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Animali domestici e salute mentale: uno studio su una popolazione over 65

Lo studio di Hui Gan et al. (2019) ha esplorato in modo approfondito come gli animali domestici possono influenzare la salute mentale degli adulti anziani

Di Francesca Naldi, Helga Cristina Avellis, Gloria Vecchi

Pubblicato il 07 Gen. 2022

Vi sono prove evidenti che possedere un animale domestico può apportare una serie di benefici per la salute mentale, specialmente per quanto riguarda gli adulti più anziani.

 

Animali domestici e salute mentale

Le prove esistenti hanno indicato che la compagnia di un animale domestico può aiutare a ridurre lo stress, la solitudine e migliorare la qualità della vita. Facilita altresì l’interazione sociale e la partecipazione all’interno della comunità, aiutando lo sviluppo di abilità di coping per persone a cui è stata diagnosticata una malattia mentale come, ad esempio, la schizofrenia e il disturbo borderline di personalità. (Brooks et al., 2016).

Alcuni studi hanno trovato che esiste una correlazione positiva tra il possesso di un animale domestico e il benessere del proprietario dell’animale, e questa relazione è più forte quando gli animali domestici svolgono un ruolo nel soddisfare i bisogni degli adulti più anziani (McConnell et al., 2011). Altre ricerche hanno riportato, tuttavia, che l’animale domestico può addirittura comportare un declino della salute mentale. Gli animali domestici possono aumentare la suscettibilità dei proprietari nel contrarre certi tipi di malattie, e tali rischi per la salute possono causare un aumento dello stress (Herzog, 2011). È stato anche suggerito che gli animali domestici possono esacerbare i sintomi depressivi negli adulti più anziani, a causa delle varie responsabilità e dei legami emotivi che sono legati al loro possesso (Gilbey et al., 2007).

Animali domestici e salute mentale negli anziani

Lo studio di Hui Gan et al., (2019) ha esplorato in modo approfondito come gli animali domestici possono influenzare la salute mentale degli adulti anziani.

Nello studio sono stati coinvolti 14 soggetti (uomini e donne) di un’età compresa fra i 65 e gli 85 anni. La partecipazione allo studio era su base volontaria, in quanto sono stati distribuiti dei volantini in una struttura per anziani. Per indagare la relazione fra compagnia di un animale domestico e benessere mentale è stato scelto un approccio qualitativo fenomenologico descrittivo (Creswell, 2014). In questo modo sono stati esplorati i pensieri, le credenze e le esperienze legate alla vicinanza ad un animale domestico, senza giudizi a priori (Creswell, 2014). Per raccogliere i dati sono state proposte delle interviste semi strutturate, svolte a domicilio, composte da due parti: una raccolta di dati demografici ed una riguardante la percezione della salute mentale in relazione alla compagnia di un animale domestico. I dati raccolti sono stati analizzati facendo riferimento all’analisi a sette fasi di Colaizzi (1978). In un primo momento un ricercatore esterno ha trascritto ogni intervista e annotato su un diario le sue reazioni, entrando in contatto con la prospettiva di ciascun partecipante. Successivamente lo stesso ricercatore ha identificato le frasi più significative riguardo all’esperienza relativa al possedere un animale domestico. L’analisi è stata condivisa con altri due ricercatori che hanno formulato sette cluster (categorie) tematici, ridotti a quattro temi principali. In conclusione i ricercatori hanno condiviso con i partecipanti una trascrizione narrativa dei risultati delle loro analisi.

Conclusioni

Nel complesso, dai risultati di questo studio esplorativo è emerso che possedere un animale domestico ha un impatto positivo sulla salute mentale grazie all’instaurarsi di un legame unico animale-umano (HAB) che può essere paragonato ad una relazione genitore-figlio o marito-moglie (Brown, 2011). I partecipanti erano disposti a rinunciare alle loro comodità personali per il benessere dei loro animali, riflettendo in qualche modo il ruolo di genitore. Il concetto di ‘genitorialità’ e cura di un animale domestico è stato trovato socialmente prezioso e significativo (Blouin, 2013; Laurent-Simpson, 2017), poiché l’essere proprietari di un animale fornisce uno scopo nella routine di una persona anziana. Questo porta a una diminuzione della solitudine e dell’isolamento sociale, aumentando i livelli di autostima e il coinvolgimento in attività significative (McConnell et al., 2011).

Un animale domestico incrementa la percezione di sicurezza riducendo al minimo il livello di ansia soprattutto negli anziani che vivono da soli (Oliveira, 2018; Shaffer & Yates, 2010), oltre a fornire conforto attraverso la loro compagnia. Inoltre, i partecipanti hanno descritto come la presenza fisica del loro animale domestico fornisce una gratificazione tattile che soddisfa uno dei bisogni sensoriali essenziali per l’uomo. Da quanto emerso sembrerebbe che, nel caso degli anziani, gli animali domestici possono essere di aiuto nel permettere loro di ritrovare un ruolo sociale stabile in un momento in cui le circostanze della loro vita iniziano a cambiare.

 

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