expand_lessAPRI WIDGET

Psicologia degli atteggiamenti (2022) di Maio, Haddock e Verplanke – Recensione

"Psicologia degli atteggiamenti" ripercorre l’evoluzione delle tecniche di misurazione degli atteggiamenti, implicite ed esplicite, mettendole a confronto

Di Chiara D`Agnese

Pubblicato il 27 Mar. 2023

Il libro “Psicologia degli atteggiamenti” ripercorre le principali teorie di formazione e cambiamento degli atteggiamenti, dalla costituzione della definizione attuale, all’influenza delle componenti cognitiva, emotiva, linguistica e comportamentale sullo sviluppo degli attuali modelli.

Capire cosa sono veramente gli atteggiamenti e perché sono importanti

 Quante volte abbiamo esordito dicendo “Hai un brutto atteggiamento!”. Ma cosa si intende veramente con il termine atteggiamento? Nel tempo le definizioni che si sono susseguite sono diverse, ma tutte hanno sempre enfatizzato la componente valutativa del giudizio su un oggetto, per cui ad oggi un atteggiamento è una “Valutazione complessiva, con valenza positiva, negativa o neutra, su un oggetto, che può basarsi su informazioni cognitive, affettive e comportamentali e che presenta o meno, una stabilità nel tempo che ne determina la forza di resistere ai tentativi di persuasione” (Eagly & Chaiken, 1993, 1998; Petty & Krosnick, 1995).

Ad esempio, potremmo avere una certa reticenza (valenza negativa) ad assaggiare cibi come i broccoli, nonostante i nostri nonni o genitori attuano da anni messaggi persuasivi per convincerci ad assaggiarli (forza elevata che resiste alla persuasione). Qualcun altro invece, sebbene non gradisca molto i broccoli, li mangerà ugualmente, seppur di rado (minor forza).

Conoscere gli atteggiamenti, ma soprattutto la loro funzione, diventa così importante per comprendere quali possono considerarsi forti, e quindi resistenti al cambiamento, e quando invece è possibile modificarli e plasmarli, predicendo il comportamento che ne consegue.

Il libro “Psicologia degli atteggiamenti” ripercorre le principali teorie di formazione e cambiamento degli atteggiamenti, dalla costituzione della definizione attuale, all’influenza delle componenti cognitiva, emotiva, linguistica e comportamentale sullo sviluppo degli attuali modelli, analizzando con accuratezza i possibili elementi che possono facilitare o inibire i messaggi persuasivi, inducendo al cambiamento degli atteggiamenti.

Conoscere le tre streghe degli atteggiamenti

Così come le tre streghe descritte da Shakespere in Macbeth, anche gli atteggiamenti sono composti da tre elementi interdipendenti, che interagiscono fra di loro: a) Contenuto (componente cognitiva, affettiva, comportamentale); b) Struttura (valenza positiva, negativa o neutra); c) Funzione.

Gli atteggiamenti possono soddisfare dei bisogni psicologici, sociali, di espressione di sé e dei propri valori, permettendo di orientarci all’interno dell’ambiente sociale ed instaurare delle relazioni con le persone con cui ci sentiamo più affini. Possono svolgere anche una funzione ego-difensiva, attivandosi quando l’individuo deve proteggere la propria autostima, o valutativa, permettendo agli atteggiamenti di orientare più velocemente e semplicemente i giudizi, risparmiando “energia”.

Scoprire come si misurano gli atteggiamenti, quando predicono i comportamenti e come è possibile cambiarli

 Non sempre ciò che dichiariamo, corrisponde al reale atteggiamento verso un determinato oggetto. Ne è esempio un famoso studio condotto da Richard LePiere (1934) nel 1934 negli Stati Uniti d’America, in un periodo in cui vi era un forte pregiudizio anti-asiatico. LePiere, insieme ad una coppia di amici cinesi soggiornò in alberghi e ristoranti. Solo una struttura su 250 si rifiutò di servirli ed accoglierli. Dopo il viaggio LaPiere spedì una lettera a ciascun albergo/ristorante chiedendo se ospitassero una coppia di cinesi, il 90% delle risposte fu negativa. Sebbene le lacune metodologiche, la ricerca è stata considerata interessante in quanto aprì una riflessione su quanto in gli atteggiamenti si potessero considerare predittivi del comportamento e come non sempre la misurazione esplicita attraverso survey e questionari, sia efficace per rilevare il corretto atteggiamento. Nascono così le tecniche implicite, cioè le misure degli atteggiamenti che non richiedono al soggetto di riportare in maniera diretta la sua valutazione su un oggetto.

