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Il disprezzo

Il disprezzo si manifesta con un atteggiamento negativo verso qualcuno o qualcosa che si ritiene inferiore, inutile o non meritevole di rispetto

Di Riccardo Fabbrini

Pubblicato il 21 Ott. 2022

Il disprezzo sembra avere un ruolo sociale, ovvero quello di cercare di unire in gruppo tutti coloro che provano disprezzo verso un determinato stimolo. È stato osservato che, più forte è la manifestazione del disprezzo, più è facile che venga riconosciuto e condiviso da altre persone (Roseman, 2018).

 

Introduzione al disprezzo

 Nonostante molti non conoscano con esattezza la definizione della parola disprezzo, è sicuramente una delle emozioni più facilmente riconoscibili in gran parte delle culture, per via delle modalità espressive (vocali, facciali e comportamentali) con cui la si manifesta, o per via della facilità nel riconoscere la situazione in cui occorre (Roseman, 2018). Infatti, nonostante sia oggetto di dibattito la sua appartenenza alla classe delle emozioni primarie, è indubbio che il disprezzo sia presente nella vita di tutti i giorni, e che accompagni l’essere umano fin dalla nascita. Può essere esperito sia nei confronti di persone che di oggetti.

Il disprezzo si manifesta con un atteggiamento negativo verso qualcuno o qualcosa che si ritiene inferiore, inutile o non meritevole di rispetto (Roseman, 2018). Come emozione, il disprezzo ha un insieme di componenti:

  • la componente fenomenologica, ovvero l’insieme di pensieri che hanno come contenuto l’inutilità della persona (o oggetto) e quanto essa sia rivoltante;
  • la componente fisiologica ed espressiva, che consiste nel restringimento delle labbra, con un lieve sollevamento dell’angolo in alto delle labbra, solamente da una parte del viso, spesso accompagnandosi a uno sguardo altezzoso;
  • la componente comportamentale, che si manifesta tramite frasi che hanno lo scopo di umiliare l’individuo o mancargli di rispetto, oppure trattarlo come inferiore.

Il disprezzo ha inoltre un obiettivo, ovvero una funzione, ed è quella di trasmettere il fatto di non voler avere nulla a che fare con l’oggetto (o stimolo) dell’emozione, e di avvisare le altre persone che quella persona è immeritevole e deve essere esclusa dal gruppo (Roseman, 2018).

Il disprezzo sembra quindi avere anche un ruolo sociale, ovvero quello di cercare di unire in gruppo tutti coloro che provano disprezzo verso un determinato stimolo (Roseman, 2018). È stato osservato (Roseman, 2018) che, più forte è la manifestazione del disprezzo, più è facile che venga riconosciuto e condiviso da altre persone.

Sono stati osservati due tipi di disprezzo (Roseman, 2018). La persona che prova disprezzo spesso ha un atteggiamento indifferente verso il bersaglio e le sue emozioni, e ciò serve a trasmettere che il target è insignificante e indegno di attenzione. Questo tipo di disprezzo è definito passivo. Il disprezzo attivo invece è l’insieme di comportamenti che l’individuo attua per far capire ad altri che il bersaglio è indegno e immeritevole di avere relazioni con gli altri.

Il disprezzo in diversi contesti

È possibile osservare il disprezzo, e le sue conseguenze, in diversi contesti (Roseman, 2018).

Un esempio potrebbe essere a scuola, dove il disprezzo verso un determinato gruppo etnico può portare a denigrazione, minacce, provocazioni, bullismo, violenza ed esclusione (Roseman, 2018).

 Un altro campo dove è possibile ritrovare il disprezzo è nelle relazioni sentimentali (Roseman, 2018). Katz e Gottman (1993) hanno osservato come frasi con contenuto sprezzante rivolte verso il partner fossero forti predittori di insoddisfazione relazionale e divorzio (Katz e Gottman, 1993).

Il disprezzo si può inoltre ritrovare nel contesto lavorativo, dove è possibile che il datore di lavoro provi disprezzo verso i dipendenti, o che siano i dipendenti stessi a provare disprezzo verso il datore di lavoro; inoltre, è possibile che il disprezzo sia anche diretto verso i clienti (Pelzer, 2005).

Il disprezzo si può anche osservare pure in campo politico, dove è facile che gli individui provino questa emozione verso coloro che votano o sostengono un partito politico opposto al proprio (Roseman, 2018).

Il disprezzo sembra quindi un’emozione con una funzione sociale specifica, ovvero segnalare all’altro che l’oggetto di tale emozione deve essere allontanato dal gruppo (Roseman, 2020). Tuttavia, il disprezzo, se non viene riconosciuto e adeguatamente gestito, può avere ripercussioni negative nella società, come violenza, pregiudizio, razzismo e guerre  (Roseman, 2020).

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Katz, L. F., & Gottman, J. M. (1993). Patterns of marital conflict predict children's internalizing and externalizing behaviors. Developmental psychology, 29(6), 940.
  • Pelzer, P. (2005). Essai: Contempt and organization: Present in practice—ignored by research?. Organization Studies, 26(8), 1217-1227.
  • Roseman, I. J. (2018). Rejecting the unworthy: The causes, components, and consequences of contempt. The moral psychology of contempt, 107-130.
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