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Attività Assistita con gli Animali ai tempi del Covid-19: è possibile in telematica?

La pandemia ha complicato la pratica degli interventi di Attività Assistita con gli Animali dal vivo, ma non sono mancati adattamenti nel mondo online

Di Giulia Perasso

Pubblicato il 05 Ott. 2021

Aggiornato il 08 Ott. 2021 12:17

L’Attività Assistita con gli Animali può addurre benefici in termini motivazionali, educativi, ricreativi e/o terapeutici per migliorare la qualità della vita di bambini, adulti e anziani in condizioni di salute eterogenee.

 

Negli ultimi decenni, la ricerca ha dimostrato che gli interventi con gli animali possono migliorare la salute psicosociale di individui affetti da patologie croniche, nello spettro autistico, con problematiche comportamentali ed emotive (Nimer & Lundhal, 2007). In particolare una recente meta-analisi di Feng e collaboratori (2021) mostra benefici mirati relativi all’attività assistita con gli animali per i bambini e gli adolescenti ospedalizzati, in termini di diminuzione della frequenza di sintomi ansiosi e depressivi.

Nella letteratura scientifica contemporanea, Kruger e Serpell (2006) hanno identificato 20 diverse definizioni che sono state utilizzate per descrivere l’attività assistita con gli animali (AAA) e più di 12 parole chiave associate alle AAA nei database scientifici. A fronte di tale eterogeneità, la Delta Society ha pubblicato le best-practice e linee guida per le attività e la terapia assistite dagli animali nel tentativo di creare una nomenclatura standardizzata.

Generalmente, questo tipo di interventi ha come obiettivo il miglioramento del funzionamento fisico, sociale, emotivo e/o cognitivo di bambini e adulti (Delta Society, 2005) e può essere perseguito solo attraverso l’azione di specialisti propriamente certificati. Internazionalmente, gli specialisti AAA devono aver completato un corso di formazione e relativo esame come coadiutore dell’animale. Secondo gli studi scientifici, questi professionisti hanno diversi background: possono essere infermieri, medici, pediatri, fisioterapisti, assistenti sociali, psicologi, educatori, counselor (Delta Society, 2005; Kruger & Serpell, 2006).

L’ attività assistita con gli animali può addurre benefici in termini motivazionali, educativi, ricreativi e/o terapeutici per migliorare la qualità della vita di bambini, adulti e anziani in condizioni di salute eterogenee (Delta Society, 2005). Nella cornice di tali attività, gli operatori fanno visita agli utenti presso ospedali o case di cura con i propri animali. Tuttavia, gli operatori propriamente formati possono intervenire in una varietà di ambienti, tra cui scuole, strutture sanitarie, riformatori, residenze per anziani e, in alcuni casi, il domicilio della persona a cui è rivolto l’intervento.

Per quanto riguarda gli animali implicati in questo intervento la Delta Society (2005) ha stabilito che cani, gatti, porcellini d’india, cacatua, pappagalli grigi africani, cavalli, capre, polli, asini, maiali e lama, possono essere coinvolti in questo tipo di intervento. Edwards e Beck (2002) e Antonioli e Reveley (2005) hanno identificato anche i benefici di interventi AAA effettuati con delfini e cetacei presso gli acquari attrezzati alla visita di persone con patologia.

Con l’avvento della pandemia, le restrizioni socio-comportamentali per prevenire il contagio da Covid-19 hanno reso difficile la pratica degli interventi AAA dal vivo. Non sono mancate, tuttavia, le strategie di adattamento dell’intervento nel mondo online: in questo senso, il gruppo di coadiutrici del Porto dei Piccoli (Genova) e i loro amici a quattro zampe rappresentano uno dei primi gruppi di lavoro con AAA su piattaforma telematica.

Il progetto si chiama “Gimmie Five Online” e offre interventi di attività assistita con gli animali. Gli interventi sono rivolti a bambini e adolescenti con disabilità o patologie croniche, i quali, con l’aiuto dei caregiver, sono collegati tramite Skype, Meet, Zoom o altre piattaforme, alle coadiutrici e ai loro cani. L’approccio online comporta un setting in differita, dove il coadiutore e il bambino sono contemporaneamente collegati dalle stanze della propria abitazione (o dalla stanza dell’ospedale). Alcune attività chiave della seduta in presenza (come le attività di condotta al guinzaglio), non possono essere praticate a distanza. Tuttavia, utilizzando il coadiutore come “tramite”, il bambino può realizzare attività di accudimento, rivolgere comandi di base all’animale, seguirlo in percorsi, ricerche e giochi interattivi. Gli effetti a breve e lungo termine delle sessioni telematiche sono ancora in corso di investigazione scientifica, ma l’intervento è stato accolto con un alto grado di soddisfazione da parte dei bambini e delle famiglie, ponendo le basi per un futuro studio pilota sull’esperienza.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Antonioli, C., & Reveley, M. A. (2005). Randomised controlled trial of animal facilitated therapy with dolphins in the treatment of depression. Bmj, 331(7527), 1231.
  • Delta Society. (2005). Introduction to animal assisted activities and therapies.
  • Edwards, N. E., & Beck, A. M. (2002). Animal-assisted therapy and nutrition in Alzheimer’s disease. Western journal of nursing research, 24(6), 697-712.
  • Feng, Y., Lin, Y., Zhang, N., Jiang, X., & Zhang, L. (2021). Effects of animal-assisted therapy on hospitalized children and teenagers: A systematic review and meta-analysis. Journal of Pediatric Nursing, 60, 11-23.
  • Kruger, K. A., & Serpell, J. A. (2006). Animal-assisted interventions in mental health: Definitions and theoretical foundations. In A. H. Fine (Ed.), Handbook on animalassisted therapy: Theoretical foundations and guidelines for practice (2nd ed., pp. 21-38). New York: Academic Press
  • Nimer, J., & Lundahl, B. (2007). Animal-assisted therapy: A meta-analysis. Anthrozoös, 20(3), 225-238.
   
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