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Adolescenti e abuso di sostanze: fattori di rischio e fattori protettivi

Nawi et al. (2021) hanno individuato tre domini principali implicati nell'uso di sostanze in adolescenza: fattori individuali, familiari e comunitari

Di Francesca Naldi

Pubblicato il 17 Feb. 2023

Aggiornato il 20 Feb. 2023 12:22

Quali sono gli attuali fattori di rischio e i fattori protettivi per gli adolescenti relativi all’abuso di sostanze? Nawi e colleghi (2021) li hanno classificati in tre domini principali: fattori individuali, fattori familiari e fattori comunitari.

 

 L’adolescenza, periodo dedito alla sperimentazione, alla curiosità, alla suscettibilità alla pressione dei pari, alla ribellione contro l’autorità e alla scarsa autostima, rende i suoi protagonisti il gruppo di persone più a rischio di sviluppare una tossicodipendenza (Luikinga et al., 2018). Ma quali sono gli attuali fattori di rischio e protettivi tra gli adolescenti per quanto riguarda il coinvolgimento nell’abuso di sostanze? La revisione della letteratura operata da Nawi e colleghi (2021) li ha classificati in tre domini principali: fattori individuali, fattori familiari e fattori comunitari.

Fattori individuali

Chuang e colleghi (2017) hanno riscontrato che gli adolescenti con alti tratti di impulsività presentano un’associazione positiva con la tossicodipendenza: è stato osservato che l’impulsività può essere un fattore di rischio indipendente che aumenta le probabilità da due a quattro volte di fare uso di qualsiasi droga.

In un altro studio longitudinale (Guttmannova et al., 2019) è emerso che la ribellione è associata positivamente all’abuso di marijuana. In particolare, lo studio ha esaminato 2002 adolescenti e ha rilevato che la percezione della droga come innocua può essere un fattore di rischio che può predire un futuro abuso di marijuana. Tale risultato è in linea con il gruppo di El Kazdouh e colleghi (2018), secondo cui gli individui contrari all’uso di sostanze e con un forte desiderio di preservare la propria salute avevano maggiori probabilità di essere protetti dal coinvolgimento nell’abuso di droga.

È stato inoltre stabilito che alcuni tratti individuali fungono da fattori protettivi per la tossicodipendenza.

Wilson e colleghi (2017), in uno studio che ha coinvolto 112 giovani sottoposti a trattamento di disintossicazione per abuso di oppioidi, hanno rilevato che la maggior parte degli intervistati aveva difficoltà a regolare le proprie emozioni. Al contrario, è emerso che alti livelli di tratti mindful portano a una progressione più lenta verso l’abuso di droghe iniettabili.

Uno altro studio (Dorard et al., 2017) condotto su giovani in trattamento ambulatoriale ha rilevato che gli adolescenti coinvolti nell’abuso di cannabis presentavano tratti significativi di alessitima; mentre Marin e colleghi (2019) hanno osservato che i giovani con un tratto di ottimismo avevano meno probabilità di fare uso di sostanze.

Infine, le caratteristiche associabili a fobia sociale hanno presentato un’associazione negativa con il consumo di marijuana (Khoddam et al., 2016).

Fattori familiari

Gli studi epigenetici sono considerati importanti, in quanto possono fornire un buon quadro dei potenziali fattori prenatali che possono essere coinvolti in una fase più precoce. Il consumo di tabacco e alcol da parte di madri in gravidanza risulta avere un legame con l’abuso di sostanze da parte degli adolescenti (Osborne et al., 2020).

Una storia di maltrattamento ha mostrato avere un’associazione positiva con la tossicodipendenza, e una spiegazione plausibile di questo legame potrebbe risiedere negli effetti indiretti dello stress post-traumatico che porta all’uso di sostanze. Infatti, nello studio di Longman-Mills et al. (2015) sono state trovate variabili latenti significative che spiegavano l’abuso di droghe, ovvero il maltrattamento fisico cronico e il maltrattamento psicologico cronico.

 Luk e colleghi (2017) hanno esaminato gli effetti mediatori dello stile genitoriale sull’abuso di sostanze e hanno osservato che il controllo psicologico materno è una variabile significativa. Ma laddove i fattori materni si sono dimostrati fattori di rischio, è emerso che i padri con una buona consapevolezza avevano maggiori probabilità di proteggere i figli adolescenti dall’abuso di droghe.

Un ulteriore fattore di rischio indiretto verso l’uso di droghe da parte dei giovani è stato rilevato nello studio di Ogunsola (2016) in cui il basso livello di istruzione dei genitori ha predetto un rischio maggiore di abuso da parte dei figli, riducendo la percezione del danno da parte dei giovani. Anche la negligenza dei genitori potrebbe contribuire a questo problema.

Fattori comunitari

Lo studio di Li et al. (2017) ha mostrato un’associazione positiva tra l’abuso di sostanze da parte degli adolescenti e i coetanei che ne fanno uso. Anche l’impatto della disponibilità e l’impegno in attività strutturate e non strutturate giocano un ruolo nel consumo di sostanze, tanto che gli adolescenti che percepivano un’elevata disponibilità di droghe nel loro quartiere avevano maggiori probabilità di aumentare il consumo di marijuana nel tempo (Schleimer, 2019). Poiché sempre più persone fanno uso di sostanze, i giovani possono inevitabilmente percepire questo atto come una norma accettabile, scevra da conseguenze dannose (Cioffredi et al., 2021).

Per quanto concerne i fattori protettivi, forti credenze religiose integrate nella società rappresentano un elemento cruciale che può impedire agli adolescenti di fare uso di sostanze. Inoltre, anche il legame con la scuola e il sostegno degli adulti giocano un ruolo importante nel consumo di droga (Dash et al., 2020).

I risultati di questa revisione suggeriscono una complessa interazione tra una moltitudine di fattori che influenzano il comportamento da abuso di sostanze da parte degli adolescenti. Pertanto, il successo rispetto ai programmi di prevenzione da parte degli adolescenti richiederà un ampio lavoro su tutti i livelli.

 

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