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Cosa è il modello Triple-P?

Il Modello Triple P, o Positive Parenting Program, si propone di promuovere le relazioni positive all’interno della famiglia, tra genitori e figli

Di Elisa Rabarbari

Pubblicato il 23 Set. 2022

Il modello Triple P è stato sviluppato su più livelli, che si collocano su un continuum di intensità crescente, permettendo di rispondere alle diverse esigenze della famiglia con diversi livelli di supporto.

 

Il modello Triple P – Positive Parenting Program

 Il modello Triple P, che sta per Positive Parenting Program (programma per la genitorialità positiva), è stato sviluppato da Sanders e colleghi (2002) e prevede programmi evidence-based (ovvero basati sull’evidenza scientifica) sia di intervento specifico su particolari difficoltà, sia focalizzati sul concetto generale di genitorialità e per problematiche comuni nell’infanzia. Il programma mira al sostegno familiare e della genitorialità, alla promozione delle competenze sociali dei figli, e alla prevenzione dei disturbi comportamentali ed emotivi di livello grave nei bambini.

In particolare, il Positive Parenting Program si propone di promuovere le relazioni positive all’interno della famiglia, tra genitori e figli, e di aiutare i genitori nello sviluppo e nell’apprendimento di strategie di gestione efficaci per affrontare le problematiche comportamentali di sviluppo comuni. In questa ottica, un obiettivo è quello di aumentare il senso di competenza delle proprie capacità genitoriali, migliorando la comunicazione all’interno della coppia sulla genitorialità e riducendo lo stress genitoriale. L’ acquisizione di tali competenze specifiche può permettere una migliore comunicazione familiare e una riduzione del conflitto, che a sua volta, può portare a una riduzione del rischio di sviluppo di problemi comportamentali ed emotivi nei figli. È stato inoltre osservato che i principi di apprendimento sociale, come ad esempio il supporto positivo per promuovere comportamenti prosociali e adattivi dei figli e i processi all’interno della famiglia, svolgono un ruolo rilevante per la remissione dei sintomi anche per altri disturbi dell’infanzia come depressione, ansia, difficoltà di alimentazione, abitudini disfunzionali (per es., suzione del pollice) e sindromi dolorose ricorrenti (per es., emicranie, dolori addominali ricorrenti; Sanders et al., 2002).

Il modello Triple P si basa sul principio di sufficienza. Che cosa significa? Ogni coppia genitoriale è diversa dall’altra nella modalità con cui si preoccupa per il comportamento del proprio figlio, e questo è attribuibile alle differenze individuali di ogni persona. In base a esse, può esserci una valutazione della gravità, una motivazione e un accesso al sostegno diverso, altrettanto differente sarà la presenza di stress familiare che può essere precedente, contingente o conseguente all’insorgenza di difficoltà del bambino (Sanders et al., 2002). Sulla base di questo presupposto, il modello Triple P è stato sviluppato su più livelli, che si collocano su un continuum di intensità crescente, permettendo di rispondere alle diverse esigenze con diversi livelli di supporto. Il sistema multilivello, dunque, permette di adattare l’intensità dell’intervento alle esigenze e preferenze valutate per ciascuna famiglia (Sanders et al., 2002). A livello pratico, il principio di sufficienza prevede che, per la stessa problematica (per esempio la gestione di problematiche comportamentali attraverso un piano genitoriale specifico) possa essere fornito un programma di skill training e una tipologia di supporto differente, come una serie di suggerimenti scritti e un video illustrativo della strategia, piuttosto che accompagnate da maggiori prove comportamentali, in cui i genitori vengono osservati durante l’interazione con i loro bambini e ricevono feedback da professionisti per implementare le loro capacità genitoriali, e incontri con un professionista.

Quali sono i livelli del modello Triple-P?

Sanders (2012) teorizza 5 principali livelli di intervento nel Positive Parenting Program.

