante storia di vita che si colora di malattia, rabbia, tradimenti, rancori.

In questa sua sfera diventa forte, indossa una lussuriosa corazza, un coping che diventa sintomo, e da sintomo diventa successo con il rischio che poi alla fine Rocco senta solo il vuoto e faccia fatica a provare affetto e amore.

Nella sua esperienza si alternano quindi vissuti di colpa e ansia con rabbia e invidia, e non mancano nemmeno emozioni di vendetta verso un vissuto di ingiustizia subita: ognuna di queste emozioni finisce per manifestarsi nella sfera sessuale, che man mano diventa tutto, o il tutto. A quel punto si trasforma in patologia, ed ecco che separa e allontana gli affetti: inizia a sentirsi il “nulla” oltre l’eccitazione, e arriva la disperazione e la solitudine.

Ma per quanto ai limiti del patologico, la sessualità di fatto rappresenta la voglia di proseguire, la non arrendevolezza e dunque una sorta di resilienza che porta Rocco a costruire nonostante tutto un progetto esistenziale che lo vede protagonista.

La forza rivoluzionaria dell’eros è una forza primaria che noi chiamiamo amore e che tutto spazza via”: questa illusione spesso si riscontra in alcuni quadri di sofferenza psicologica legata alla sessualità nelle sue patologiche forme e in stati mentali alterati e/o dolorosi.

Il potere del sesso che può dare luce e ombra, che porta alla grandiosità o alla depressione, nella transizione di alcuni stati mentali problematici.

Quante credenze connesse al sesso e quante convinzioni collegate ad una storia di vulnerabilità in cui un bimbo fragile trasforma la sottomissione in dominanza, o in qualche senso trasforma uno schema subito in una scelta e che pertanto da schema passivo diventa attivo, desiderato o in qualche senso domato e gestito con sfida, fra disinibizione e distacco.

Spesso evitiamo la sessualità anche da psicoterapeuti, per imbarazzo, per paura o per incompetenza non approfondiamo o semplicemente dimentichiamo quanto sia importante nella globalità personologica. 

Alle volte ne siamo spaventati o ci scopriamo impacciati nel doverla trattare o spiegare. Ma invece essa è la chiave di accesso ad innumerevoli aspetti della storia personale di ognuno, apre cassetti cruciali dell’individuo, illuminando sintomi, tracciando credenze, valori, timori ed esperienze fondamentali dello sviluppo psicoaffettivo.

Storia di vita e temi dolorosi in Supersex

Nella storia personale (versione romanzata proposta dalla serie) di Rocco Siffredi due sono i rapporti che spiccano particolarmente.

Il primo è quello con la madre, affettivo e super-investito fra colpa e amore, una mamma che a suo modo punisce e finisce per diventare la mandante di un eccesso di fratellanza. E il secondo, proprio conflittuale, con il fratello Tommaso – reale o fittizio che sia- uomo possessivo, dannato, violento che rappresenta un carattere al confine con una figura quasi abusante che gli scatena visioni e sentimenti molteplici, da accudente a vittima a persecutore punitivo. 

Natura polimorfa, in qualche senso doppia quella di Rocco: da un lato buono e protettore delle donne vittime, e dall’altro anaffettivo/distaccato o ancora dominante/antagonista – ma che nonostante tutto mantiene una natura affettiva che reclama il bimbo che era contrariamente dolce e vulnerabile.

Rocco è protagonista sgargiante di questa serie Tv, si muove da impotente a potente, da perverso (distaccato dagli affetti) a uomo bisognoso di amore e alla ricerca di un risarcimento affettivo. Accanto a lui, molto importante appunto la figura controversa del fratello con il quale Rocco ha un rapporto di amore e odio: Tommaso è descritto come una personalità, o forse un alter con caratteristiche borderline, impulsivo, rabbioso, non degno dell’amore materno, poco riconosciuto come figlio legittimo, paranoide, con tratti antisociali. 

Una vittima che a sua volta genera vittime, figlio di una prostituta che trasforma la moglie stessa in una prostituta: cerca di vivere quello che non ha potuto avere mediante il possesso.

In questo senso la serie rappresenta bene gli schemi maladattivi a cui siamo affezionati e che talvolta ripetiamo in modo inconsapevole: parla dell’affezione allo ‘schema’ anche quando è disfunzionale e doloroso, tema questo che ricorre in psicoterapia; parla dell’attaccamento e del suo impatto nella vita affettiva adulta.

Un altro tema portante nella serie è naturalmente il femminile: dopo la mamma – per importanza – segue Lucia, immaginario erotico che Rocco spia da piccolo e che diventa la donna vulnerabile da proteggere in quanto vittima del fratello Tommaso che la costringe a prostituirsi. Donna che forse segretamente ama e che sembra simboleggiare qualcosa di speciale.

E poi certamente Moana, importantissima, complice, consigliera speculare, compagna di viaggio. 

Fra le figure femminili molte donne si susseguono, alcune impazziscono – altre svaniscono: donne che lui a suo modo ama, eppure Rocco ha paura dell’amore!

L’unica donna che ama davvero – dalla sua giovinezza fino all’età adulta – è la sola con la quale non fa del sesso. 

Infine incontra sua moglie con cui riesce a lasciarsi andare e con cui distingue finalmente il mondo degli affetti da quello del porno.

Certamente il protagonista nella sua mente ha l’anti-scopo di non voler diventare come il fratello, alter o rappresentazione del cattivo con le donne, fallito, egoista, fragile, paranoide.

La sessualità fra schemi del passato e sofferenza attuale

Insomma, questa serie chiaramente romanzata parla del sesso in modo dirompente ma certamente autentico. 

È hard nella sua spietata analisi della psiche ed è soft nel fornire un’osservazione del comportamento sessuale problematico in connessione alla personalità dei personaggi. 

Ad ogni modo la forza propulsiva del sesso non maschera i sentimenti, che sbucano con forza: in fondo Rocco rimane il figlio che consola la mamma da una cabina telefonica parigina, il fratello che si preoccupa e poi il marito e il padre.

Concludendo, questa ‘super’ serie Tv non è – nonostante la peculiarità del pornodivo – troppo lontana da quello che possiamo osservare nella nostra pratica clinica, e neanche troppo distante dalla vita ordinaria e/o straordinaria che viviamo, in cui si mescolano desiderio, emozioni, relazioni. 

Nella storia narrata, così come avviene in psicoterapia, gli schemi del passato e le sofferenze attuali si connettono mediante un ponte di significati – invisibile agli occhi ma saliente per la mente – spiegando la sofferenza e la storia del protagonista.

In buona sostanza si fornisce una visione desessualizzante del porno attore e una buona finestra di riflessione fra sesso, identità e storia personale, smuovendo schemi e pregiudizi.

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