Reagire a critiche e feedback negativi
Le critiche, soprattutto se per nulla costruttive, si sa, non piacciono a nessuno. E se qualcuno riesce, meglio di altri, a trattenersi dal rispondere verbalmente a un feedback negativo, a livello non verbale c’è poco da fare: anche se appena visibili, alcune espressioni facciali di disappunto sono comunque presenti.
Ma queste espressioni sono le stesse per tutti? No, secondo un recente studio: nelle persone con tratti di personalità narcisistica si registrerebbero dei movimenti facciali più accentuati che in altri individui.
La personalità narcisistica
L’elemento caratterizzante la personalità narcisistica è “l’auto-esaltazione”. Gli individui narcisisti si considerano unici e speciali, spesso mostrano comportamenti o atteggiamenti arroganti e presuntuosi e tendono a ricercare l’ammirazione altrui principalmente per affermare la propria grandezza e preservare il loro status di superiorità.
In realtà questi aspetti nasconderebbero un’autostima alquanto fragile che alimenta il bisogno di essere giudicato positivamente. Le critiche sono quindi vissute, dal narcisista, come umilianti ed avvilenti.
Lo studio
Secondo un recente studio di Harjunen e colleghi (2023) pubblicato su Psychophysiology, gli individui con tratti di personalità narcisistici mostrerebbero una maggiore attività muscolare del viso, in particolare dei muscoli legati alle espressioni di rabbia e frustrazione, quando ricevono un feedback negativo.
La ricerca rientra nel progetto Facing Narcissism finanziato dalla Academy of Finland e tenta di indagare la relazione tra narcisismo grandioso e reattività emotiva a valutazioni negative, che minacciano e possono invalidare l’idea di Sé. Il campione è composto da 57 studenti universitari senza diagnosi di psicopatologia (34 donne, 22 uomini e 1 che ha omesso le informazioni relative al proprio genere) di età compresa tra 18 e 44 anni.
Ai partecipanti viene fatto credere di prendere parte a uno studio sul ruolo della memoria nelle situazioni sociali. Mentre svolgono compiti di memoria al computer, sono sottoposti a elettromiografia facciale (fEMG), ovvero una tecnica utilizzata per misurare l’attività elettrica dei muscoli del viso. In particolare, vengono posizionati degli elettrodi su determinati muscoli facciali, noti per essere associati a diverse espressioni emotive.
Gli elettrodi misurano l’attività dei muscoli (imm.1):
- corrugatore del sopracciglio (corrugator supercilii – CS): l’attività amplificata di questo muscolo è comunemente associata a quelle espressioni emotive negative che coinvolgono l’espressione accigliata (come nel caso della rabbia).
- zigomatico maggiore (zygomaticus major – ZM): l’aumento dell’attività di questo muscolo risulta associato a intense espressioni di gioia manifestate nel sorriso di Duchenne, ovvero il sorriso che facciamo in caso di vera felicità. Oltre agli angoli della bocca rivolti verso l’alto (associati al sorriso, ma anche a sorrisi forzati), l’autenticità del sorriso di Duchenne si riconosce per il sollevamento delle guance che lascia delle rughe, le cosiddette “zampe di gallina”.
- orbicolare (Orbicularis Oculi – OO): come per il muscolo zigomatico maggiore, anche il muscolo orbicolare è coinvolto nell’espressione del sorriso di Duchenne.
(Imm. 1 – reineg / Adobe Stock)
Dopo i compiti di memoria, i partecipanti ricevono dei feedback sulle loro prestazioni (neutri o negativi, a seconda delle condizioni sperimentali) da parte degli assistenti di ricerca.
Misurando l’attività elettrica dei tre muscoli, i ricercatori possono ottenere informazioni sulle esperienze emotive dell’individuo in reazione ai feedback forniti dai ricercatori.
Cosa ci dicono i risultati
Accigliati o sorridenti?
I partecipanti che ricevono un feedback negativo alla loro performance, mostrano una maggiore attività del muscolo corrugatore del sopracciglio (corrugator supercilii – CS), indicativo di un’espressione più accigliata.
Come facilmente intuibile, i partecipanti che ricevono feedback negativi non mostrano un aumento dell’attività del muscolo zigomatico (ZM), sebbene –sorprendentemente– mostrino una maggiore attività del muscolo orbicolare, associato comunemente al sorriso di Duchenne.
Perché questo risultato? Gli autori dello studio, grazie anche a uno sguardo più attento alla recente letteratura, ci spiegano che in realtà il muscolo orbicolare (OO) risulterebbe coinvolto anche in molte espressioni emotive negative come, ad esempio, la frustrazione o il pianto. È quindi probabile che l’aumentata attività del muscolo corrugatore del sopracciglio e del muscolo orbicolare in risposta al feedback negativo sia associata alle espressioni emotive negative che coinvolgono l’espressione accigliata (come la rabbia) e la costrizione degli occhi (come la frustrazione).
Le espressioni nei narcisisti
Nei partecipanti con livelli più alti di narcisismo grandioso, l’attività dei muscoli corrugatori del sopracciglio e orbicolare risulta maggiormente pronunciata in risposta al feedback negativo.
In altre parole, sebbene gli intervistati con narcisismo grandioso alto e basso riferiscano reazioni emotive simili ai feedback negativi dei ricercatori, gli individui con livelli di narcisismo grandioso più elevati mostrano reazioni muscolari facciali più forti associate a rabbia e frustrazione. Questo risultato indica dunque una chiara discrepanza tra le reazioni affettive auto-riferite e quelle fisiologiche nel narcisismo grandioso. Ciò può essere indicativo di una risposta difensiva (sebbene riconosca di esserci rimasto male, il narcisista grandioso nasconde la rabbia e la frustrazione realmente provate dopo aver ricevuto una critica).
Anche una questione di cuore?
Inoltre, la frequenza cardiaca degli intervistati è diminuita anziché aumentare in risposta al feedback negativo. Ciò risulta ancor più evidente nei partecipanti con tratti elevati di narcisismo grandioso. Questo effetto può riflettere una risposta di evitamento difensivo che tipicamente segue la vigilanza iniziale verso la minaccia (il narcisista è in allerta prima del feedback, una volta ricevuto un feedback negativo se ne allontana, lo evita e dunque non sarà più in allerta).
Mascherarsi da speciale
La ricerca di Harjunen e colleghi (2023) mette bene in luce quella tensione che si crea, nei narcisisti, tra una visione di sé eccessivamente positiva e la costante attenzione rivolta al feedback sociale che –se positivo– va ad alimentare quella visione di sé.
Il costante bisogno dei narcisisti di sentirsi speciali si nutre dei feedback positivi da parte degli altri. Non sono ammessi errori e critiche: ricorrere alla maschera del più bello, del più capace, del più intelligente può salvare il narcisista dal rischio di sentirsi uguale agli altri. Ma attenzione perché a volte –come abbiamo visto– anche una maschera ci può tradire!