L’intolleranza all’incertezza
Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie.
Celebre poesia di Giuseppe Ungaretti, descrive la precarietà dei soldati nelle trincee, che come foglie d’autunno vivono l’incertezza del potersi staccare dall’albero e cadere a terra. “Soldati”, oltre la sua bellezza ermetica, introduce in maniera chiara ed immediata il tema dell’incertezza.
Incertezza che, se proiettata ai giorni odierni, può descrivere svariate situazioni quotidiane in cui quest’ultima “abita”: dal non sapere se il partner potrà ricambiare il sentimento d’affetto al non sapere cosa potrà accadere durante un’importante presentazione aziendale.
La sensazione del non sapere cosa accadrà, e in modo maggiore l’intolleranza all’incertezza, è uno stato che per l’essere umano può essere visto come avverso, disorientante, e può creare sintomi ansiosi (Hebert & Dugas, 2019).
Difatti, una distinzione cardine che sembra associata agli stati ansiosi è proprio la sensazione di incontrollabilità orientata a possibili minacce future o eventi potenzialmente negativi (Carleton, 2012).
È una componente possibile dell’ansia, anche se non indispensabile, dal momento in cui non basta fare esperienza di una situazione o sensazione di incertezza per provare ansia, ma può dipendere più dal grado di tolleranza che l’individuo possiede (Carleton, 2012).
Ma esattamente che cos’è l’intolleranza all’incertezza?
Una definizione di intolleranza all’incertezza può essere la seguente:
incapacità di sopportare la risposta aversiva innescata dalla percezione di assenza di informazioni salienti, chiave o sufficienti, e sostenuta dalla percezione associata di incertezza (Carleton, 2016, p. 31).
L’abilità di saper tollerare può risultare un’alleata preziosa in situazioni dubbie: la letteratura in merito, riferendosi alla crisi sanitaria del COVID-19, riporta come questa abilità possa rivestire un ruolo nella gestione dello stress intrinseco a simili condizioni d’emergenza (Khorrami et al., 2022). Dal punto di vista neuroscientifico, esiste una regione specifica che sembra influenzare reazioni maggiormente aversive in risposta all’intolleranza all’incertezza, ovvero la porzione anteriore dell’insula (Grupe & Nitschke, 2013). Una iper-attivazione di questa regione cerebrale, a seguito dell’esposizione a una potenziale minaccia (l’incertezza per esempio) può essere associata a diversi disturbi ansiosi o a vissuti di disagio e distress (Khorrami et al., 2022; Gorka et al., 2013; Grillon et al., 2009).
Tollerare l’incertezza, d’altro canto, sembrerebbe essere potenzialmente utile nell’affrontare situazioni emergenziali, come è stata per esempio la pandemia (Khorrami et al., 2022).
Come imparare a tollerare l’incertezza?
Rivolgersi ai professionisti della salute potrebbe essere un buon punto di partenza.
Vi sono diversi interventi psicoterapeutici che nel tempo hanno dimostrato una comprovata efficacia nel ridurre la sintomatologia ansiosa, possibili conseguenze dell’intolleranza all’incertezza, come già visto prima.
Interventi di mindfulness, focalizzati sulla presa di consapevolezza dei propri stati interni e delle proprie sensazioni, può portare a fare esperienza di quest’ultime come meno incerte (Kraemer et al., 2016).
Vi possono anche essere interventi comportamentali, come riportato dall’articolo di Hebert e Dugas (2019), mirati a intervenire sulle credenze che un individuo può avere sull’incertezza, che possono portare a cambiamenti significativi sulla stessa e anche su una potenziale sintomatologia ansiosa.
Nel panorama cognitivo-comportamentale (CBT), inoltre, anche interventi REBT (Rational Emotive Behavior Therapy) possono fornire strumenti efficaci nell’incremento dell’abilità della tolleranza all’incertezza (DiGiuseppe et al., 2014) .
Riportando una citazione con forte connotazione zen dal film di animazione “Kung fu panda”, sulla tolleranza all’incertezza si potrebbe commentare:
Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono.
Tollerare l’incertezza magari non risolverà il problema, ma potrebbe dare la possibilità di cogliere diverse e nuove opportunità, rispetto all’essere in balia della sensazione di intolleranza.