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Il ruolo del perfezionismo e della percezione del controllo nello stress post-traumatico

Il perfezionismo socialmente prescritto sembrerebbe essere associato a livelli più elevati di sintomatologia da stress post-traumatico

Di Eleonora Galletti

Pubblicato il 04 Ott. 2021

Per il sottoinsieme di persone con PTSD associato a perfezionismo socialmente prescritto, potrebbe essere vantaggioso effettuare un focus esplicito sul perfezionismo e sui temi ad esso associati.

 

La ricerca epidemiologica ha indicato che l’esposizione a eventi traumatici è relativamente comune, con stime che vanno dal 20% all’83% attualmente in crescita, a seguito della pandemia da COVID-19 (Breslau et al., 1998; Molnar et al., 2020). Tuttavia, la prevalenza del disturbo da stress post-traumatico (PTSD) tende ad essere relativamente bassa, con tassi di prevalenza che vanno dal 1% al 9% in Italia (EMDRia, 2020). Questi dati si aggiungono al corpus di evidenze sulla base del quale è stato ipotizzato che l’esperienza di eventi traumatici non sia sempre il principale fattore eziologico nello sviluppo del disturbo da stress post-traumatico (Johnson e Thompson 2008). Alla luce delle prove che suggeriscono che i tratti della personalità svolgono un ruolo importante nella vulnerabilità alla sintomatologia del disturbo da stress post-traumatico (Jaksic et al. 2012), Molnar e colleghi hanno cercato di esaminare le associazioni tra le dimensioni del perfezionismo di tratto e i sintomi del disturbo da stress post-traumatico (PTSD) in un campione comunitario di adulti che avevano subito almeno un evento traumatico (Molnar et al., 2020). Gli autori si sono inoltre proposti di determinare se le associazioni tra le dimensioni del perfezionismo di tratto e la sintomatologia del disturbo da stress post-traumatico variassero in funzione del grado di controllo percepito da ciascun soggetto. Il campione era composto da 161 adulti (57% donne; M = 33,24 anni) che avevano sperimentato almeno un evento traumatico nella loro vita. Essi hanno completato questionari di autovalutazione relativi a: perfezionismo di tratto, controllo percepito, personalità e sintomatologia da stress post-traumatico.

I risultati delle analisi statistiche hanno portato alla luce una particolare declinazione del perfezionismo, ovvero quello socialmente prescritto, vale a dire la convinzione che gli altri possano avere standard elevati sulla propria persona, mostrando come questo fosse associato a livelli più elevati di sintomatologia da stress post-traumatico. Questa scoperta è stata confermata dalla rilevazione di una significativa interazione con il controllo percepito, tale per cui livelli più elevati di perfezionismo socialmente prescritto erano associati a una maggiore sintomatologia da stress post-traumatico solo in condizioni di basso controllo percepito (Molnar et al., 2020). Questa interazione è comprensibile, in quanto la ricerca sull’argomento ha stabilito che individui con livelli più alti di perfezionismo socialmente prescritto tendono anche a mostrare un deficit nelle capacità di regolazione cognitivo-emotiva, mostrando abilità di coping disadattive (Rudolph et al. 2007). Queste persone tendono a sentirsi controllate dalle aspettative degli altri e spesso si trovano di fronte alla consapevolezza di non essere all’altezza delle elevate aspettative che percepiscono come imposte loro. Gli individui in questa situazione che sentono di non avere il controllo, e il cui senso di autoefficacia è presumibilmente diminuito, sono persone che, con ogni probabilità, si sentono sopraffatte dal precedente stress traumatico esperito, affrontando la credenza di non essere in grado di soddisfare standard sociali elevati (Molnar et al., 2020).

Lo studio del team di Molnar presenta implicazioni pratiche per il trattamento del PTSD. Per il sottoinsieme di persone con PTSD associato a perfezionismo socialmente prescritto, potrebbe essere vantaggioso effettuare un focus esplicito sul perfezionismo e sui temi ad esso associati. Poiché la terapia cognitivo-comportamentale è una delle terapie più raccomandate per il disturbo da stress post-traumatico, i risultati di Molnar indicano che i terapeuti trarrebbero beneficio dal prestare particolare attenzione alle cognizioni disadattive associate al perfezionismo prescritto dalla società. Inoltre, sono stati evidenziati benefici della promozione della consapevolezza tra i perfezionisti vulnerabili (Flett et al., 2020), per questo motivo, gli autori propongono anche interventi di tipo mindfulness per questo particolare problema (Molnar et al., 2020).

In conclusione, i risultati suggeriscono che gli individui con un più alto perfezionismo socialmente prescritto potrebbero essere particolarmente vulnerabili ai sintomi del PTSD dopo aver subito un trauma. Presumibilmente, questi individui trarrebbero beneficio dai tentativi di rafforzare i loro livelli di resilienza prima di essere esposti a situazioni di vita che potrebbero comportare l’esperienza di fattori di stress traumatici.

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