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Versetti ironici contro l’ansia (2021) di Fabio Santa Maria – Recensione

"Versetti ironici contro l’ansia" raccoglie un insieme di racconti sull'ansia per sdrammatizzare e sentirsi meno soli nel gestirla

Di Annamaria Nuzzo

Pubblicato il 22 Mar. 2023

Aggiornato il 29 Mar. 2023 15:20

“Versetti ironici contro l’ansia” è una raccolta fresca e scorrevole di versetti spiritosi e sagaci, composti da un ansioso e rivolti a un pubblico di ansiosi o di loro amici, frequentatori e compagni, in cui Fabio Santa Maria si fa portavoce delle disavventure dei tantissimi ansiosi che popolano il mondo contemporaneo.

 Inizialmente concepito come un quaderno in cui annotare i piccoli traguardi quotidiani, le strategie, i sogni e i pensieri, su indicazione dello psicologo di Santa Maria, ben presto questo “diario ansioso” si è trasformato in una raccolta di piccoli brani e racconti ironici per affrontare l’ansia, sdrammatizzare, accettarsi e sentirsi meno soli.

Nell’introduzione ansiosa, l’autore stesso chiarisce l’origine del nome attribuito alla sua opera:

Ma perché proprio versetti?

Perché sono corti e così non stressano. Versetti nel senso di “piccoli versi”, nel senso che faccio il verso all’ansia, la prendo in giro, disegno la caricatura di me stesso: il tipico ansioso medio. Poi “versetti” suona biblico, quasi apocalittico, e l’ansia si spaventa. (p. V)

“Tutti insieme ansiosamente”

Ma in media quante persone soffrono di disturbi d’ansia?

In uno dei primi racconti, è lo stesso autore a rispondere a questa domanda, colto dalla curiosità di conoscere la portata numerica di questo fenomeno e combattere un diffuso senso di solitudine e inadeguatezza: solo in Italia, si parla di 3 milioni di persone che soffrono di disturbi d’ansia, e alcuni studi riportano che il 79% della popolazione avrebbe avuto almeno una crisi d’ansia, attacco di panico o sperimentato i sintomi tipici di questa condizione.

D’altronde, risultano numerosi anche i personaggi famosi, realizzati ed eccelsi, che hanno solcato i mari dell’ansia: da Woody Allen a Carlo Verdone, da Pavarotti a Federica Pellegrini.

Aneddoti e origini dell’ansia

L’ansia ha una tale faccia tosta da riuscire a superare i limiti della stessa persona ansiosa in cui abita. È come se volesse tracimare, traboccare, invadere lo spazio altrui… (p.57)

L’autore definisce la sua ansia, facendo uso delle potenze: un’ansia al cubo, elevata alla terza, per indicare la sua genesi che affonda le radici in altri vissuti d’ansia, tutti logicamente connessi tra loro, ma esistenti soltanto nella sfera del possibile, in quanto semplici ipotesi.

Si interroga sul primo incontro con la sua ansia, pur consapevole dell’origine multifattoriale di questa condizione –dai fattori genetici, alle problematiche familiari a caratteristiche di personalità–, e riesce a scovare il momento zero: il suo battesimo dell’ansia.

 Aveva circa quattro anni, stava giocando al parco con altri bambini mentre la madre lo aspettava e osservava insieme ad altri genitori, quando improvvisamente si accorse di avere una scarpa slacciata e in preda al panico corse dalla madre, che prontamente allacciò le stringhe. Peccato che sorse un altro problema: la scarpa appena allacciata risultava molto più stretta e scomoda dell’altra, tanto da rendere al piccolo Santa Maria difficile camminare. Ebbe così inizio la sua prima ruminazione mentale ansiosa: meglio allentare la scarpa appena allacciata o stringere la vecchia? Aspettare che qualcuno risolvi la situazione o restare fermi, bloccati da una sensazione di disagio e impotenza?

Nel corso della raccolta, Santa Maria propone una serie di spiritosi aneddoti autobiografici, simili alla storia delle scarpe, tutti accomunati da una protagonista d’eccezione: l’ansia. Restare bloccati in ascensore, fare benzina al self-service, fronteggiare gli innumerevoli inviti al bar a prendere un caffè –nota sostanza eccitante e quindi ansiogena–, distinguere gli effetti di un innamoramento imprevisto dalla pervasività dell’ansia, e tanti altri ancora.

Particolarmente spassoso il dialogo che Santa Maria instaura con la sua ansia, come se formassero una vecchia coppia di coniugi:

Cara ansia, oggi avrei un impegno. Dai, non te la prendere, guarda che non scappo! Te lo dico col cuore: sei parte della mia vita. Anzi, ormai dovresti aver capito bene che ti ho riservato un bel posto in prima fila, che sei importante, che non potrei più vivere senza di te. Però oggi avrei bisogno di stare un po’ da solo (p.5).

Istruzioni per l’uso

“Versetti ironici contro l’ansia” è un’opera fresca e sincera, dalla lettura scorrevole e l’immedesimazione semplice e immediata, consigliata a tutti coloro che navigano o hanno navigato, almeno una volta, nei mari sconfinati dell’ansia.

In conclusione, citando i consigli di lettura dell’autore stesso: è possibile divorare l’intera opera in una serata, oppure centellinare i versetti, ad uno ad uno, lasciando che si sciolgano lentamente sotto la lingua e cercando di coglierne le sottili sfumature; è possibile vagare ansiosi tra un versetto e l’altro, alla ricerca spasmodica di quello che possa fare al caso proprio, oppure leggerli tutti d’un fiato, con l’ansia di perderne anche solo uno.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Santa Maria, F. (2021). Versetti ironici contro l’ansia. Incipit23.
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