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Sentieri di cura (2021) di W. Paganin e S. Signorini – Recensione

Il testo 'Sentieri di cura'  si pone l’obiettivo di analizzare in modo pluri-prospettico i concetti di cura, terapia e psicoterapia

Di Loredana Paradiso

Pubblicato il 29 Apr. 2022

Sentieri di cura si articola in tre capitoli, il primo esplora la cura attraverso la storia della medicina, dell’antropologia culturale, sino ad attraversare la sociologia, la psicologia e la psicoterapia, il secondo analizza il gruppo come dispositivo di cura, il terzo entra nel merito dei Gruppi Psicoanalitici Multi Familiari (GPMF).

 

Qual è il significato della cura, della terapia e della psicoterapia individuale e di gruppo? Quali sono i sentieri della cura, i presupposti teorici, gli approcci e le metodologie nella psicoterapia? Qual è il ruolo dei servizi e le proposte terapeutiche offerte? Queste domande sottendono lo sviluppo del libro Sentieri di curache si pone l’obiettivo di analizzare in modo pluri-prospettico i concetti di cura, terapia e psicoterapia attraverso due linee di approfondimento: la prima di natura descrittiva – esplicativa in cui si affronta l’excursus storico, dal concetto di cura a quello di psicoterapia, analizzando le implicazioni storiche, filosofiche e sociali, fino alla nascita e sviluppo delle psicoterapie; la seconda metodologica legata ai risvolti della terapia multifamiliare. Il libro si compone di tre capitoli.

Sentieri di cura: il primo capitolo

Il primo capitolo esplora la cura attraverso la storia della medicina, dell’antropologia culturale, sino ad attraversare la sociologia, la psicologia e la psicoterapia. Una disamina del concetto di cura e delle terapie dalla fine del Settecento ad ora. Il punto di partenza è l’analisi etimologica della cura dai greci, ai romani, alla filosofia di Heidegger. Un’accurata analisi etimologica che approfondisce i significati del verbo servire, prestare servizio o prendersi cura, sino a terapia, che indica il servizio e il terapeuta che è il “servitore di colui che assiste”. I romani utilizzavano i verbi sano o medeor con il significato di sanare e rimediare a fianco del termine medico che era connesso “all’arte del preparare pozioni”. Oltre a questo aspetto era presente anche il concetto di “farsi carico, sollecitudine, premura e interesse per qualcuno”.

Si arriva all’analisi dei termini paziente e cliente nei loro diversi significati culturali e alla dimensione pedagogico – filosofica della cura in una prospettiva che coinvolge la dimensione intenzionale del prendersi cura dell’essere come nelle cure materne e paterne o degli insegnanti. È qui che si arriva alla “primarietà della cura” nella proposta di Heidegger come fondamento ontologico dell’essere umano: “non c’è vita se non c’è cura di sé e degli altri”.

L’analisi storica inizia dalle cure mediche a partire dal 3000 a.C., presenti nel Codice di Hammurabi, con le descrizioni dei concetti di salute, malattia e delle prestazioni professionali della cura. Una medicina religiosa poiché ancorata ad un concetto di malattia come castigo, che richiedeva l’arte della divinazione, dell’osservazione degli astri. Su un modello simile, l’antico Egitto concepiva la medicina in una logica sapienziale, con una delega dei compiti di cura al sacerdote che si appellava alla divinità per risolvere la malattia. L’excursus attraversa l’Antica Grecia analizzando i principali filosofi e il ruolo della tragedia greca nella contrapposizione tra divino e umano e nella tensione tra forze contrastanti come ira, follia e disperazione. Un momento decisivo della riflessione è l’excursus sul dolore e sulle cure da Anassàgora, a Gorgia, Antifonte, Aristotele, Platone, sino a Ippocrate. In questi autori ci sono le radici della psicoterapia “liberando la medicina dal peso della magia e del mito e costituendo una medicina a cui legare i bisogni del paziente di cui prendersi cura” (p. 42). Ippocrate ha descritto i primi sintomi psichici con la prima visione sistemica legata alle influenze ambientali, fisiche e sociali del paziente. La riflessione continua attraverso l’alto e il basso medioevo, attraverso il pensiero della medicina medioevale nello sguardo della Chiesa cattolica, sino a Leonardo da Vinci che, con la sua curiosità per il funzionamento del corpo, è un esempio del metodo osservativo e sperimentale. Successivamente l’avvento dell’illuminismo ha apportato un contributo importante per la psicopatologia con “i preziosi contributi delle classificazioni delle malattie di François Boissier de Sauvages de Lacroix e di William Cullen il quale ha concepito un suo nuovo sistema teorico di classificazione nosologica delle malattie”. La fine del settecento è descritta dagli autori sottolineando il primo trattamento di gruppo dell’età moderna con Mesmer, a cui sono seguiti gli interventi di ipnosi e le teorie di Jean-Martin Charcot sino a Janet con l’uso dell’ipno-suggestione a scopo terapeutico. Parallelamente gli autori seguono l’evoluzione del pensiero sulla cura dell’anima di Bènèdict-Auguste Morel con la teoria della degenerazione mentale con l’identificazione delle cause della sua insorgenza, come l’avvelenamento, l’ambiente sociale, il temperamento patologico, la malattia morale, i danni innati o acquisiti e l’ereditarietà.

