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Addio a Robert Rosenthal

È mancato Robert Rosenthal, psicologo sociale, padre dell’effetto Pigmalione e della profezia che si autoavvera

Di Anna Boccaccio

Pubblicato il 07 Feb. 2024

Robert Rosenthal è venuto a mancare per un aneurisma il 5 Gennaio 2024, all’età di 90 anni, a Riverside in California, dopo aver dedicato oltre 40 anni alla ricerca in psicologia sociale.

Ritenuto tra i più eminenti psicologi sociali del XX secolo (Haggbloom et al., 2002), Robert Rosenthal è noto per il suo studio degli anni ’60 su quello che egli aveva definito “effetto Pigmalione” e che è passato alla storia come “effetto Rosenthal”.

Effetto Pigmalione e profezia che si autoavvera

Nel suo esperimento del 1965, Rosenthal somministrò un test di quoziente intellettivo (QI) agli alunni di 18 classi di una scuola elementare pubblica della California. Successivamente, selezionò il 20% di questi alunni e comunicò agli insegnanti che tale gruppo era risultato molto promettente e che sarebbe “sbocciato” nel rendimento scolastico entro l’anno successivo. 

In realtà, i bambini erano stati individuati in modo totalmente casuale, tuttavia gli insegnanti non ne erano a conoscenza.

Un anno dopo, Rosenthal sottopose nuovamente gli studenti al test, riscontrando nel gruppo selezionato un significativo aumento nel QI, indipendentemente dal loro punteggio iniziale, mentre i restanti alunni avevano ottenuto risultati molto peggiori.

Rosenthal concluse che il rendimento degli studenti era stato influenzato dai diversi atteggiamenti adottati dagli insegnanti nei confronti dei due gruppi: se i docenti credevano di rivolgersi agli alunni più dotati, si sforzavano di incoraggiarli, premiarli, si assicuravano che comprendessero le lezioni e utilizzavano un linguaggio del corpo più caldo. Rosenthal chiamò tale risultato “effetto Pigmalione”, dal nome del personaggio della mitologia greca che scolpì una statua femminile e se ne innamorò, ottenendo da Afrodite che fosse trasformata in una donna vera. 

Nel libro su tale esperimento, scritto con Lenore Jacobson, preside della scuola californiana coinvolta nello studio, Rosenthal affermò che le aspettative degli insegnanti influivano sulle interazioni quotidiane con i bambini come una “profezia che si autoavvera”, ovvero il modo con cui questi erano stati trattati aveva influenzato le loro prestazioni scolastiche. 

In altri termini, il modo in cui gli insegnanti vedono gli studenti può influire sul loro rendimento.

All’epoca, il volume di Rosenthal suscitò opposizioni e clamore nei sindacati degli insegnanti e nel mondo dell’istruzione, eppure il suo studio è stato ampiamente apprezzato e replicato nei decenni successivi in vari contesti. 

Rosenthal e gli studi sui segnali non verbali

Una ricerca del 1978 di Rosenthal e Rubin ha rilevato che ben 345 studi avevano osservato l’effetto Pigmalione anche in ambito medico, militare e legale. Perfino la relazione terapeuta-paziente non è esente da questo tipo di effetto, così come il legame genitori-figli o datore di lavoro-dipendente (Rosenthal, 1986).

Pioniere negli studi sulla comunicazione non verbale, Rosenthal ha asserito che, in una interazione, le aspettative possono essere trasmesse attraverso segnali minimi del corpo, come postura, gestualità, espressioni facciali, tono di voce ecc.

La comunicazione non verbale delle aspettative può fare la differenza tra successo e fallimento in ogni ambito di vita e può avere un forte impatto nelle relazioni.

Rosenthal e gli studi sul pregiudizio dello sperimentatore

Rosenthal ha esaminato anche il ruolo delle proprie credenze e aspettative sull’esito di una ricerca, giungendo a individuare il fenomeno del “pregiudizio dello sperimentatore” o “effetto aspettativa”: credenze e aspettative dello sperimentatore possono distorcere i risultati di un esperimento, diminuendone la validità e facendo sì che la conclusione confermi le ipotesi del ricercatore (1966). 

Nel 1963 condusse uno studio in cui consegnò ai suoi studenti due gruppi di ratti: benché entrambi i gruppi fossero addestrati in modo identico, Rosenthal li distinse in ratti più abili nel percorrere labirinti e ratti meno capaci. Poi chiese agli studenti di far correre i topi attraverso labirinti. Come si aspettava, i topi “più abili” mostravano performance migliori, in quanto erano stati favoriti dagli studenti-sperimentatori nel modo in cui li maneggiavano, dando loro un vantaggio (Rosenthal, Fode, 1963).

La vita di Rosenthal

Robert Rosenthal è nato il 2 marzo 1933 a Gießen, in Germania, da Hermine Kahn e Julius Rosenthal, commercianti di abbigliamento.

La famiglia lasciò la Germania nazista quando Robert aveva 6 anni e si trasferì dapprima nella colonia britannica della Rhodesia, attuale Zimbabwe, e nel 1940 negli Stati Uniti. Qui visse inizialmente nel Queens a New York e poi a Los Angeles, dove il padre aprì un grande magazzino. 

Robert ha conseguito la laurea in psicologia all’Università della California a Los Angeles nel 1953 e il dottorato solo tre anni dopo. 

Dal 1962 al 1999 ha insegnato psicologia clinica ad Harvard e dal 1999 al 2018 all’Università della California, a Riverside (UCR). Nel 2003 ha ricevuto un dottorato ad honorem dall’Università di Gießen in Germania, dove è nato.

Coniugato con MaryLu Clayton nel 1951, ha avuto tre figli e sei nipoti.

Le sue ricerche hanno ispirato centinaia di studi, ha lavorato con dozzine di dottorandi e studenti che hanno intrapreso loro stessi carriere illustri. Innumerevoli i premi ricevuti per il suo impegno accademico. Tra questi: 

  • Medaglia d’oro per la carriera nella scienza della psicologia dell’American Psychological Foundation 
  • Distinguished Scientific Award for Applications of Psychology dell’APA
  • James McKeen Cattell Award
  • SESP Distinguished Scientist Award
  • Premio American Association for the Advancement of Science per la ricerca sulle scienze comportamentali
  • Premio Society for Personality and Social Psychology Donald Campbell
  • Senior Fulbright Scholar Award.

Nonostante i suoi riconoscimenti professionali, i colleghi ne sottolineano la natura affabile e modesta.

David Funder, che ha insegnato con Rosenthal ad Harvard negli anni ’80, poi alla UCR, lo ha definito “un’autorità leggendaria, ma anche la persona più gentile e meno pretenziosa che si potesse mai incontrare … Se uno studente universitario metteva la testa nel suo ufficio, o il rettore dell’università passava di lì, entrambi sarebbero stati trattati esattamente allo stesso modo: con gentilezza, rispetto e interesse genuino” (Funder in Warren, 2024).

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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