I pazienti ricoverati in rianimazione in alcuni casi presentano lesioni molto importanti a seguito di traumi o incidenti che hanno compromesso gravemente le loro funzioni vitali. Vivere questa situazione di potenziale minaccia per la vita può essere un fattore di rischio per lo sviluppo di un disturbo da stress post-traumatico.
Il Disturbo da Stress Post-Traumatico
Il Disturbo da Stress Post-Traumatico è incluso nel DSM-5 (APA, 2013) nella categoria dei Disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti. Esso prevede l’esposizione da parte del soggetto ad un trauma, quale la morte reale o una minaccia di morte, grave lesione, oppure violenza sessuale facendo un’esperienza diretta o indiretta dell’evento traumatico oppure venendo a conoscenza di un evento traumatico violento o accidentale accaduto ad un membro della famiglia o ad un amico stretto. I sintomi di cui il soggetto soffre possono essere sintomi intrusivi correlati all’evento traumatico come ricordi, sogni e/o flashback, evitamento persistente degli stimoli associati all’evento traumatico, alterazioni negative di pensieri ed emozioni associate all’evento, marcate alterazioni dell’arousal e della reattività come ad esempio comportamento irritabile ed esplosioni di rabbia (APA, 2013). La genesi di questo disturbo è multifattoriale; bisogna considerare una serie di aspetti pre-traumatici (ad es. storia psichiatrica, abuso infantile riportato e storia psichiatrica familiare), peri-traumatici (ad es. gravità del trauma, impatto personale e vicinanza) e post-traumatici (ad es. mancanza di supporto sociale, menomazioni fisiche o finanziarie permanenti causate dal trauma) che contribuiscono al suo sviluppo e perpetuazione (Brewin et al., 2000)
Tra il 18% e il 25% dei sopravvissuti ad un incidente stradale mostra sintomi di PTSD (Frommberger et al., 1998; Harvey & Bryant, 1998) e, senza trattamento, questi sintomi possono persistere per anni. In alcuni casi, il disturbo può diventare cronico, apportando una cattiva salute fisica, una minore qualità della vita, danni nelle relazioni sociali e disoccupazione (Zatzick et al., 1997; Wild et al., 2016). Nonostante l’incidenza del disturbo sia alta in questi casi, le reazioni psicologiche in seguito a incidenti automobilistici (auto o moto) o lo stress post-traumatico emerso in seguito sono stati poco studiati (Reiner et al., 2021).
Il PTSD in seguito a ricovero in rianimazione
In particolare, un evento che implica il ricovero in rianimazione può essere considerato un evento estremamente stressante: il paziente è esposto a condizioni sconosciute e potenzialmente spaventose. Fino ad ora non era stata condotta alcuna ricerca per determinare se i pazienti sottoposti alla sala di rianimazione sperimentassero potenzialmente alti livelli di stress o sintomi di stress post-traumatico, rappresentando un gruppo a rischio per sviluppare un PTSD come condizione clinica. Per colmare questa lacuna in letteratura, Reiner e colleghi (2021) hanno testato i livelli di angoscia e i sintomi di disturbo da stress post-traumatico sperimentati nei pazienti subito dopo il trattamento in rianimazione, cercando inoltre di identificare i fattori di rischio per tali sintomi nei pazienti entro 10 giorni dal trattamento in sala di rianimazione (Reiner et al., 2021).
I risultati hanno rivelato che un alto tasso di pazienti in rianimazione soffre di grave angoscia e sintomi di disturbo da stress post-traumatico. Entro dieci giorni dal trattamento in rianimazione, il 53,4% dei pazienti partecipanti ha riportato un grave stress psicologico. Come fattori di rischio per lo sviluppo di sintomi di stress post-traumatico sono state individuate l’angoscia e il coinvolgimento in un incidente stradale. È interessante notare che una maggiore gravità delle lesioni non era direttamente collegata a livelli più elevati di sintomi di stress post-traumatico (Reiner et a., 2021). L’evidenza empirica dimostra che le risposte soggettive alle lesioni, per esempio il disagio emotivo o la valutazione negativa dell’evento traumatico, piuttosto che i parametri ‘oggettivi’ come le ferite riportate, rappresentano sostanzialmente la patogenesi del PTSD (Hitchcock et al., 2015; Gabert-Quillen et al., 2011). I risultati ottenuti da questo studio possono essere letti alla luce del modello cognitivo del PTSD (Ehlers & Clark, 2000), che prevede che le le valutazioni negative, in particolare nella fase iniziale dopo l’esposizione al trauma, contribuiscono allo sviluppo del disturbo.
Conclusioni
In conclusione, i risultati dell’indagine sottolineano anche che i pazienti coinvolti in un incidente stradale sarebbero maggiormente sensibili allo sviluppo del PTSD, confermando studi precedenti (Stallard et al., 1998). Secondo lo studio di Reiner e colleghi (2021) oltre al tipo di incidente, anche il tipo di veicolo potrebbe influenzare l’elaborazione psicologica dell’incidente. Sul piano clinico emerge che i pazienti che sono stati ricoverati in reparto di rianimazione devono essere sottoposti ad uno screening per il disagio psicologico, indipendentemente dalla gravità delle lesioni, che dovrebbe essere effettuato dopo il trattamento e quando i pazienti sono fuori da una situazione di pericolo di vita. È stato dimostrato che gli interventi precoci che si rivolgono alla gestione dello stress (ad es. rilassamento della respirazione), all’auto-cura e a possibili commenti negativi sull’incidente e sul trattamento in reparto di rianimazione sono efficaci nella prevenzione a lungo termine della depressione e dei sintomi dello stress post-traumatico (Kearns et al., 2012).