  • Livello 1. Lo step informativo. Permette ai genitori interessati di accedere a informazioni utili riguardo la genitorialità positiva. Vengono utilizzati siti web, programmi televisivi, media, radio, giornali, con lo scopo di aumentare la consapevolezza delle tematiche genitoriali, di destigmatizzare e incoraggiare la partecipazione ai programmi di parent training.
  • Livello 2. Prevede seminari sulla genitorialità oppure 1-2 consultazioni individuali per promuovere uno sviluppo sano del bambino, fornendo una guida evolutiva anticipatoria per i genitori di bambini con lievi difficoltà comportamentali (per es., difficoltà del sonno).
  • Livello 3. È rivolto ai genitori con preoccupazioni specifiche che hanno bambini con difficoltà comportamentali da lievi a moderate. Può prevedere un breve programma di 3-4 incontri individuali, in cui vengono forniti consigli, prove e auto-valutazioni per insegnare loro a gestire le difficoltà dei bambini; oppure sessioni di gruppo riguardo a tematiche comuni (per es., disobbedienza).
  • Livello 4. Prevede un programma più intensivo, individuale o di gruppo, con un maggior numero di incontri con lo scopo di migliorare l’interazione tra genitori e bambini con difficoltà comportamentali più gravi, e di apprendere e mettere in atto le capacità genitoriali.
  • Livello 5. Consiste in un intervento familiare comportamentale (Behavioral Family Intervention, BFI) di intensità maggiore rispetto ai precedenti ed è rivolto alle famiglie in cui le difficoltà dei genitori, nella gestione dei bambini con problematiche comportamentali, sono complicate da altre fonti di disagio familiare (per es., relazioni conflittuali, depressione genitoriale, alti livelli di stress).

Il modello Triple P efficace?

 Una recente revisione sistematica e metanalisi (Sanders et al., 2014) si è occupata di verificare l’efficacia del modello Triple P. I risultati mostrano che tale intervento genitoriale è efficace, sia a breve che a lungo termine, e che è funzionale sia come intervento preventivo che come trattamento. È stato osservato un miglioramento degli aspetti sociali, emotivi e comportamentali (social, emotional, behavioral; detti “SEB”) nei bambini, e sono stati riscontrati anche benefici a livello genitoriale in termini di strategie, fiducia e relazione genitoriale. È importante evidenziare come anche gli interventi brevi e di bassa intensità, come il Livello 1, possono avere un impatto positivo sui risultati di esito sia per i bambini che per i genitori.

Questo sistema di intervento multilivello può essere fornito in diverse modalità: individuale, di gruppo, auto-diretto, online, tramite supporto telefonico. In tutte le modalità è stato riscontrato un miglioramento significativo per quanto riguarda gli aspetti SEB dei bambini, e le pratiche genitoriali, la soddisfazione e l’efficacia genitoriale. In particolare, la somministrazione online ha avuto un maggiore livello di efficacia rispetto alle altre modalità di erogazione dei vari interventi proposti dal Positive Parenting Program. Tale aspetto è di fondamentale importanza poiché permette di raggiungere anche famiglie che non possono accedere ai servizi in modo diretto, e garantisce un sistema di intervento efficace nel caso in cui si presentino altre condizioni emergenziali a livello sociale che comportino una limitazione alla possibilità di svolgere prestazioni in presenza.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Sanders, M. R. (2012). Development, evaluation, and multinational dissemination of the Triple P-Positive Parenting Program. Annual review of clinical psychology, 8, 345-379.
  • Sanders, M. R., Kirby, J. N., Tellegen, C. L., e Day, J. J. (2014). The Triple P-Positive Parenting Program: A systematic review and meta-analysis of a multi-level system of parenting support. Clinical psychology review, 34(4), 337-357.
  • Sanders, M. R., Turner, K. M., e Markie-Dadds, C. (2002). The development and dissemination of the Triple P—Positive Parenting Program: A multilevel, evidence-based system of parenting and family support. Prevention Science, 3(3), 173-189.
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