Il Disturbo dell’Orgasmo Femminile è definito come l’assenza, ritardo, infrequenza o marcata diminuzione dell’intensità dell’orgasmo in almeno il 75% delle esperienze sessuali.
L’orgasmo, definito come ‘il rilascio improvviso e involontario della tensione sessuale’ (Nagoski, 2015), è una componente fondamentale della soddisfazione sessuale sia per gli uomini che per le donne (Laan & Rellini, 2011). Per molte donne però, l’assenza o la difficoltà nel raggiungere un orgasmo è un evento molto comune: a livello nazionale, la difficoltà nel raggiungere un orgasmo colpisce circa il 16/28% delle donne negli Stati Uniti, Europa, Centro e Sud America e Cina continentale e fino al 46% in altri paesi asiatici (Laan et al., 2013; Zhang et al., 2017)
Nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) (APA, 2013) il Disturbo dell’Orgasmo Femminile (Female Orgasmic Disorder – FOD) è definito come l’assenza, ritardo, infrequenza o marcata diminuzione dell’intensità dell’orgasmo in almeno il 75% delle esperienze sessuali, che persiste per almeno 6 mesi provocando angoscia. In base al momento di insorgenza e al contesto in cui il disturbo si manifesta può essere classificato in: permanente (se la donna non ha mai raggiunto un orgasmo) o acquisito (se è stato raggiunto in passato ma al momento sperimenta difficoltà), generalizzato (in ogni contesto) o situazionale (esclusivamente in determinate situazioni).
Esso, in qualunque forma, può comportare difficoltà legate a molteplici aspetti della condizione: alcune donne riferiscono sentimenti di inadeguatezza, possono sentirsi come se ci fosse qualcosa di ‘sbagliato’ in loro, possono percepire delusione nei loro partner, possono sentirsi come se si stessero ‘perdendo’ una preziosa esperienza di vita (Rowland et al., 2018).
Fattori legati al Disturbo dell’Orgasmo Femminile
I fattori che possono influenzare lo sviluppo del Disturbo dell’Orgasmo Femminile sono sia di natura fisiologica e neurologica che psicosociale. Ad esempio, fattori fisiourologici e medici possono includere la disfunzione dei muscoli del pavimento pelvico, cambiamenti ormonali (menopausa o contraccettivi ormonali), alcune tipologie di farmaci e/o malattie croniche. La maggior parte dei casi però sembra essere principalmente causata da fattori psicosociali. Tra questi vi sono fattori legati al contesto sociale, che possono riguardare proibizioni culturali, divieti religiosi o atteggiamenti negativi verso il piacere piacere sessuale femminile, mancanza di informazioni sulla sessualità, atteggiamenti sul sesso. Fattori emotivi e psicologici che includono depressione, ansia, bassa autostima, vergogna o imbarazzo legati al sesso, problemi di immagine corporea, inibizione sessuale e esperienze sessuali passate traumatiche. Infine, i fattori di relazione intima che possono contribuire includono la soddisfazione generale del rapporto, i problemi con il desiderio per uno o entrambi i partner, disfunzioni sessuali del partner, mancanza di abilità o interesse del partner nel sesso, scarsa comunicazione e repertorio sessuale limitato (Marchand, 2021).
Trattamenti per il Disturbo dell’Orgasmo Femminile
Una recente revisione (Marchand, 2021) si è focalizzata sui trattamenti utilizzati per il Disturbo dell’Orgasmo Femminile individuando quelli con maggiore efficacia. I trattamenti presi in considerazione nello studio sono di seguito elencati.
Psicoterapia
Psicoterapia è un termine ampio che indica il trattamento di preoccupazioni psicologiche ed emotive attraverso il parlare e trovare strategie per affrontare i problemi in collaborazione con un terapeuta professionista. Può essere eseguita in forma individuale, di coppia o di gruppo e può includere una varietà di interventi e approcci teorici.
