Tutta colpa del cervello ha come oggetto l’analisi dei fondamenti della neuroetica, disciplina che si occupa di stabilire le limitazioni etiche delle ricerche neuroscientifiche.
Il libro dei professori Corbellini e Sirgiovanni ha come oggetto l’analisi dei fondamenti epistemici della neuroetica, intendendo con essa una disciplina che si occupa di stabilire le limitazioni che dal punto di vista etico devono avere le ricerche che attualmente sono svolte nell’ambito delle neuroscienze, grazie ai moderni ausili utilizzati nell’ambito delle tecniche di neuroimaging. Questo pone un’altra problematica, ovvero può essere l’uomo inteso nei suoi comportamenti e nelle sue peculiarità come frutto delle scoperte delle neuroscienze? Questa prospettiva appare fortemente limitante, togliendo per esempio ad altre scienze umane la possibilità di poter intervenire sul dibattito sui comportamenti umani e sugli agenti motivanti che li determinano.
La neuroetica si occupa anche di capire quali siano le basi che in ambito neurobiologico determinano la formazione del giudizio morale nell’uomo. Da questo punto di vista assumono un significato differente, alla luce delle teorizzazioni delle neuroscienze, i concetti di io, di libertà di volere e di responsabilità individuale. In altre parole, anche alcuni costrutti dell’etica, attraverso questa rivisitazione neuroetica, si sostanziano in una significazione differente, che conduce ad una diversificazione semantica, certamente più adeguata alla contestualità epistemologica attuale, alcuni costrutti classici della filosofia morale.
La neuroetica, quindi, si pone l’obiettivo di coniugare i concetti filosofici legati alla natura dell’uomo, al suo essere nel mondo, al significato da dare alla sua esistenza e al senso del suo esserci nel mondo con la nuova epistemologia neuroscientifica, che deve divenire la prospettiva teorica ed empirica delle ricerche in ambito filosofico – morale e bioetico.