Un numero crescente di studi ha messo in luce una significativa co-occorrenza tra consumo continuativo di cannabis e depressione.
In particolare l’associazione tra consumo di cannabis e depressione è risultata essere più alta nella popolazione maschile in età adolescenziale e durante la prima età adulta, mentre nella popolazione femminile tale associazione risulta più alta durante la mezza età (Aspis et al., 2015).
Quale rapporto tra cannabis e depressione?
Diversi studi condotti su tale relazione suggeriscono come l’uso prolungato di cannabis potrebbe portare all’insorgenza di una più grave sintomatologia depressiva; tuttavia, esistono anche numerose evidenze in ambito scientifico che mostrano un’associazione di tipo inverso: soffrire di depressione potrebbe portare l’individuo ad iniziare ad assumere cannabis o ad aumentarne il consumo (Walsh et al., 2017).
Un ulteriore filone di ricerche si è concentrato sulla presenza di una potenziale correlazione genetica che contribuirebbe alla comorbilità tra dipendenza da cannabis e depressione maggiore: in particolare è stato ipotizzato che la serotonina (5-HT) fungerebbe da mediatore in questa associazione, ipotesi supportata dal fatto che esistono varie prove della presenza di alleli di rischio specifici per la dipendenza da cannabis (Danielsson et al., 2016).
La cannabis ha effetto sui sintomi depressivi?
Ma l’utilizzo della cannabis avrebbe davvero degli effetti positivi sui sintomi depressivi? Sono stati svolti diversi studi a riguardo, alcuni in particolare si sono concentrati sull’osservazione e il monitoraggio a lungo termine dell’evoluzione della depressione e del consumo di cannabis, non trovando di fatto alcun effetto positivo derivante dal consumo della sostanza (Otten et al., 2013).Eppure studi recenti hanno mostrato l’esistenza di prove precliniche riguardo all’alterazione del sistema endocannabinoide, che potrebbe potenzialmente giovare ai pazienti affetti da depressione.
Tuttavia, se si considera la letteratura attuale, lo studio dell’uso della cannabis come antidepressivo, risulta essere in una fase iniziale di approfondimento. (Amato et al., 2017).
Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), attivati dall’uso della cannabis, sono risultati essere efficaci nel ridurre i sintomi depressivi o i tassi di uso di sostanze negli adolescenti; l’effetto di questi inibitori non è validato scientificamente se si considera il trattamento simultaneo di depressione e uso di sostanze (M. Borget et al., 2013).
In conclusione, nonostante le limitazioni metodologiche, la ricerca degli ultimi decenni ha ampliato le nostre conoscenze sull’associazione tra uso di cannabis e depressione da prospettive epidemiologiche, neurologiche, genetiche e farmacologiche, sebbene ulteriori studi e approfondimenti restino auspicabili.