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Neuropsicologia delle differenze individuali (2022) – Recensione

In questo testo di neuropsicologia, teoria dell’attaccamento e sistemi comportamentali vengono integrati al fine di interpretare le differenze individuali

Di Chiara Del Giudice

Pubblicato il 08 Giu. 2022

Neuropsicologia delle differenze individuali, edito da Unicopli, è un volume che propone un contributo innovativo all’applicazione delle teorie, dei metodi e delle procedure della neuropsicologia nello studio della personalità.

 

 Il libro è suddiviso in sei capitoli attraverso i quali si struttura un percorso guidato che porta il lettore allo studio della variabilità delle manifestazioni normali e patologiche della personalità intesa come assetto stabile di processi comportamentali, cognitivi ed emotivi caratteristici del singolo individuo. Particolare rilevanza viene data ai processi neuropsicologici di memoria a lungo termine, di cognizione sociale ed esecutivi. Nel volume, la neuropsicologia viene integrata con la letteratura della teoria dell’attaccamento e dei sistemi comportamentali al fine di interpretare le differenze individuali, non solo rispetto a contenuti specifici, ma anche rispetto alle strutture cerebrali e ai processi comportamentali, cognitivi ed emotivi che li sottendono.

Il primo capitolo affronta il tema delle neuroscienze delle reti neurali a larga scala, un paradigma utile per comprendere le basi neurofisiologiche dei fenomeni comportamentali, affettivi e cognitivi. Vengono, quindi, trattate le reti bottom up che sono implicate nell’elaborazione automatica degli stimoli, la rete di default che elabora le rappresentazioni consapevoli delle informazioni relative al sé e le reti top down, coinvolte nei processi di attenzione, controllo e autoregolazione.

Il secondo capitolo tratta la memoria a lungo termine dove sono depositate tutte le informazioni che un individuo acquisisce nel corso della sua vita. In base ai livelli di coscienza con cui sono rappresentate tali informazioni, è possibile distinguere le rappresentazioni di schemi di risposta automatici, contenute nella memoria implicita, le rappresentazioni di conoscenze generali ed astratte, contenute nella memoria semantica e le rappresentazioni di specifici eventi vissuti da un individuo che sono contenute nella memoria episodica. Tutte queste informazioni contribuiscono alla formazione del sé attraverso i processi che sono alla base della memoria autobiografica.

Il terzo capitolo si sofferma sulla cognizione sociale, definita come l’insieme della capacità indispensabili a comprendere i fenomeni sociali e a comportarsi in modo funzionale nelle situazioni sociali. La cognizione sociale, dunque, consente l’elaborazione dei segnali sociali che avviene su più livelli, uno implicito ed uno esplicito. Il primo livello si basa su meccanismi di percezione e imitazione e consente un’elaborazione rapida ed immediata. Il secondo livello si basa su meccanismi di riflessione e comprensione e consente un’analisi più accurata e consapevole delle dinamiche sociali. Entrambi i livelli prevedono l’elaborazione sia delle componenti “fredde”, che riguardano i comportamenti e gli stati mentali propri ed altrui, che delle componenti “calde”, che si riferiscono agli stati emotivi ed affettivi propri ed altrui.

 Il quarto capitolo descrive le funzioni esecutive, quei processi di controllo alla base della autoregolazione. In base ad una classificazione di tipo gerarchico, nel volume le funzioni esecutive vengono suddivise in funzioni esecutive di primo e secondo ordine. Le funzioni esecutive di primo ordine sono responsabili della regolazione del comportamento, attraverso il controllo inibitorio di risposte automatiche e l’elaborazione di rinforzi per apprendere o modificare un comportamento, e della regolazione dei processi cognitivi al fine di raggiungere un obiettivo attraverso la flessibilità cognitiva, l’inibizione attentiva e la working memory. Le funzioni esecutive di secondo ordine si riferiscono a processi di controllo più elaborati quali la regolazione emotiva e il problem solving.