Masturbazione diretta
Ad oggi, le attuali raccomandazioni di best practice prevedono l’inclusione di questa componente nel trattamento di prima linea del Disturbo dell’Orgasmo Femminile (Laan et al., 2013). La masturbazione diretta è una tecnica cognitivo-comportamentale basata sulla consapevolezza che comporta l’esposizione graduale alla stimolazione genitale, avvalendosi di strumenti psicologici per migliorare l’attenzione ai segnali sessuali, includendo anche la stimolazione con vibratori. Questa tecnica punta a ridurre l’ansia e lo spectatoring, concettualmente intesa come una forma di fissazione cognitiva sulle percezioni di sé negative durante l’attività sessuale, identificando e sfidando atteggiamenti e credenze non utili sul sesso, e implementando strumenti per aumentare l’eccitazione, come la fantasia o materiali erotici (Laan & Rellini, 2011; Laan et al., 2013)
Desensibilizzazione sistematica
La Desensibilizzazione sistematica è una terapia basata sull’esposizione ad un evento/elemento ansiogeno specifico: la persona crea una gerarchia di esperienze temute per poi esporsi gradualmente dalla meno alla più ansiogena, fino a quando il soggetto sperimenta poca o nessuna ansia in merito alle situazioni precedentemente temute (Lazarus, 1963). Può essere in vivo o immaginario ed è stato testato per ridurre l’ansia e promuovere il piacere e l’orgasmo in situazioni sessuali.
Focus sensoriale
Il Focus Sensoriale è una tecnica comportamentale basata sulla consapevolezza con il fine di ridurre l’ansia e aumentare l’attenzione alle sensazioni fisiche durante attività di coppia (Weiner & Avery-Clark, 2014). Prevede lo scambio di carezze sul corpo dei partner in un contesto non impegnativo, dapprima escludendo il contatto con i genitali o il seno e in seguito incorporando quelle aree man mano che gli individui acquisiscono comfort e capacità di prestare attenzione alle sensazioni corporee.
Educazione sessuale
Gli individui sono invitati a visualizzare del materiale educativo che può comprendere diapositive, foto e/o video di masturbazione e attività sessuale.
Biblioterapia
La biblioterapia è una tipologia di trattamento che prevede l’utilizzo di un libro che ha lo scopo di guidare una persona attraverso il trattamento a casa.
Tecnica di allineamento coitale (Coital Alignment Technique – CAT)
La CAT è una posizione per il rapporto eterosessuale che posiziona i partner in modo che il bacino dell’uomo stimoli il clitoride della donna durante la spinta. Questo può essere uno strumento utile per le coppie da usare per aumentare la stimolazione clitoridea e il piacere femminile durante il rapporto, ma questa tecnica non è stata stata testata specificamente su donne con FOD.
Conclusioni
La revisione mostra un supporto più consistente per la masturbazione diretta, per il focus sensoriale e per la psicoterapia. L’educazione sessuale è una componente standard di questi approcci e può fornire valore terapeutico di per sé. L’inclusione dei partner nel trattamento può essere utile in alcuni casi, soprattutto quando la difficoltà orgasmica si verifica principalmente con un partner specifico, nonostante sia stato dimostrato che i benefici del trattamento individuale si generalizzano alle situazioni di coppia (Kuriansky et al., 1982). La desensibilizzazione sistematica, il CAT training e la biblioterapia non hanno dimostrato prove di efficacia come modalità primaria di trattamento.
Rimangono tuttavia quesiti irrisolti: perché i trattamenti esistenti non sono efficaci per alcune donne? O ancora, perché non ci sono state innovazioni significative nel trattamento del disturbo dagli anni ’80? Future ricerche potrebbero far luce su meccanismi attualmente poco chiari, come le motivazioni alla base della poca efficacia dei trattamenti su alcune tipologie del disturbo, comprendendone meglio l’eziologia, o su come adattare il trattamento dell’anorgasmia alle popolazioni multiculturali e comunitarie, che possono avere storie sessuali più più complesse.