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Equilibrio tra vita professionale e vita privata durante il lockdown: una questione di genere

Parlando di work life balance le ricerche in pandemia confermano che le donne hanno retto maggiormente il colpo delle restrizioni rispetto ai partner

Di Elisabetta Caraccio

Pubblicato il 31 Mar. 2022

Il concetto di Work Life Balance, il cosiddetto “equilibrio lavoro-famiglia” (Greenhaus e colleghi, 2003), già difficile al giorno d’oggi per la crescente richiesta di lavoro flessibile, ha raggiunto livelli allarmanti durante il periodo del lockdown.

 

Abstract

Il divario di genere sembra essere dilagato nell’ultimo periodo a causa della pandemia e a seguito della richiesta ai lavoratori di svolgere le proprie mansioni da remoto, con la conseguente difficoltà che ne deriva per le donne di equilibrare gli impegni del lavoro domestico, professionale, mentale ed emozionale.

Work Life Balance nel periodo Covid

La pandemia data dal COVID-19 non ha causato danni solo a livello sanitario ed economico, ma ha provocato anche dei burrascosi cambiamenti nella vita personale e sociale delle persone.

Nell’arco di questi due anni molti paesi hanno adottato misure drastiche per cercare di limitare la diffusione del virus, come le misure di isolamento e il distanziamento sociale.

Le restrizioni hanno comportato sia la richiesta alle aziende di istituire delle politiche di lavoro da casa per i propri dipendenti, sia la chiusura delle scuole con l’istituzione della didattica a distanza per gli studenti.

Il cambiamento della quotidianità è stato inevitabile. La casa è diventata una scuola, un luogo di lavoro, un centro ricreativo, e così via. L’impatto di questa situazione ha comportato una grande sfida per le famiglie di tutto il mondo, a seguito delle maggiori responsabilità assistenziali per i genitori che hanno dovuto prendersi cura della casa e dei propri figli anche durante l’orario lavorativo.

Questo tipo di situazione fa riferimento al concetto di Work Life Balance, il cosiddetto “equilibrio lavoro-famiglia” (Greenhaus e colleghi, 2003): già difficile al giorno d’oggi per la crescente richiesta di lavoro flessibile, ha raggiunto livelli allarmanti durante il periodo del lockdown.

Gli studi sull’argomento dimostrano che, però, vi è un equilibrio e una divisione delle responsabilità familiari sbilanciati (Poggesi e colleghi, 2017).

La spiegazione psicosociale alla base riguarda l’innesco implicito di bias e la formazione degli stereotipi di genere che esaltano le differenze tra gli uomini e le donne, vedendo i primi maggiormente dediti alla carriera e le seconde più legate alla famiglia, plasmando quelle aspettative su come debbano comportarsi nella società (Ellemers, 2018). Il mancato raggiungimento di un “equilibrio” tra questi due ambiti può produrre un conflitto con effetti negativi sulla salute mentale e fisica dell’individuo coinvolto.

Work Life Balance e differenze di genere

Le ricerche svolte durante la pandemia confermano che le donne hanno retto maggiormente il colpo delle restrizioni rispetto ai loro partner. Lo studio etnografico di Manzo e Minello (2020) mostra che, durante il lockdown, le madri hanno ridotto il proprio orario di lavoro svolgendolo principalmente quando i figli dormivano e quelle che hanno smesso di lavorare hanno svolto il doppio del lavoro domestico e di assistenza all’infanzia, con un aumento dello stress, della stanchezza, della frustrazione e della rabbia annessi. Al contrario, nelle famiglie in cui è il partner maschio ad aver smesso di lavorare, i genitori condividevano equamente i compiti familiari, anche se la madre lavorava (Andrew e colleghi, 2020). Inoltre, quando le restrizioni a causa del COVID-19 sono state ridotte, molte madri hanno affermato di essersi rese conto di quanto fosse stato vincolante l’aver dovuto cancellare i confini che separavano l’ambito professionale da quello privato e familiare.

Dunque, questa situazione senza precedenti che ha messo in ginocchio tutti, sembra aver esacerbato il gender gap e indica che i tempi di crisi possono rivelare le norme e le strutture profondamente radicate sui ruoli di genere.

Concludendo, anche se vi è un aumento della partecipazione femminile nelle Organizzazioni e delle normative sulle pari opportunità nel mondo del lavoro contemporaneo, ci sono ancora pochi segni di rivoluzione concreta perché, affinché il cambiamento avvenga a livello sociale, è importante che le credenze sui ruoli di genere mutino anche nelle sfere più personali e intime di tutte le persone.

 

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