L’excursus prosegue con J. É. D. Esquirol che di fatto ha compiuto un passaggio importante di medicalizzazione dei trattamenti nei confronti dei malati mentali e della permanenza negli ospedali specializzati, seguiti da medici.

Gli autori arrivano alla nascita del termine psichiatria introdotto nel 1808 da Psychiatherie dello psichiatra J. C. Reil a cui va il merito di aver scoperto il Locus Ceruleus e l’analisi della corrente romantica della psichiatria  tedesca. È un periodo fertile per la definizione del linguaggio clinico: con Heinroth compaiono i termini psicosomatico nel 1818 e somatopsichico nel 1828, l’Uberuns (coscienza), l’Ego (mente, emozioni e volontà) e Fleish (unità di base, rappresentativa della natura peccaminosa dell’uomo).

Verso la fine dell’Ottocento E. Kraepelin ha promosso la psichiatria a scienza medica attraverso l’esame fenomenologico, descrittivo e prognostico delle malattie psichiatriche. Lo psichiatra ha distinto le psicosi endogene in Dementia Praecox e Psicosi Maniaco-Depressiva come entità cliniche separate. Lo sguardo sul novecento si apre verso la psicoanalisi e la psicoterapia con S. Freud, che ha sperimentato la tecnica dell’ipnosi e delle associazioni libere dei pazienti rappresentando la nascita della psicanalisi. Dagli inizi del novecento il pensiero psicoanalitico ha attivato un grande dibattito e gli autori attraverso il pensiero di A. Adler,  di C. G. Jung, sino a S. Sullivan e J. M. É. Lacan.

A questo punto gli autori proseguono con l’analisi della genesi del termine psicoterapia arrivando alla sua attuale definizione rappresentata dalle definizioni in enciclopedia e dizionari di medicina e di psicoterapia con la descrizione della distinzione operata da R. H. Cawley nel 1987 dei vari livelli di psicoterapia; procedono poi nella descrizione dei gruppi terapeutici con la definizione delle variabili che caratterizzano gli interventi gruppali (obiettivo, metodo di leadership, comunicazione, clima, sviluppo e i fattori terapeutici; I.D. Yalom). Tra questi speranza, universalità, informazione, altruismo, ricapitolazione correttiva del gruppo primario familiare, tecniche di socializzazione, comportamento imitativo, apprendimento interpersonale, coesione di gruppo, catarsi e fattori esistenziali. Sulla base di questi compiono un confronto con le proposte di S. Bloch e E. C. Crouch, di K.R. MacKenzie, M. Di Blasi e G. Lo Verso, per arrivare alla presentazione dell’attaccamento al gruppo attraverso la rivisitazione della teoria sull’attaccamento di J. Bowlby negli interventi terapeutici di gruppo.

Sentieri di cura: il secondo capitolo

Il secondo capitolo entra nel merito del lavoro di cura e analizza il gruppo come dispositivo di cura  proponendo una riorganizzazione teorica in cui il gruppo è una connessione fondante per la salute mentale.  Siamo di fronte ad una diversa concezione relazionale e intersoggettiva della vita psichica che valorizza il gruppo come substrato essenziale della vita e della salute mentale della persona.

