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Disturbi alimentari e obesità: il ruolo della costituzione genetica individuale

L'identificazione dei determinanti genetici e biologici del peso corporeo potrebbe essere fondamentale per la comprensione di obesità e disturbi alimentari

Di Giulia Spiniello

Pubblicato il 02 Mag. 2023

Aggiornato il 05 Feb. 2024 11:45

I disturbi alimentari e l’obesità colpiscono circa il 6% della popolazione italiana e causano significativo disagio. Secondo studi recenti, però, questi disturbi non sembrerebbero solo causati da scelte consapevoli e/o tratti psicologici, bensì dall’azione di circa 60 geni specifici in grado di determinare in parte o anche completamente il nostro peso corporeo.

 

Introduzione

 I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, in particolare Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa e Disturbo da Alimentazione Incontrollata, sono una classe eterogenea di malattie mentali complesse caratterizzate da una disregolazione del peso corporeo e dell’appetito e da caratteristiche comportamentali e psicologiche distintive in base alla tipologia di disturbo (Bulik et al., 2022). Questi disturbi stanno diventando sempre di più oggetto di difficoltà a livello sanitario e sociale, a causa della loro diffusione soprattutto tra i giovani e per la loro natura multifattoriale complessa (Ministero della Salute, 2023). I disturbi alimentari colpiscono principalmente il genere femminile, con un rapporto femmine/maschi di circa 9 a 1, anche se questi disturbi cominciano ad aumentare anche all’interno del sesso maschile (Ministero della Salute, 2023). Ricerche nazionali recenti hanno riportato un aumento di questi disturbi di circa il 40% rispetto al 2019 (Ministero della Salute, 2023) oltre che rilevato difficoltà di accesso alle cure in molte Regioni italiane, fatto che porta con sé conseguenze sulla prognosi (Ministero della Salute, 2023).

L’obesità invece, nonostante sia anch’essa caratterizzata da un’assunzione di calorie continuata nel tempo ed eccessiva rispetto al consumo individuale, non è al momento classificata come disturbo mentale (APA, 2022).

I disturbi alimentari e l’obesità non sono rimasti esenti da giudizi. Molto spesso, infatti, questi disturbi vengono considerati come quasi esclusivamente dovuti alle scelte consapevoli dell’individuo o/e ai suoi tratti psicologici.

Ma è veramente tutta “responsabilità” del soggetto che ne è affetto? Cosa dice la scienza moderna? Ecco che lo studio del gruppo di ricerca dell’Università Laval (Canada) dimostra la falsità di questo stigma sociale.

La ricerca

Negli ultimi 40 anni, i cambiamenti nell’ambiente alimentare hanno indubbiamente contribuito al rapido aumento dell’Indice medio di Massa Corporea (IMC) in quasi tutti i Paesi, a causa dell’influenza che l’ambiente stesso ha avuto sui nostri comportamenti alimentari. È così che i ricercatori dell’Università Laval (Canada), hanno ritenuto che l’identificazione dei determinanti genetici e biologici del peso corporeo fosse di fondamentale importanza dal punto di vista evolutivo e della salute pubblica (Gagnon et al., 2023). Tuttavia, diverse evidenze suggeriscono che i fattori genetici hanno plasmato la risposta individuale all’ambiente obesogeno. Studi su gemelli e famiglie, infatti, hanno rivelato che le variazioni genetiche possono spiegare il 50-75% della varianza dell’Indice di Massa Corporea.

 Su questi dati, quindi, i ricercatori si sono proposti di determinare se le varianti genetiche legate all’Indice di Massa Corporea potessero essere mappate sulle proteine cerebrali. È stato così esaminato il genoma di 800 mila persone. Il team di ricerca si è concentrato, grazie all’uso di tecniche di proteomica (tecniche specifiche per lo studio delle proteine cerebrali) sulla corteccia prefrontale dorsolaterale, sede del cervello coinvolta all’interno dei processi di fame e sazietà.

I risultati della ricerca

Grazie alle tecniche di proteomica, sono stati identificati circa 60 geni attivi nella corteccia prefrontale dorsolaterale, geni che contribuiscono ad influenzare la nostra massa corporea. Essi, quindi, potrebbero svolgere la funzione di controllo dell’Indice di Massa Corporea umano tramite la loro espressione in quella specifica parte del cervello sopracitata.

Questi risultati evidenziano quindi il ruolo fondamentale dei geni nella regolazione del peso corporeo, permettendoci anche di dare una spiegazione alla variazione significativa dell’Indice di Massa Corporea da persona a persona.

Conclusioni

Questo studio dimostra come l’obesità e/o i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione non siano necessariamente la conseguenza di comportamenti volontari e quindi di scelte consapevoli dell’individuo che ne è affetto. Il nostro DNA, infatti, risulta essere determinante in maniera parziale (o anche completa) nella quantità di grasso corporeo che ognuno di noi possiede. Nonostante ciò, ci sono situazioni in cui questa espressione genetica è celata da alterazioni comportamentali individuali tipiche dei disturbi alimentari, come le perdite di controllo sul cibo, che rendono così difficile la comprensione di questo fenomeno. Esisterebbe quindi una differenza, sebbene non sempre evidente, tra “responsabilità” e “costituzione genetica” individuale. Dati questi risultati, la scienza riuscirà ad abbattere lo stigma esistente nei confronti di queste patologie?

 

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