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All I want for Christmas is Truth. Scoprire che Babbo Natale non esiste è traumatico?

Quando i bambini scoprono che Babbo Natale non esiste? Verso gli 8-9 anni (ma vi è un’estrema variabilità). Come avviene questa scoperta? 

Di Valentina Davi

Pubblicato il 22 Dic. 2023

Perché i bambini credono a Babbo Natale

“Non si dicono le bugie” è un pilastro dell’educazione morale che cerchiamo di impartire ai bambini sin da piccoli. Il nostro impegno nel trasmettere loro il grande valore della sincerità è paradossalmente pari alla nostra estrema dedizione nel mantenere in vita la più grande menzogna collettiva mai orchestrata ai danni di un minore: l’esistenza di Babbo Natale.

Tra i 3 e i 5 anni i bambini sono in grado di distinguere la fantasia dalla realtà (Harris, 2000; Woolley & Cox, 2007), tuttavia credono nell’esistenza di un generoso ultracentenario che gira il mondo su una slitta trainata da renne volanti per distribuire doni ai bimbi che si sono comportati bene. 

Com’è possibile che siano così ingenui?! 

Perché sono vittime di una recita che coinvolge le figure di cui più si fidano: non solo la famiglia stretta, ma anche il parentado, gli amici, gli insegnanti, la società intera, tutti contribuiscono ad alimentare il mito di Babbo Natale.

False testimonianze di avvistamenti; biscotti e carote destinati al vegliardo e alle sue renne che al mattino spariscono, trangugiati in fretta e furia da genitori che padroneggiano oscure tecniche ninja di movimento furtivo; finti Babbi Natale che nei centri commerciali accolgono sulle proprie ginocchia bambini trepidanti; storie inverosimili e contraddittorie che giustificano l’impossibile consegna di oltre 7,6 miliardi di regali in una sola notte; lettere affrancate dal Polo Nord; continuate voi…

Se persino il Comando di Difesa Aerospaziale del Nord-America partecipa a questo The Truman Show internazionale tracciando in diretta il percorso di Babbo Natale durante il suo viaggio intorno al mondo, capite bene che non c’è via d’uscita.

Di fronte a tutte queste prove provenienti da fonti diverse affidabili, solo un bambino con inclinazioni complottiste potrebbe dubitare dell’esistenza di Babbo Natale

Debunking Santa

Quando i bambini scoprono che Babbo Natale non esiste? Verso gli 8-9 anni (ma vi è un’estrema variabilità). Come avviene questa scoperta? 

Lo snitch natalizio

C’è sempre un fratello, una sorella, un amico che, una volta scoperta la messinscena, corre a fare la spia e tutta la magia si porta via. A volte può anche essere un adulto che decide di urlare alla fine di un concerto per bambini “Comunque Babbo Natale non esiste!”; a lui, e a tutti i Grinch sopra i 14 che ne seguono le orme, hanno dedicato un girone all’inferno. 

Elementare, Watson!

Verso i 7 anni i bambini entrano nello stadio di sviluppo cognitivo che Piaget ha definito operatorio concreto; iniziano a sviluppare il pensiero logico e attraverso il ragionamento giungono alla conclusione che l’esistenza di Babbo Natale viola le leggi fisiche del mondo.

In particolare, i bambini che hanno una comprensione più sofisticata della distinzione tra eventi possibili e impossibili nella vita di tutti i giorni pongono domande più complesse riguardo all’esistenza di Babbo Natale, mettendo in crisi mamma e papà (“Scacco matto, genitori!”).

L’esperienza è il solo insegnante in cui possiamo confidare. (L. Da Vinci)

Un altro modo attraverso cui i bambini scoprono la verità è l’esperienza: possono imbattersi nella carta regalo nascosta malamente nell’armadio oppure cogliere sul fatto genitori non più agili e silenziosi come un tempo. In questo caso non serve aver sviluppato capacità logiche per fare 1+1. 

Scoprire che Babbo Natale non esiste è traumatico?

Parenti e amici vengono istruiti dettagliatamente su cosa dire o non dire onde evitare gaffes (“Cosa ti ha portato in regalo San Nicol…ehm no, Gesù bamb…no, cioè… Babbo Natale?”), informazioni non allineate al pensiero unico babbonatalizio vengono bollate come fake news, il tutto per ritardare il più possibile la scoperta che Babbo Natale non esiste. Per quale motivo ci adoperiamo così strenuamente a proteggere i bambini dalla cruda verità?

Scoprire che Babbo Natale non esiste non sembra infatti essere “traumatico”. La maggior parte dei bambini prova felicità e orgoglio per l’esito della propria operazione di debunking. Una buona parte si sente delusa, triste o arrabbiata per essere stata ingannata per lungo tempo, soprattutto se la scoperta avviene in tarda età o è stata improvvisa oppure se si è cresciuti in un ambiente che ha investito molto nella messinscena; tuttavia l’intensità di queste emozioni è lieve, di breve durata, tollerabile e di solito non lascia strascichi (Mills et Al., 2023). 

La magia del Natale che se ne va

A riprova del fatto che la scoperta della non esistenza di Babbo Natale raramente lascia cicatrici, la maggior parte dei bambini che credono a Babbo Natale da adulti insegneranno ai propri figli che la notte del 25 dicembre un vecchio barbuto di 150kg si calerà nello stretto camino del salotto con un enorme sacco pieno di regali. 

Come giustificare questa trasmissione intergenerazionale della menzogna? Vittime che si trasformano in carnefici? Riproposizione del trauma subito? 

Il sospetto è che il Natale visto attraverso gli occhi di un bambino riacquisti quella magia perduta con la scoperta dell’inganno. Infatti, spesso i genitori reagiscono con tristezza quando i propri figli smettono di credere a Babbo Natale (Anderson et Al., 1994).  

E forse è per questo che ci prodighiamo così tanto per mantenere viva il più a lungo possibile questa menzogna. “Non si dicono le bugie”, tranne che per una buona causa: la nostra felicità. 

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Valentina Davi
Valentina Davi

Coordinatrice di redazione di State of Mind

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