G.R. Maio, G. Haddock e B. Verplanke, all’interno del libro “Psicologia degli atteggiamenti” ripercorrono l’evoluzione delle tecniche di misurazione degli atteggiamenti, sia implicite che esplicite, mettendone a confronto i vantaggi, le implicazioni ed i limiti. L’obiettivo è rendere il lettore consapevole degli strumenti messi a disposizione dagli studi scientifici e dell’ambito di applicazione degli stessi.

Comprendere gli atteggiamenti ha quindi un risvolto pratico nella vita di tutti i giorni. Ad esempio, la maggior parte delle persone che leggeranno questo articolo auspicano ad uno stile di vita sano, a ridurre l’impatto del climate change, ma perché nella quotidianità è difficile fare costantemente esercizio fisico, o utilizzare meno l’auto?

Il libro illustra chiaramente gli elementi fondamentali per comprendere le implicazioni pratiche degli atteggiamenti a partire dalla politica, all’area sanitaria, al marketing o alla sostenibilità, ricostruendo con precisione i contributi scientifici.

Con questo obiettivo, i capitoli sono arricchiti con dei box, dedicati ad argomenti di ricerca che trovano un riscontro pratico nella vita di tutti i giorni, associati ai concetti chiave riscontati all’interno della lettura.

Il lettore è stimolato alla riflessione grazie a delle domande presenti all’inizio di ciascun capitolo, cosicché possa ricondurre i modelli e le teorie agli ambiti di applicazione concreti.

Un’ottima lettura per chiunque voglia approfondire che cosa sono e come possono modificarsi gli atteggiamenti, come orientano il nostro comportamento ed essere consapevoli degli elementi di influenza e dei messaggi persuasivi.

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • LaPiere, R. T. (1934). Attitudes vs. Actions. Social Forces, 13(2), 230–237. https://doi.org/10.2307/2570339
  • Krosnick, J. A., & Petty, R. E. (1995). Attitude strength: An overview. In R. E. Petty & J. A. Krosnick (Eds.), Attitude strength: Antecedents and consequences (pp. 1–24). Lawrence Erlbaum Associates, Inc.
  • Eagly, A. & Chaiken, S. (1993). The psychology of attitudes. Fort Worth, TX: Harcourt Brace Jovanovich
  • Eagly, A.H., & Chaiken, S. (1998). Attitude structure and function. In In D.T. Gilbert., S.T. Fiske., & G. Lindzey (Eds.), The handbook of social psychology (pp. 269-322). New York : McGraw Hill.
  • Maio, G.R., Haddock G. e Verplanke B. (2022). Psicologia delle atteggiamenti. EDRA.
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Psicologia sociale: l’importanza degli atteggiamenti nelle interazioni
“Quante realtà esistono? Una, nessuna o centomila?” L’importanza degli atteggiamenti secondo la psicologia sociale

Secondo la psicologia sociale, il rapporto tra individui e società si può comprendere studiando gli atteggiamenti e l’influenza reciproca tra persone

ARTICOLI CORRELATI
Come e perché le amicizie finiscono

Riguardo ai fattori e alle condotte determinanti la rottura delle amicizie in età adulta, la letteratura sembra essere alquanto sprovvista di ricerche

È tutto normale. L’altra faccia della normalizzazione

La normalizzazione può portare ad una maggiore inclusività ma anche alla desensibilizzazione. Come contrastare i rischi?

cancel