Gli Autori entrano nelle origine psicoanalitiche proponendo un excursus storico sul pensiero di Freud e Reich, per arrivare alle relazioni oggettuali di Melanie Klein e Donald Winnicott, alla psicologia umanista di Rogers, e alla teoria dell’attaccamento di Bowlby. L’approccio ai gruppi considera la psicoanalisi dei gruppi di Bion e la gruppoanalisi di S. H. Foulkes sino alla presentazione del pensiero S. A. Mitchell che promuove la svolta relazionale.

L’analisi dei gruppi in psicoterapia inizia ad essere approfondita in funzione del lavoro con gli psicotici nella proposta di P. C. Racamier: il lavoro si articola intorno alla sicurezza nel gruppo, alla cura come co-produzione prolifica e transizionale tra paziente e équipe terapeutica. Il passaggio successivo è la terapia familiare in America attraverso il pensiero di G. Bateson focalizzando l’attenzione sui sistemi complessi e il concetto di doppio legame, sulla famiglia con  M. Bowen e l’ottica triadica come sviluppo della rigidità presente nella diade di S. Minuchin.

A questo punto si procede con la specificazione dei diversi gruppi psico-dinamici sempre utilizzando un approccio di ricostruzione storica del pensiero degli autori con particolare riferimento alla distinzione tra analisi in gruppo, analisi di gruppo, analisi attraverso il gruppo.

Infine vengono analizzati i contributi della scuola francese di D. Anzieu e R. Kaes, per poi passare alla ricerca sui gruppi in Italia con i gruppi interattivi, oggetto delle riflessioni di R. Spaltro, G. Trentini, L. Ancona e P. Gallo. L’approfondimento attraversa anche l’intervento psico-educazionale nei gruppi tematici, le terapie della terza ondata con l’analisi della prospettiva cognitivo-comportamentale con i metodi della ristrutturazione cognitiva, della promozione delle capacità di coping, di problem solving e infine alla terapia metacognitiva, la Schema Therapy, l’EMDR di  Shapiro, la psicoterapia sensomotoria di Pat Ogden e le terapie psicologiche di supporto.

Sentieri di cura: il terzo capitolo

Il terzo capitolo entra nel merito dei Gruppi Psicoanalitici Multi Familiari (GPMF) seguendo il modello di J. G. Badaracco e la loro evoluzione sino alla proposta degli autori di indicazioni e tecniche operative attraverso  la testimonianza del loro utilizzo della Psicoanalisi Multifamiliare nel Centro di Salute Mentale. Anche in questo capitolo l’excursus storico è ricco ed elaborato. Inizia con l’analisi del primo modello di terapia multifamiliare di Peter Laqueur, per poi affrontare in modo preciso e articolato i modelli di Lewis Foster, di Coliseum, di Murray Bowen, di Edward Kaufman, di W.  R. McFarlane e di E. Asen. A questo punto gli autori entrano nel  modello ecologico multifamiliare con l’analisi delle proposte per i pazienti con malattie somatiche croniche di P. Steinglass. Il punto di arrivo sono le psicoterapie dei gruppi di analisi multifamiliare che riprendono il modello proposto da J. G. Badaracco. La prospettiva dello psicanalista argentino promuove l’intervento multifamiliare in una ottica psicoanalitica delimitando ambiti, specificando modalità e descrivendo indicazioni e azioni.

Il libro si chiude con l’esplorazione delle tecnologie mediatiche in relazione all’esperienza della cura durante  pandemia da Covid-19.

Una proposta che attraversa in modo completo la trattazione dei diversi approcci alla cura e alla terapia,  l’analisi delle diverse prospettive e delle tecniche sino alla presentazione della tecnica dei GPMF, che ha il merito di valorizzare l’importanza di riunire in un gruppo circolare pazienti, familiari e operatori come presupposto per un lavoro terapeutico.

È un libro che ha l’obiettivo di presentarsi ad un pubblico ampio in funzione di un linguaggio accessibile, trasversale e libero da potenziali confronti di confine tra approcci epistemologici diversi. Questa scelta permette di avvicinare qualsiasi lettore che intende esplorare i diversi sentieri di cura e la loro evoluzione nelle psicoterapie in ambito sociologico, psicologico e psichiatrico nel mondo occidentale.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Paganin, W. & Signorini, S. (2021). Sentieri di cura. Armando Editore.
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