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“Ho solo vent’anni”: la crisi del quarto di vita

La crisi del quarto di vita è un fenomeno riguardante le sfide della prima età adulta, quella fascia d'età che va dai 18 ai 28 anni

Di Francesca Naldi, Helga Cristina Avellis, Gloria Vecchi

Pubblicato il 22 Apr. 2022

Lo scopo dello studio di Agarwal et al. (2020) è stato quello di esplorare se la crisi del quarto di vita è rappresentata nei social media utilizzando caratteristiche linguistiche che possono fornire illuminazioni empiriche sulle crisi che i giovani adulti vivono in questa fascia d’età.

 

Cosa si intende con crisi del quarto di vita?

La “crisi del quarto di vita” (Quarter-Life Crisis, QLC) è un fenomeno riguardante le sfide della prima età adulta (Rosen, 2019). Secondo la teoria di Arnett (2000) vi sono cinque caratteristiche di sviluppo che definiscono la fascia d’età 18-28 anni, quali: (1) sentirsi ambigui nei panni dell’adulto – i giovani in questa fascia d’età tipicamente si descrivono come se fossero in un limbo tra l’adolescenza e l’età adulta; (2) un periodo di esplorazione attiva di sé e del mondo; (3) un periodo di instabilità nei ruoli e nelle relazioni derivante da una continua mancanza di legami a lungo termine che permette cambiamenti nello stile di vita, nel ruolo e nella residenza; (4) un periodo di auto-focalizzazione adattiva in cui i giovani cercano di investire nel proprio futuro; (5) un periodo di concentrazione sul futuro e ottimismo. Gli episodi di crisi si verificano tipicamente verso l’ultima fase della prima età adulta e durano circa un anno (Robinson, 2016). Si tratta di periodi di instabilità, di transizione e di emozioni intense accompagnati da una messa in discussione della propria identità nel contesto dei ruoli e delle relazioni. A seguito della crisi, ci può essere una crescita se vengono apportate modifiche sostanziali allo stile di vita, o sentimenti di depressione e diminuzione dell’autostima se i tentativi di farvi fronte falliscono (Robinson e Wright, 2013).

La crisi del quarto di vita sui social network

La rappresentazione scritta di eventi ed esperienze autobiografiche sui social media è un’importante frontiera per la ricerca psicologica (Toseeb e Inkster, 2015), in quanto attinge a costrutti generici collegati a preoccupazioni culturali più ampie (van Dijck, 2007). I post che si riferiscono a eventi ed esperienze di vita reali servono, inoltre, a reificare il passare del tempo in una storia di vita semplificata e documentata pubblicamente, che può aiutare l’individuo a creare una narrazione significativa dei suoi cambiamenti di vita (Rettberg, 2009).

Lo scopo dello studio di Agarwal et al. (2020) è stato quello di esplorare se la “crisi del quarto di vita” è rappresentata nei social media utilizzando caratteristiche linguistiche che possono fornire illuminazioni empiriche sulle crisi che i giovani adulti vivono in questa fascia d’età.

I dati analizzati in questo studio sono stati derivati dai post pubblici condivisi su twitter fra il 2011 ed il 2015. Utilizzando l’interfaccia di programmazione delle applicazioni (API) delle ricerche su Twitter, i ricercatori hanno ottenuto un campione composto da 3,200 utenti, inglesi ed americani, di età compresa fra i 18 ed i 30 anni, che avessero menzionato di essere in una crisi del quarto di vita (QLC).

Dopo aver filtrato i post, escludendo tematiche specifiche (es. tweet di auguri, ironia sulla QLC) sono rimasti 1,390 utenti. Per ogni utente è stata ottenuta una timeline di tweet, per un totale di 1.5 milioni di messaggi. I dati di questi utenti sono stati utilizzati per formare il gruppo “QLC” e sono stati paragonati con i dati di un gruppo di controllo formato da utenti coetanei che non avessero menzionato in nessuna occasione la QLC. Visto che il campione risultava essere composto principalmente da donne, confrontando i dati con la letteratura precedente, i ricercatori hanno dedotto che la crisi del quarto di vita sembra colpire maggiormente le donne (Robinson & Wright, 2013), le che e stesse tendono a condividere sui social più frequentemente le esperienze emotive  (Kivran-Swaine et al., 2012).

I dati sono stati impiegati in un’analisi linguistica ottenuta grazie a tre tipologie di analisi: (a) Open-vocabulary clustering, (b) Linguistic Inquiry Word Count (LIWC) analysis, (c) Theory-based analysis.

