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Uno studio sui cavalli: riconoscimento emotivo attraverso immagini e vocalizzazioni

Trösch e colleghi (2019) hanno studiato come i cavalli percepiscono e reagiscono alle emozioni umane e come questo potrebbe impattare sul loro benessere

Di Tatiana Pasino

Pubblicato il 30 Nov. 2021

Negli ultimi anni numerosi studi hanno osservato le emozioni animali e la loro modalità di espressione attraverso il linguaggio corporeo e le espressioni facciali (Waller e Micheletta, 2013), vocali (Briefer, 2018) e olfattive (Kikusui et al., 2001; Trösch et al., 2019).

 

Il riconoscimento delle emozioni tra gli animali

Il riconoscimento emotivo è importante in quanto permette una reazione adeguata per facilitare l’interazione che avviene tra membri della stessa specie (Špinka, 2012). Dato che non è ancora chiaro se gli animali possano classificare le emozioni o meno, lo studio di Trösch e colleghi (2019) vuole valutare questa capacità studiando il riconoscimento cross modale delle emozioni, cioè integrando le informazioni percepite da sensi differenti (Massaro e Egan, 1996; Trösch et al., 2019). Mentre una semplice discriminazione tra emozioni potrebbe essere spiegata da semplici regole associative apprese da parte dell’animale (Albuquerque et al., 2016), il riconoscimento cross modale implica l’identificazione dei messaggi emozionali espressi, la loro interpretazione e migliora l’efficienza, l’accuratezza e l’affidabilità del riconoscimento emotivo (Albuquerque et al., 2016; Massaro e Egan, 1996; Trösch et al., 2019).

Molti animali come cani, scimpanzé e scimmie cappuccino riescono a riconoscere le emozioni dei loro simili, discriminando le immagini presentate in base alla loro congruenza con la vocalizzazione associata (Albuquerque et al., 2016; Izumi e Kojima, 2014; Payne e Bachevalier, 2013; Evans et al., 2005), si pensi ad esempio ad una foto di una scimmia che ride, ad una foto di una che urla e ad una registrazione audio di una scimmia che emette un grido (Trösch et al., 2019). I cani inoltre riconoscono le emozioni umane (Albuquerque et al., 2016) in quanto un riconoscimento specifico delle emozioni potrebbe essere vantaggioso per coloro che vivono quotidianamente con le persone (Trösch et al., 2019; Ringhofer e Yanamoto, 2016; Smith et al., 2016; Catala et al., 2017; Chijiiwa et al., 2017; Schuetz et al., 2017; Trösch et al., 2019).

Il riconoscimento delle emozioni umane nei cavelli

Trösch e colleghi (2019) vogliono studiare come i cavalli percepiscono e reagiscono alle emozioni umane. Nello specifico, voglio osservare se la valenza delle emozioni che esprimiamo porta a sua volta ad una risposta emotiva in questi animali (ad esempio, un uomo che mostra una risposta di paura può spaventare l’animale stesso), suggerendo così un impatto sul benessere del cavallo e sulla sicurezza degli utenti che praticano equitazione (Trösch et al., 2019). Esistono numerosi studi sulle emozioni dei cavalli: possono comunicare emozioni sia vocalmente (Briefer et al., 2017) che visivamente attraverso la postura del corpo e le caratteristiche facciali (Lansade et al., 2018), inoltre reagiscono in modo diverso quando sono di fronte a delle facce o a dei vocalizzi, positivi e negativi, di altri cavalli o degli umani (Smith et al., 2016; Proops et al., 2018; Baba et al., 2019; Wathan et al., 2016; Smith et al., 2018; Trösch et al., 2019).

In questo studio (Trösch et al., 2019), con un campione composto da 34 cavalli (di razza Welsh Mares), sono state mostrate contemporaneamente due immagini di un volto umano (nello specifico, un’immagine esprime gioia e un’altra che esprime rabbia) e sono state fatte ascoltare delle vocalizzazioni positive (gioia) e negative (rabbia) con un autoparlante (Trösch et al., 2019). L’ipotesi di ricerca consiste nel fatto che i cavalli possono discriminare le due immagini in base alla vocalizzazione emessa con l’autoparlante, guardando preferibilmente l’immagine associata, e che abbiano una reazione diversa in base alla vocalizzazione (Trösch et al., 2019). Sono state effettuate sei misurazioni per ogni cavallo, osservando l’indice di preferenza dell’immagine, la risposta comportamentale delle immagini presentate e misurando il battito cardiaco (Trösch et al., 2019). I risultati ottenuti indicano che l’indice di preferenza è significativamente più alto per le immagini che sono incongruenti con la valenza emozionale della vocalizzazione eseguita, inoltre i cavalli si comportano in modo diverso a seconda della valenza della vocalizzazione: la percentuale di tempo trascorso in una posizione vigile è significativamente più alta durante le vocalizzazioni rabbiose, mentre il tempo trascorso in una posizione rilassata è più alto durante quelle gioiose. Per quanto riguarda la frequenza cardiaca, il battito cardiaco è maggiormente elevato durante le vocalizzazioni rabbiose (Trösch et al., 2019).

Conclusioni

In conclusione, lo studio suggerisce come i cavalli siano in grado di categorizzare le emozioni basandosi sulla valenza delle vocalizzazioni emesse. Questo studio è importante per l’incolumità del cavallo e della persona, in quanto una persona che esprime emozioni negative potrebbe causare stress e potrebbe contribuire ad incidenti scatenati da una reazione paurosa. Al contrario, un tono pacato potrebbe avere un effetto calmante per il cavallo e può essere utilizzato in un contesto di formazione (Trösch et al., 2019).

 

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