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La AAT: una ricerca esplorativa sull’efficacia di un programma di terapia assistita da cani negli adulti con disturbo dello spettro autistico.

Sono stati esplorati gli effetti della terapia assistita da animali su problemi psicosociali e autostima in adulti con disturbo dello spettro autistico

Di Virginia Armellini

Pubblicato il 13 Gen. 2020

La Terapia Assistita da Animali in pazienti adulti con Disturbi dello Spettro Autistico è un intervento che include un animale addestrato ed obiettivi terapeutici prestabiliti guidati da un terapeuta.

 

Il Disturbo dello Spettro Autistico (Autism Spectrum Disorder, ASD) è una condizione permanente nel corso della vita, caratterizzata da compromissione della comunicazione ed interazione sociale, del linguaggio e delle funzioni cognitive; identificata dalla presenza frequente di comportamenti ripetitivi ed interessi ristretti.

La Terapia Assistita da Animali (Animal-Assisted Therapy, AAT), è un tipo di terapia alternativa o complementare che coinvolge gli animali (es. cani, gatti, cavalli) come forma di trattamento; è stata prevalentemente indagata in bambini e adolescenti evidenziando risultati postivi e riduzione dei sintomi.

Lo studio di Wijker e colleghi (2019) esplora gli effetti della AAT, dimostrando come essa riduca i problemi psicosociali (es. stress, depressione e ansia), migliori la comunicazione sociale e l’autostima negli adulti con disturbo dello spettro autistico. Sebbene gli adulti con ASD mostrino un’elevata comorbilità con altri disturbi psicopatologici, gli interventi psicosociali sono stati poco studiati e i trattamenti efficaci per questi pazienti sono limitati. Perciò, l’attuale ricerca è di tipo esplorativo e lo scopo era ottenere maggiori informazioni sulla qualità, pertinenza e validità dell’intervento, nonché sugli ostacoli ed elementi facilitanti per la sua realizzazione.

L’AAT in pazienti adulti con ASD è un intervento che include un animale addestrato ed obiettivi terapeutici prestabiliti guidati da un terapeuta. Il campione finale dello studio comprendeva 27 partecipanti (range età 18- 60 anni) e 13 cani terapeutici addestrati.

Il protocollo di intervento consisteva in 10 sessioni settimanali, ciascuna della durata di un’ora; le valutazioni dell’efficacia del trattamento sono state effettuate dopo 10 e 20 settimane.

Ai partecipanti e terapisti è stato chiesto di compilare due diverse versioni del questionario di valutazione del processo (PEQ), il quale conteneva domande su soddisfazione, pertinenza, fattibilità e validità dell’intervento. La pertinenza e la fattibilità sono state valutate dai soggetti secondo la propria prospettiva e quella degli altri. Per indagare la qualità della sperimentazione e l’attuazione del programma AAT, invece, sono stati raccolti dati sulla qualità del campionamento e dell’intervento e descritti gli ostacoli e i facilitatori dell’attuazione del programma AAT. I dati sulla qualità del campionamento sono derivati dal database di ricerca, dalla descrizione delle procedure di assunzione e dalle interviste semi-strutturate con i terapeuti coinvolti nel reclutamento. La qualità dell’intervento, invece, è stata valutata utilizzando il feedback delle parti interessate e valutando l’aderenza (il numero di sessioni completate da un partecipante) e la fattibilità (la misura in cui gli elementi del programma sono stati eseguiti come previsto).

In generale, i risultati hanno mostrato una riduzione dello stress e dell’agorafobia e un miglioramento della consapevolezza e della comunicazione sociale. In relazione al livello di soddisfazione dell’intervento, i partecipanti erano tutti soddisfatti dell’AAT in quanto hanno indicato di aver vissuto esperienze positive come gioia, intuizione, riflessione e rilassamento. Sia i partecipanti che i terapisti hanno segnalato l’AAT come pertinente e fattibile, sia per se stessi che per altri adulti con ASD. Alcuni dei fattori che rendono tale l’intervento sono: un feedback diretto sul comportamento, un ambiente sicuro e rilassante e l’opportunità di toccare un altro essere vivente durante le sessioni di terapia. Ecco le parole di pazienti adulte con ASD che hanno partecipato allo studio:

Il contatto con gli animali è spesso senza etichette, senza pregiudizi, e facilita la ricezione di nuove informazioni e l’apprendimento di nuove abilità. Inoltre, non ci sono problemi di distanza fisica con gli animali.

L’ostacolo maggiormente evidenziato è stato il tempo limitato per completare tutti gli esercizi in una sessione; i terapisti hanno riportato diverse cause: a) bassa velocità di elaborazione del partecipante, b) tendenza del paziente a parlare spesso, c) eventi di vita del soggetto, d) difficoltà motorie e cognitive del paziente. Un esempio di esercizio è un gioco di ruolo in cui il partecipante inventa un personaggio che interagisce con l’animale; questo è stato valutato come stimolante e potrebbe rappresentare una sfida per gli adulti con ASD a causa di problemi di immaginazione e gioco di finzione. Allo stesso tempo, questa tipologia di esercizio è stata vissuta come difficile e non è stata eseguita completamente dal 30% dei pazienti. Inoltre, il protocollo terapeutico prescrive una corrispondenza fissa tra il cane terapeutico e il paziente. Se un diverso cane da terapia (es. uno più giocoso) sembrava offrire migliori opportunità ad un partecipante di raggiungere gli obiettivi terapeutici, era possibile apportare una modifica (avvenuta nel 15% dei soggetti partecipanti allo studio). Infine, cani da terapia alternativi sono stati utilizzati anche in sessioni in cui i volontari non erano disponibili per portare il loro cane da terapia nella posizione terapeutica o il cane da terapia originariamente assegnato era malato.

I partecipanti hanno avanzato ulteriori suggerimenti per una migliore implementazione dell’AAT nelle cure per la salute mentale: a) orari flessibili per le sessioni di terapia che facilitano i partecipanti con un programma di lavoro a tempo pieno; b) più sedi terapeutiche, al fine di ridurre i tempi di viaggio e l’energia; c) copertura assicurativa sanitaria per rendere la terapia accessibile a persone altrimenti non in grado di partecipare a questa ricerca. Sia i partecipanti che i terapisti hanno documentato l’importanza della condivisione delle informazioni sulla terapia e sui risultati della ricerca per informare le persone con ASD, operatori sanitari e parti interessate.

I soggetti di sesso femminile e i proprietari di cani erano sovra-rappresentati nel campione dello studio; pertanto, la generalizzazione degli effetti del trattamento dovrebbe essere fatta con cautela. Sarebbe opportuno, per studi futuri, includere un campione più grande, che comprenda più soggetti di sesso maschile e non proprietari di un cane.

In conclusione, sulla base dei risultati ottenuti, è possibile affermare che la terapia assistita da animali può essere considerata una preziosa aggiunta alle possibilità di trattamento per ridurre lo stress e migliorare la comunicazione sociale negli adulti con disturbo dello spettro autistico.

 

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