L’Open-vocabulary clustering è stata impiegata per identificare gli argomenti maggiormente discussi nel gruppo QLC, rispetto al gruppo di controllo. Questa analisi è stata condotta grazie al “toolkit” DLATK (Schwartz et al., 2017). Per ogni post sono state identificate le parole e le emoticons (es :) o :-D) maggiormente utilizzate per poter formare dei network di parole in ordine per cui più frequentemente fossero state utilizzate, più sarebbero state visivamente in evidenza (colori, dimensioni delle scritte all’interno del network).

Per quanto riguarda la Linguistic Inquiry Word Count (LIWC), le parole dei tweet selezionati sono state suddivise in 73 categorie (es. Soldi, Famiglia) per valutare quanto fossero associabili a caratteristiche degli utenti quali livelli di stress, benessere e personalità (Pennebaker et al., 2015). Da ciascun post su Twitter è stata calcolata la frequenza delle singole parole e delle frasi (composte da due o tre parole consecutive). Grazie al software LIWC è stato creato un dizionario delle parole maggiormente utilizzate, suddivise in categorie specifiche. Per quanto riguarda la Theory-Based Analysis, grazie ad una revisione concettuale e tematica degli studi qualitativi sulla QLC, sono stati identificati 20 concetti chiave legati alle caratteristiche linguistiche dei contenuti sulla QLC socialmente condivisi (Robinson et al., 2013; Robinson, 2019).

Secondo queste analisi, i termini maggiormente utilizzati sarebbero: bloccato, provare, lasciare, cambiare, disoccupato, solo, senza speranza, sopraffatto, ingiusto, fallire, affrontare, debito, significato, intrappolato, provare, nuovo, identità, licenziato, soldi.

Crisi del quarto di vita vissuto e difficoltà dei giovani adulti Fig 1

L’associazione tra crisi del quarto di vita e lavoro

Nello specifico, la parola “lavoro” risulta essere più fortemente associata alla QLC. Ciò riflette il principio secondo cui i resoconti di questa fase di vita ruotano principalmente attorno a problemi inerenti la ricerca o l’andamento del lavoro. Le caratteristiche prevalenti nella crisi del quarto di vita erano “sentirsi intrappolati in un lavoro in cui non vorrei essere” e “sperimentare un forte livello di stress e pressione nel lavoro” (Robinson e Wright, 2013).

Inoltre, è emersa l’associazione della parola “tempo” con la QLC, la quale mostra la presenza di un focus sul futuro con termini come “domani”, che preparano e anticipano gli eventi. Ciò si adatta a una delle cinque caratteristiche principali della prima età adulta, ovvero la preoccupazione ottimistica per il futuro. Allo stesso modo, anche i pronomi personali nei tweet inerenti alla QLC si adattano ai risultati precedenti, i quali mostrano un uso maggiore dei pronomi personali da parte degli utenti con problemi di salute mentale rispetto ai gruppi di controllo (De Choudhury et al., 2013).

Inoltre, tali risultati si adeguano ai postulati teorici riguardanti la prima età adulta secondo cui i giovani che stanno attraversando questa fase hanno una maggiore concentrazione su di sé rispetto agli adulti di altre fasce d’età (Arnett, 2000), in quanto le crisi implicano un’estesa messa in discussione dell’identità in termini di “chi sono” nel contesto della società, dei ruoli e delle relazioni (Robinson et al., 2013). Gli argomenti inerenti l’esercizio fisico, viaggi, alcol e sport riflettono molti dei modi attraverso cui i giovani adulti si impegnano per far fronte allo stress (Arnett, 2014) e possono essere collegati alla crisi del quarto di vita come strategie di coping (Cairney et al., 2014). La ricerca epidemiologica mostra come il consumo di alcol raggiunga picchi nella prima età adulta (McManus et al., 2016) e che l’alcol potrebbe essere una forma di automedicazione contro lo stress e l’ansia (Cooper et al., 1992). Una nuova scoperta emersa dallo studio è l’associazione tra la QLC e l’idiosincrasia ortografica che può essere utilizzata per trasmettere l’intensità dell’esperienza, per cui espandere la parola in termini di dimensioni accresce la forza del suo significato. Per quanto concerne i risultati del LIWC, è stato riscontrato che la QLC correla con parole che si riferiscono al tempo, al cambiamento e al movimento, riflettendo come la crisi del quarto di vita sia spesso un momento di cambiamento e transizione.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Agarwal, S., Guntuku, S. C., Robinson, O. C., Dunn, A., & Ungar, L. H. (2020). Examining the Phenomenon of Quarter-Life Crisis Through Artificial Intelligence and the Language of Twitter. Frontiers in Psychology, 11.
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