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La paura dell’abbandono nelle relazioni

Esploriamo le manifestazioni della paura dell'abbandono, i modi in cui influenza le relazioni e come è possibile gestirla

Di Fiamma Fenili

Pubblicato il 20 Feb. 2024

La paura dell’abbandono

Nonostante molte persone abbiano vissuto una perdita o traumi caratterizzati da perdite, separazioni, trascuratezza, abuso psicologico, esperienze di attaccamento insicuro con il caregiver, non tutte sviluppano la paura dell’abbandono. Coloro che sviluppano il timore dell’abbandono hanno la tendenza a cercare disperatamente di ristabilire un legame con la persona o di cercare di prevenire ulteriori perdite e separazioni nella loro vita.   

Questa paura abbandonica, comunemente associata a insicurezze dell’attaccamento e a perdite e traumi di vario genere, non può essere definita come una diagnosi psicologica a sé stante.

Nonostante ciò, le paure di abbandono sono specifiche di alcuni disturbi psichici tra cui ad esempio il disturbo borderline di personalità o il disturbo dipendente di personalità (Tanasugarn, 2024).

Le manifestazioni più comuni della paura dell’abbandono

Alcuni segnali attraverso cui questa paura si può manifestare sono: 

  • Incapacità o difficoltà di stare da soli
  • Alta sensibilità alle critiche
  • Paura associata al fatto che le cose debbano andare sempre bene all’interno di una relazione 
  • Alti livelli di ansia all’idea di perdere la persona
  • Profondo senso di colpa per aver subito un abbandono
  • Alti livelli di rabbia e gelosia nelle relazioni sentimentali, accanto alla gelosia possono verificarsi tendenze a controllare il partner come modalità per scongiurare la possibilità abbandonica
  • Difficoltà e persino Incapacità di stare senza una relazione sentimentale
  • Ricerca di altri come mezzo di convalida (per essere considerati all’altezza)
  • Problemi nell’impegnarsi nelle relazioni sentimentali e tendenza all’evitamento di relazioni affettive  e del coinvolgimento affettivo per il timore abbandonico  (Tanasugarn, 2024).

Come la paura dell’abbandono influenza le relazioni

La paura dell’abbandono può influenzare le relazioni di una persona in diversi modi: 

  • Affezionarsi troppo rapidamente a nuove persone. Questo fenomeno può osservarsi nelle nuove amicizie e nelle nuove relazioni sentimentali, che spesso iniziano con grande intensità e si muovono molto velocemente: la persona si sente molto coinvolta affettivamente nella relazione sin dalla fase iniziale. Può avvenire  una eccessiva condivisione di informazioni intime e coinvolgimento affettivo con l’altra persona quasi come modo per accelerare il “legame”. Coloro che tendono a manifestare questi comportamenti hanno una storia di veloci passaggi da una relazione all’altra, con scarsi periodi di pausa tra una relazione e l’altra. Sono persone che spesso vogliono assicurarsi il prima possibile una nuova relazione per evitare la paura di essere rifiutati e quindi abbandonati.
  • Ipervigilanza riguardo all’incolumità dei propri affetti e il timore di perdita. Una persona che porta con sé ferite da abbandono irrisolte potrebbe sviluppare un’eccessiva tendenza al controllo e alla vigilanza riguardo alla sicurezza delle persone a cui tiene. Per esempio, potrebbe continuamente ripensare e assicurarsi che un amico lo chiami per essere certo che sia tornato a casa sano e salvo, oppure ossessionato dal timore di perdere una persona della sua vita a causa di un disastro o di un evento inaspettato. Questo, a sua volta, può far sentire le persone della loro vita “in trappola” e prive di autonomia, o farle sentire controllate dalle richieste di rassicurazione del partner. Quindi, il bisogno costante di “controllare” le persone opera per contribuire ad alleviare le intense paure di abbandono e di perdita della persona, ma allo stesso tempo crea tensione e instabilità nelle sue relazioni.
  • Sensibilità eccessiva ai feedback. Se una persona è estremamente sensibile ai feedback, potrebbe manifestare comportamenti conflittuali o difensivi di fronte a qualsiasi forma di feedback, poiché questa situazione potrebbe scatenare le sue paure legate all’abbandono. Questo fenomeno può risultare particolarmente evidente per chi lotta con il perfezionismo e ha aspettative irrealistiche su di sé. Nel contesto delle relazioni intime, dove amici, familiari o partner possono fornire feedback, la persona ipersensibile potrebbe reagire in modo eccessivamente difensivo o critico. Questo comportamento potrebbe essere un tentativo di mascherare la propria vulnerabilità e di affrontare le paure di rifiuto e abbandono che si sono attivate.
  • Sospetto costante. Spesso, coloro che affrontano la paura del rifiuto o dell’abbandono trovano difficoltà anche nella sfera della fiducia, soprattutto nelle relazioni sentimentali. È possibile che coloro che lottano con la paura del rifiuto e dell’abbandono abbiano avuto esperienze passate con partner narcisisti che li hanno sfruttati, o hanno avuto “amici” con comportamenti narcisistici e dinamiche tossiche. Queste relazioni spesso contribuiscono a rafforzare le loro paure abbandoniche e ad alimentare la difficoltà nel costruire fiducia.
  • Mettere alla prova le persone appartenenti alla propria vita è un fenomeno che spesso si verifica nelle persone che tendono ad agire in maniera impulsiva nei confronti degli altri, in particolare nei confronti delle persone a cui sono più affezionati o che considerano più importanti, guidati dal bisogno sottostante di testare la fiducia e la fedeltà della relazione, e l’affidabilità della persona quando c’è bisogno (Tanasugarn, 2024).

Lavorare su sé stessi per gestire la paura dell’abbandono

Se nella propria vita ci sono problemi relazionali legati alla paura del rifiuto o dell’abbandono, è necessario porsi l’obiettivo di prendersi cura di sé, e ciò si può fare iniziando dal riconoscimento di tutte quelle situazioni che scatenano e innescano la paura abbandonica. È altrettanto importante lavorare su sé stessi, anche all’interno di una psicoterapia, per costruire una maggiore sensazione di fiducia verso l’altro, riconoscendo le relazioni di qualità, e in contemporanea imparare a riconoscere e ad allontanarci da quelle che sono malsane e tossiche per il proprio benessere (Tanasugarn, 2024).

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