Il quinto capitolo, studia le emozioni da una prospettiva neuropsicologica considerandole come schemi comportamentali caratterizzati da specifiche azioni e reazioni fisiologiche che divengono rappresentazioni più o meno accessibili alla coscienza. Nel testo gli autori revisionano la letteratura relativa alle emozioni primarie e secondarie sottolineando per ognuna gli stimoli attivatori, le caratteristiche fenomenologiche e la funzione che assumono in termini si sopravvivenza nell’ambiente fisico e sociale.

Il sesto capitolo tratta probabilmente l’aspetto più interessante del volume perché apre il lettore alla conoscenza del Modello Bidimensionale dei Sistemi Comportamentali (MBSC). I sistemi comportamentali, sono sistemi che regolano l’attivazione e la cessazione di un comportamento con l’obiettivo di aumentare le probabilità di sopravvivenza di un individuo nel proprio ambiente. Nel modello vengono considerati il sistema di attaccamento, che ha come obiettivo la richiesta di cure e conforto, il sistema di accudimento, che ha come obiettivo il fornire cure e conforto, il sistema agonistico, il cui obiettivo è il raggiungimento e il mantenimento del potere, il sistema sessuale, il cui obiettivo è il piacere nel rapporto sessuale e l’intimità nel legame affettivo e il sistema cooperativo, il cui obiettivo è il raggiungimento di una meta comune attraverso la reciprocità. Per ogni sistema, il MBSC individua quattro prototipici stili di attivazione, funzionale, iperattivato, inibito e problematico, che descrivono le differenze individuali in base a due dimensioni, l’iperattivazione e la deattivazione. L’integrazione della neuropsicologia permette agli autori di distinguere tre diversi livelli di funzionamento dei sistemi comportamentali: il livello automatico, il livello riflessivo e il livello strategico. Il livello automatico descrive il funzionamento individuale in base alle azioni che un individuo compie ed è sotteso dai processi di memoria implicita, cognizione sociale implicita e di regolazione comportamentale attraverso le reti bottom-up. Il livello riflessivo descrive un individuo in base alle specifiche rappresentazioni che ha di sé stesso, degli altri e del mondo ed è sotteso dalla memoria semantica personale e dai processi di cognizione sociale esplicita mediati dalla rete di default. Il livello strategico descrive un individuo rispetto alle sue capacità di ricordare gli eventi e alle sue abilità di autocontrollo e autoregolazione che si basano sui processi di recupero della memoria episodica e regolazione cognitiva ed emotiva mediati dalle reti top-down. In base a questa tassonomia, per ogni sistema vengono individuati specifici contenuti sia a livello automatico che a livello riflessivo, che permettono di descrivere in maniera completa la fenomenologia delle differenze individuali.

Concludendo, Neuropsicologia delle differenze individuali è un volume curato in ogni suo dettaglio ed estremamente interessante in quanto offre una chiave di lettura innovativa ed ad ampio spettro del funzionamento neuropsicologico e della personalità. Il testo riporta all’attenzione del lettore costrutti fondamentali quali la memoria a lungo termine, la cognizione sociale, le funzioni esecutive e le emozioni, costituendo un’occasione di studio per i giovani lettori ed un’occasione di riscoperta per i lettori più esperti. Il testo, nato dall’esperienza degli autori, restituisce a chi lo legge un’articolata riflessione e spunti utili al lavoro clinico dello psicologo e dello psicoterapeuta. Suggerisco una lettura completa del lavoro che merita grande attenzione.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Salzano, S., & Conson M. (2022). “Neuropsicologia delle differenze individuali: Modello bidimensionale dei sistemi di attaccamento, accudimento, agonistico, sessuale e cooperativo”. Edizione Unicopli.
  • Salzano, S., & Conson, M. (2022). The Two-Dimensional Model of Behavioral Systems and the “Problematic” Activation Style. Psychological Reports, 125(1), 294-309.
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