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Affrontare la sindrome dell’impostore: come superare dubbi e incertezze

Cos’è la sindrome dell’impostore? Quali sono le sue conseguenze? Allenando la flessibilità psicologica sembra possibile superarla

Di Fiamma Fenili

Pubblicato il 16 Nov. 2023

Che cos’è la sindrome dell’impostore?

Col termine “sindrome dell’impostore” ci si riferisce a uno stato mentale nel quale la persona che lo sperimenta si sente come un truffatore, pensa di aver imbrogliato e dubita dei propri successi nonostante l’evidenza del contrario.

Le persone che sperimentano questo stato tenderanno ad attribuire, ad esempio, una promozione alla fortuna, quindi ad un fattore esterno piuttosto che interno.

Chi soffre della sindrome dell’impostore ha anche il timore che la propria mancanza di competenza venga scoperta dagli altri, temendo così di venire smascherato come imbroglione.

Nonostante il termine sindrome, non si tratta di un disturbo o una malattia, ma di un’esperienza umana piuttosto comune.

Quali sono le conseguenze della sindrome dell’impostore?

Questo fenomeno comporta diversi effetti negativi sulle persone, mina la loro ambizione e porta a due effetti opposti: da una parte abbiamo la stagnazione, ovvero una perdita di motivazione, dall’altra un possibile eccesso di lavoro, perfezionismo e controllo, con l’obiettivo di dimostrare la propria competenza.

In quest’ultimo caso le persone potrebbero porsi degli obiettivi irraggiungibili che li porterebbero ad un aumento di stress e ansia, con conseguente esaurimento emotivo. In alcuni casi questi obiettivi elevati, seguiti dalla necessità di raggiungerli alla perfezione, potrebbero alimentare la procrastinazione, dovuta appunto a standard irrealistici.

Inoltre, un altro possibile effetto negativo, è il calo del livello di autostima e l’aumento del disagio psicologico, caratterizzato da ansia e depressione.

Quali sono i temi per i quali ci preoccupiamo maggiormente?

Le cose per cui tendiamo a preoccuparci di più corrispondono a quelle a cui teniamo particolarmente.

Ad esempio, quando ci teniamo a dare il meglio di noi stessi, quando cerchiamo di contribuire in un gruppo di lavoro o quando vogliamo fare la differenza in qualcosa di importante, allora ci preoccupiamo di farlo con competenza.

Consigli pratici per superare la sindrome dell’impostore

I suggerimenti su come gestire i timori tipici della sindrome dell’impostore riguardano il pensiero positivo, (ovvero l’abilità di orientare la mente verso uno stato di positività, superando i pensieri negativi e creandone di nuovi, più felici) e il rafforzamento della fiducia in se stessi e autostima.

Nonostante ciò, questa tipologia di tecniche può non essere funzionale per alcune persone, in quanto per ogni dato che sostiene il proprio successo, potrà esserci un dato contrastante che il nostro cervello ci fornirà, con il classico “si, ma…”, che andrà a creare una controparte.

L’alternativa più valida è quindi quella della costruzione di una flessibilità psicologica.

Ma che cos’è la flessibilità psicologica e come la si allena?

La flessibilità psicologica non è altro che la capacità di essere pienamente presenti nel momento attuale e presente, consapevoli e aperti a tutte le esperienze interne, tra cui pensieri, emozioni e sensazioni fisiche, mentre contemporaneamente scegliamo di comportarci in sintonia con i nostri valori personali profondamente radicati e la situazione.

I nostri valori sono importanti in quanto attraverso le azioni riflettono chi vogliamo essere e cosa vogliamo rappresentare.

Un consiglio è quello di lasciare spazio al disagio, ai dubbi. Scegliere cosa fare quando si è dubbiosi non è facile, ma con alcune strategie è possibile riuscirci.

Una strategia è quella che prevede l’utilizzo della respirazione, inspirando dovrete espandere il petto immaginando di fare spazio al dolore emotivo, infine espirando lascerete andare la resistenza.

Potrete quindi allenare i vostri sensi per sentirvi a proprio agio con il disagio.

Trattate le esperienze dolorose con genuina curiosità, senza evitarle. In alcuni casi cercate queste esperienze di proposito, ad esempio salendo su delle montagne russe, rimanendo aperti verso ciò che emerge.

L’allenamento di un nuovo approccio nella gestione delle emozioni migliorerà la capacità di affrontare situazioni complesse che coinvolgono pensieri ed emozioni, sia nel contesto personale che professionale.

I pensieri inutili che accompagnano la sindrome dell’impostore

Un ultimo consiglio per contrastare la sindrome dell’impostore è quello di staccarsi dai pensieri non utili. Questo perché talvolta, l’esperienza di questa sindrome è accompagnata da alcuni pensieri, come ad esempio “chi credi di essere?”, o “come osi?”, che possono portare la persona a voler dimostrare quanto vale, sfociando poi in situazioni di burnout. È necessario quindi tenere a mente che i pensieri non sono fatti reali e concreti.

Le nostre menti tendono ad essere inclini al pregiudizio della negatività, poiché sono naturalmente propense a enfatizzare le minacce e a sottovalutare la nostra capacità di affrontare le situazioni. Spesso, i tentativi di controllare i nostri pensieri si rivelano controproducenti, ma la flessibilità psicologica ci offre un percorso alternativo.

Per farlo bisognerà osservare i propri pensieri come uno spettatore esterno.

Questo non ha l’obiettivo di produrre sollievo dai dubbi o dalla paura, ma servirà per creare uno spazio in cui è più probabile che sia disponibile una scelta orientata ai propri valori. Il suggerimento è quindi quello di prendere i pensieri meno seriamente, altrimenti se li consideriamo come delle verità, si andrà incontro ad una inflessibilità psicologica.

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