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La WISC-V arriva in Italia

24 novembre 2023, Firenze: l'evento alla scoperta della 5ª edizione italiana della Wechsler Intelligence Scale for Children

Di Ilaria Cosimetti

Pubblicato il 06 Dic. 2023

La nuova versione della WISC

Il 24 novembre a Firenze, Palazzo degli Affari, Giunti Psycometrics presenta la quinta versione della WISC (Wechsler Intelligence Scale for Children), il test più utilizzato al mondo per la misurazione delle capacità cognitive in età evolutiva

Chiara Busdraghi, Chief Science Officer di Giunti, introduce questa giornata raccontandoci 5 anni di fatiche per completare la taratura italiana di questo prezioso strumento. Lascia il palco quindi a chi ha dato un grande contributo a questa impresa, le 3 autrici dell’adattamento italiano: Lina Pezzuti, Daniela Traficante e Margherita Lang.

Lina pezzuti, Professore Ordinario di Teorie e Tecniche dei Test Psicologici presso l’Università Sapienza di Roma, ci accompagna lungo le tappe storiche più significative dello sviluppo di queste scale, la prima delle quali risale al lontano 1949, quando Wechsler propone una scala destinata esclusivamente a soggetti di età compresa tra i 5 e i 15 anni, la prima WISC. Da quel giorno ad oggi l’architettura del test ha subito diverse modifiche, in risposta all’evoluzione dei modelli teorici di intelligenza e sulla base dei dati di ricerca raccolti dall’utilizzo di queste scale. Anche gli obiettivi di questa ultima revisione riguardano la necessità di allineare lo strumento agli aggiornamenti teorici, di migliorarne l’appropriatezza allo sviluppo e di incrementarne le proprietà psicometriche. 

Quali cambiamenti introduce la WISC-V?

Quali sono però i cambiamenti  in termini di utilità clinica che potrebbero favorire la diffusione di questo strumento all’interno degli studi dei professionisti che si occupano di valutazioni cognitive in età evolutiva?

Innanzitutto per ottenere il QI (Quoziente Intellettivo) sarà sufficiente somministrare 7 subtest invece di 10, con un notevole risparmio di tempo.

Oltre al QI sarà possibile ricavare 5 Indici primari, non più 4, grazie alla scomposizione dell’Indice di Ragionamento Visuo-Percettivo (IVP, WISC-IV) nell’Indice Visuo-Spaziale (IVS) e nell’Indice di Ragionamento Fluido (IRF), operazione utile a ricavare punteggi più mirati che consentono una descrizione più accurata delle capacità del bambino.

Sempre nella direzione di questo obiettivo, la quinta versione offre la possibilità di ricavare ben 5 indici ausiliari e non 2: oltre ai già noti Indice di Abilità Generale (IAG) e Indice di Competenza Cognitiva (ICG), si aggiungono l’Indice di Ragionamento Quantitativo (IRQ), l’Indice di Memoria di Lavoro Uditiva (IMLU) e l’Indice Non Verbale (INV), molto utile nella valutazione di bambini con difficoltà linguistiche. 

Tutti questi preziosi aggiornamenti sono stati possibili grazie a un ripensamento dell’architettura del test che conta lo stesso numero di subtest principali (10) al cui interno però tre subtest sono un’assoluta novità: Confronto di Pesi (CP), Puzzle (PZ) e Memoria di Immagini (MI). I subtest ausiliari sono invece 6 e non solo 5, senza novità per chi conosce i subtest della versione precedente. 

Vantaggi e limiti della nuova WISC V

Il successivo intervento di Margherita Lang, già Professore Ordinario presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e membro associato della SPI (Società Psicoanalitica Italiana), svela i retroscena teorici che  aiutano a comprendere vantaggi e limiti della nuova struttura  della WISC-V.

Presenta quindi due casi clinici per riflettere sul significato e sull’utilità clinica dei punteggi ai vari livelli di interpretazione e sulla necessità di un ragionamento clinico attorno ai punteggi, anche perché nessun test isola perfettamente ciò che ambisce a misurare. Il riferimento al Boston Process Approach è quindi doveroso, perché nasce proprio per guidare i professionisti a una valutazione qualitativa, e non solo quantitativa, del paziente all’interno di una valutazione psicologica e neuropsicologica: ciò che è clinicamente rilevante non è infatti solo il punteggio ottenuto ma “il processo” che ha portato il bambino ad ottenerlo. Spingersi oltre il dato numerico permette di aumentare la validità clinica di molti strumenti testistici come la stessa WISC-V

Come usare i profili cognitivi ottenuti dalla WISC V

Daniela Traficante, Professore associato in Psicologia dello Sviluppo e dell’educazione, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, conclude la mattinata portando la nostra attenzione su tre aspetti fondamentali per approfondire ulteriormente la comprensione di questo strumento.

Innanzitutto sottolinea quanto la varietà degli indici ricavabili dalla WISC-V sia in linea con un approccio dimensionale alla diagnosi dei disturbi del neurosviluppo, così come suggerito dalla prospettiva transdiagnostica, attualmente al centro del dibattito nel panorama internazionale. 

Ne deriva che i profili cognitivi della WISC-V non possono essere utilizzati per confermare una diagnosi ma forniscono indicazioni utili sui punti di forza e sui punti di debolezza, necessari per orientare il potenziamento delle funzioni meno sviluppate, in accordo con un approccio neurocostruttivista allo sviluppo cognitivo.

Infine, studi di neuroimaging condotti per rilevare correlazioni tra le caratteristiche strutturali della corteccia cerebrale e i risultati ai test cognitivi, hanno evidenziato dati coerenti che promettono indicazioni sempre più precise sul ruolo delle componenti genetiche e ambientali nel determinare le traiettorie evolutive alla base della neurodiversità.

La WISC V e la struttura neurofunzionale dei test intellettivi

La giornata si conclude con la lectio magistralis di Giuseppe Cossu, già Professore Ordinario di Neuropsichiatria Infantile presso l’Università di Parma e direttore della U.O. Neuroriabilitazione del bambini presso il Centro Medico di Foniatria di Padova. Cossu affronta il complicato tema della struttura neurofunzionale dei test intellettivi in età evolutiva e lo fa ricordarci fin da subito che nessuna funzione è localizzata in aree circoscritte del cervello e ogni sistema neurofunzionale ha una rappresentazione distribuita su più aree cerebrali tra loro funzionalmente connesse. 

Interessante quindi poi scoprire quali sistemi funzionali trasversali e quali sistemi funzionali selettivi si attivino per la soluzione di ciascuna prova prevista dalla WISC-V.

Una presentazione molto interessante che ci ricorda quanta strada ancora c’è da fare nella comprensione di un organo così complesso come il cervello umano e quanti sforzi andranno ancora fatti nel tentativo di misurare alcuni aspetti del suo sempre meno misterioso funzionamento. 

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