La fibromialgia è stata oggetto di ogni declinazione possibile, da una malattia autoimmune a una malattia infettiva o somatica. Esisterebbe un’alta prevalenza di disturbo da stress post-traumatico (PTSD) tra i pazienti con fibromialgia e, quando entrambi sono concomitanti, è stato dimostrato un aumento della gravità dei sintomi di entrambi i disturbi.
Introduzione
Non esiste prova alcuna che la fibromialgia sia autoimmune o infettiva, ma la sua diffusa inclusione in queste categorie e il fatto che sia comunemente valutata e trattata dai reumatologi la rende una sindrome ideale per la discussione in un’ampia varietà di campi clinici. Anche se è stata conosciuta sotto una moltitudine di nomi per almeno un secolo, quella che ora è designata come fibromialgia o sindrome fibromialgica (FMS) non ha ricevuto la sua prima descrizione clinica dettagliata fino al 1990, momento in cui furono prese in considerazione diverse variabili sintomatologiche, tra i quali disturbi del sonno, affaticamento, rigidità mattutina, ansia, sindrome dell’intestino irritabile, mal di testa, depressione pregressa, parestesie e dolore in generale. Tuttavia, i criteri che meglio distinguevano la sindrome fibromialgica da altri disturbi reumatologici e dolorosi erano la presenza di dolore cronico diffuso e 11 dei 18 punti specifici di “tender points”, ovvero precisi punti del corpo la cui pressione provoca particolarmente dolore (Borchers & Gershwin, 2015).
Fibromialgia e PTSD
Esisterebbe un’alta prevalenza di disturbo da stress post-traumatico (PTSD) tra i pazienti con fibromialgia e, quando entrambi sono concomitanti, è stato dimostrato un aumento della gravità dei sintomi di entrambi i disturbi. I polimorfismi nei geni associati alla dopamina, così come la disregolazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) che porta alla secrezione di cortisolo legata a precedenti eventi traumatici, sono stati indicati sia nel PTSD e sia nella fibromialgia (Yavne et al., 2018). Dato il substrato biologico potenzialmente condiviso, sembra plausibile che la relazione tra fibromialgia e PTSD sia bidirezionale; il dolore può servire come stimolo traumatico per lo sviluppo del PTSD, e l’iperarousal, l’intolleranza allo stress e l’attenzione selettiva tipica del PTSD possono esacerbare il dolore. Sembra dunque che il PTSD e la fibromialgia siano due disturbi in comorbidità con meccanismi eziologici condivisi che possono svilupparsi in popolazioni vulnerabili dopo l’esposizione al trauma (Roy-Byrne et al., 2004).
Fibromialgia e disturbi somatoformi
La domanda principale è perché, dopo eventi o esperienze traumatiche, alcuni pazienti sviluppano problemi somatici, mentre altri manifestano disturbi psichiatrici. Da un punto di vista clinico ed esistenziale, si può dire che il “dolore” dei pazienti PTSD sia legato al rivivere il trauma. Vivere con il trauma e il dolore senza che ci sia una significativa diminuzione nel tempo, è parte integrante della disabilità e della sofferenza di questi pazienti. Non è inconcepibile che il dolore emotivo possa essere trasmutato o convertito in dolore fisico, soprattutto perché i sintomi fisici sono socioculturalmente più accettabili dei sintomi mentali ed emotivi. I disturbi somatici dei pazienti con fibromialgia possono essere in parte un meccanismo adattativo secondario di evitamento, modellato da fattori post-traumatici. Può anche darsi che questi disturbi somatici e la persistenza di molteplici sintomi fisici inspiegabili sia nella fibromialgia che nei pazienti con PTSD possano essere un fenomeno simile ai disturbi somatoformi. Invero, sono state riportate associazioni tra trauma/PTSD e disturbi somatoformi, e tra disturbi somatoformi e fibromialgia. A livello psicofisiologico, questa associazione è interessante: può essere possibile che i risultati implichino non una mera comorbidità, ma che la fibromialgia rappresenti un’espressione fisica dell’agitazione psicologica/fisiologica del PTSD, cioè una forma somatizzata di PTSD (Cohen et al., 2002). Il dolore cronico e il PTSD sono condizioni che si mantengono reciprocamente, ed esistono diversi percorsi attraverso i quali entrambi i disturbi possono essere coinvolti nell’escalation dei sintomi dopo il trauma (Peres et al., 2009). Secondo la letteratura, i pazienti con fibromialgia riportano livelli significativamente più alti di varie forme di trauma rispetto ai pazienti con altri tipi di dolore cronico e, in modo particolare, sono stati riscontrati alti tassi di traumi infantili e anomalie neuroendocrine. Uno studio ha mostrato che le donne con fibromialgia hanno maggiori probabilità di riferire una storia di abuso sessuale e/o fisico rispetto alle donne senza fibromialgia, e che lo stress cronico sotto forma di PTSD può mediare la relazione tra storia di abuso e fibromialgia (Ciccone et al., 2005).
Fibromialgia e ipocortisolismo
La ricerca sui possibili fattori di mediazione nel collegare la psiche al soma si è spesso concentrata sull’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) (Cleare, 2004). L’asse HPA svolge un ruolo fondamentale nelle risposte adattive allo stress. L’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), ha un conseguente aumento della secrezione di cortisolo dalle ghiandole surrenali. L’associazione tra stress e aumento della secrezione di cortisolo si è consolidata negli ultimi decenni a tal punto che stress e aumento della secrezione di cortisolo sono diventati semplicemente sinonimi in letteratura e, inoltre, la presenza di ipersecrezione di cortisolo è stata utilizzata per definire gli stati di stress. In una notevole serie di studi, tuttavia, è stato descritto in modo più evidente il fenomeno dell’ipocortisolismo per i pazienti che hanno vissuto un evento traumatico e successivamente hanno sviluppato un disturbo da stress post-traumatico. Più recentemente, l’ipocortisolismo è stato riportato anche in pazienti che soffrono di disturbi corporei, come la sindrome da burnout con disturbi fisici, la sindrome da fatica cronica, la fibromialgia, il dolore pelvico cronico e l’asma. I risultati di alcune ricerche riguardanti l’ipocortisolismo nei disturbi corporei hanno portato ad affermare che l’ipocortisolismo può essere un fattore rilevante nella patogenesi di questa gamma di disturbi, in quanto una mancanza di disponibilità di cortisolo può promuovere una maggiore vulnerabilità ai disturbi corporei, come disturbi autoimmuni, infiammazioni, dolore cronico, asma e allergie (Heim et al., 2000). Ciò funge da cartina tornasole per affermare che i disturbi corporei come la fibromialgia possono rappresentare una famiglia di disturbi legati allo stress con antecedenti psicologici e caratteristiche endocrine simili.
Se l’ipocortisolismo dovesse rivelarsi un mediatore neurobiologico tra lo stress e la manifestazione dei disturbi fisici, questo modello fisiopatologico potrebbe aprire nuove strade per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento dei classici disturbi psicosomatici.