Le neurotecnologie possono essere strumenti utili per migliorare il benessere di contesti specifici, come quello aziendale e organizzativo.
La Rivoluzione digitale ha modificato non solo il nostro modo di vivere, fornendoci strumenti sempre più all’avanguardia, ma questi strumenti possono essere utilizzati anche in pratiche specialistiche, come la riabilitazione neuropsicologica. Quando si parla di riabilitazione neuropsicologica (Umphred & Lazaro, 2012) si fa generalmente riferimento a terapie o interventi che mirano a favorire un recupero, parziale o totale, di funzioni cognitive compromesse (Barnes, 2003) o ad aiutare il paziente nel compensare i deficit attraverso strategie adeguate (Carr & Shepherd, 2010).
Partendo da questa definizione, il presente contributo mira a comprendere come le neurotecnologie possono essere strumenti utili anche in assenza di una compromissione ed essere dei potenti mezzi per migliorare il benessere di contesti specifici, come quello aziendale e organizzativo. Un esempio efficace di neurotecnologia sono le lenti prismatiche (Di Garbo et al., 2015), dispositivi che si fondano sull’idea di terapia digitale. Nel loro funzionamento, le lenti diventano un artefatto di mediazione per “trasportare” la persona all’interno di Serious Game, dei giochi seri che incrementano specifiche funzioni cognitive, come la memoria, il linguaggio e l’attenzione. Attraverso il gioco, quindi, procedendo per livelli, corrispondenti a degli obiettivi terapeutici, la persona impara divertendosi.
Neurotecnologie in azienda
Questo principio dell’imparare divertendosi può essere molto efficace anche in contesti in cui non si hanno necessariamente intenti riabilitativi, come quello aziendale. Proporre un intervento con neurotecnologie in azienda rientra nelle strategie di potenziamento e, di conseguenza, di miglioramento del benessere delle Risorse Umane. Nello specifico, il potenziamento delle Risorse Umane non può essere definito in termini assolutistici come “l’essere in continua evoluzione” (Arya e Tandon, 1998). Ad oggi, quando si parla di potenziamento, si fa riferimento “al conferimento o al raggiungimento di un livello notevolmente più elevato, soprattutto per quanto riguarda l’efficienza e la produttività” (Bothma, 2012).
In questo panorama, infatti, tramite le neurotecnologie, come le lenti prismatiche, si possono progettare interventi basati sull’ascolto dei bisogni dell’organizzazione e delle singole Risorse Umane, pianificando sessioni orientate a questi bisogni e fornendo follow up individuali e reportistica aziendale. L’idea di fondo, infatti, dell’unione tra neurotecnologie e contesto aziendale è che, migliorando le potenzialità e il benessere delle Risorse Umane, si migliora anche il clima organizzativo.
Interventi concreti con le neurotecnologie in azienda possono essere orientati a diversi obiettivi. Si pensi, ad esempio, agli effetti della sindrome da long-COVID (Taribagil, Creer & Tahir, 2021) sulle Risorse Umane. Affaticamento persistente, mal di testa, brevi perdite di memoria, calo dell’attenzione incidono inevitabilmente sulla performance del lavoratore, impattando, in senso più ampio, sul clima aziendale o della singola business unit. Affiancare il lavoratore in un percorso di potenziamento delle facoltà cognitive in calo a causa del long-COVID con l’impiego di neurotecnologie, in maniera divertente, può essere una strategia efficace per migliorare il benessere individuale e aziendale, ma soprattutto per prendersi cura delle Risorse Umane.
Neurotecnologie e psicologi aziendali
In quest’ottica di potenziamento delle Risorse Umane attraverso le neurotecnologie, qual è il compito del team psicologico multidisciplinare? Gli psicologi, in qualità di consulenti aziendali, hanno il ruolo di facilitare i processi di potenziamento, mediando tra le organizzazioni e le singole Risorse Umane, ascoltando attivamente i bisogni. Conclusa la fase di analisi dei bisogni, è compito del neuropsicologo fornire delle soluzioni ad hoc, prospettando all’organizzazione diverse strategie di intervento tramite le neurotecnologie. Ad esempio, nel caso delle lenti prismatiche, è possibile potenziare in modo mirato le capacità attentive e di concentrazione dei dipendenti di un’azienda che devono svolgere attività ripetitive, che richiedono l’esecuzione monotona di determinate sequenze d’azione (come chi si occupa di selezionare prodotti al nastro trasportatore). In questo caso, allenare l’attenzione con lenti prismatiche e Serious Games permetterebbe di migliorare il livello di queste funzioni cognitive e, in seguito, di trasferire tali benefici nelle attività lavorative. La pianificazione delle varie opzioni in termini di obiettivi di potenziamento e di numero di sessioni consente, in conclusione, di fornire supporto alle Risorse Umane, attraverso colloqui di follow up e rilasciando alle organizzazioni una reportistica dettagliata sugli interventi effettuati e sulle possibilità di impatto sul clima aziendale.
Il team multidisciplinare composto dal neurospicologo e dallo psicologo del lavoro diventa, infine, un punto di riferimento importante per le aziende, in quanto, con la loro esperienza, da un lato, nell’utilizzo e nell’interpretazione dei risultati delle sessioni neurotecnologiche e, dall’altro, con la conoscenza dei processi aziendali, può supportare nel potenziamento individuale e organizzativo.