Leggendo il libro “Storia della criminologia e dei metodi investigativi” scoprirete in che modo religione, psicologia, sociologia e medicina abbiano provato a dare delle risposte, alcune delle quali oggi, come la fisiognomica, sono fortunatamente superate.
Il tentativo di comprendere cosa induca l’uomo a commettere crimini di ogni genere ha sempre rappresentato una sfida all’intelligenza. […] Oggi le scienze criminologiche sono orientate verso un’attribuzione multifattoriale all’origine del crimine, che prende in considerazione le relazioni tra corpo, psiche, natura e cultura.
“Qual è l’origine del Male?” si chiede l’Uomo dall’alba dei tempi. La nascita della criminologia affonda le proprie radici nel primo omicidio commesso nella storia dell’Umanità; che sia Caino che uccide Abele (Genesi, 4,8) o un ominide del Pleistocene che fracassa la testa a un suo simile (Carbonell et al., 1995), è da quel momento che abbiamo cominciato a domandarci: Chi è stato? E perché lo ha fatto?
La figura dell’investigatore ha da sempre il suo fascino: da Sherlock Holmes, che Conan Doyle dovette resuscitare dopo le proteste dei suoi lettori, alla signora Fletcher, la detective amatoriale più prolifica (cit. Guinness World Records) che da oltre 30 anni domina incontrastata il palinsesto prandiale. Per non parlare della figura del criminologo: con “Il silenzio degli innocenti” (1991) è amore a prima vista per il profiling, mentre negli anni 2000 i criminologi raggiungono l’apice della notorietà grazie al proliferare di serie tv come C.S.I., NCIS e Criminal Minds. Tutti vogliono iscriversi a criminologia, tutti sognano un posto al RIS di Parma, i giurati hanno grandi aspettative nei confronti delle prove scientifiche presentate in un processo (D.E. Shelton et Al., 2009) e i criminali pare prendano appunti su come farla franca. Sembrano essersi dimenticati che in tv tutto…beh…è alquanto romanzato.
Che cosa sia davvero la criminologia lo racconta bene Massimo Centini nel libro “Storia della criminologia e dei metodi investigativi”, che, senza la pretesa di essere esaustivo, ma con il merito di incuriosire il lettore, confeziona un libro divulgativo che ripercorre le tappe principali dello sviluppo della scienza del crimine.
L’autore illustra come nel corso dei secoli, nel tentativo di prevenire i reati, si sia cercato di rispondere a interrogativi quali: Chi è l’autore di un crimine? Quali sono le sue caratteristiche psichiche e fisiche? Quali circostanze, motivazioni e comportamenti portano a commettere un crimine? Chi commette un crimine lo fa mosso dal libero arbitrio oppure è predestinato a commetterlo? Quale ruolo giocano i fattori biologici, psicologici e sociali?
Leggendo il libro scoprirete in che modo religione, psicologia, sociologia e medicina abbiano provato a dare delle risposte, alcune delle quali oggi, come la fisiognomica, sono fortunatamente superate (se avete il naso storto ringrazierete che l’antropologia criminale sia andata in pensione: Lombroso vi avrebbe etichettato delinquenti nati).
La seconda parte del testo è invece dedicata al contributo dato da scienza e tecnologia alla ricerca della verità: la versione realistica di C.S.I.. Qui Centini spiega come si analizza la scena del crimine, racconta la nascita della medicina legale, illustra il contributo dell’antropometria e della fotografia alle indagini, la svolta data dall’analisi delle impronte digitali e del DNA, l’introduzione di algoritmi per valutare i reati e tanto altro.
Infine, non può mancare, ovviamente, una sezione dedicata ai serial killer.
Il libro presenta tanti argomenti interessanti, ma, non essendo il testo un manuale, la maggior parte dei temi sono trattati in modo poco approfondito. Il risultato è che giunti all’ultima pagina si ha una gran voglia di saperne di più, il che per un libro divulgativo è un pregio. Se siete appassionati di criminologia apprezzerete in particolare gli aspetti storici e gli aneddoti riportati; se invece siete alle prime armi, “Storia della criminologia e dei metodi investigativi” è un buon punto di partenza per approcciare alla criminologia e lasciarsi affascinare dai personaggi che, nel corso dei secoli, hanno cercato di capire cosa induca l’uomo a commettere crimini di ogni genere. Hobbes direbbe Homo homini lupus, ma la criminologia contemporanea, che oggi sposa l’origine multifattoriale del comportamento criminale, non sembra essere tanto d’accordo.