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Lo stato mentale di coppia. Il modello Tavistock Relationships (2021) – Recensione

'Lo stato mentale di coppia' di Mary Morgan descrive ed esemplifica il modello della psicoterapia psicoanalitica di coppia del Tavistock Relationships

Di Alberto Vito

Pubblicato il 30 Set. 2021

Morgan nel volume Lo stato mentale di coppia ripropone le nozioni fondamentali della psicoanalisi e mostra come vanno utilizzate per comprendere le fondamenta inconsce della relazione di coppia.

 

Mary Morgan è una psicoanalista e psicoterapeuta psicoanalitica di coppia, membro della British Psychoanalytical Society, di Tavistock Relationships e della Polish Society for Psychoanalytic Psychotherapy. È stata lettrice e direttrice del corso magistrale in psicoterapia psicoanalitica di coppia presso la Tavistock Relationships. Ha scritto nel campo della psicoanalisi di coppia, insegna e supervisiona a livello internazionale e ha una pratica analitica privata. Il suo libro: “A Couple State of Mind: Psychoanalysis of Couples – the Tavistock Relationships Model”, pubblicato nel 2018 da Routledge è uscito da poche settimane per le edizioni di Cortina nella traduzione italiana.

Il libro descrive ed esemplifica il modello della psicoterapia psicoanalitica di coppia del Tavistock Relationships, ispirandosi alla storia ma anche alle ricerche recenti di questa istituzione che, pur modificando più volte negli anni la propria denominazione, da oltre 70 anni costituisce un punto di riferimento assoluto in ambito psicoanalitico e non solo, innanzitutto per il trattamento infantile e di coppia.

La relazione di coppia, fortemente evocativa delle relazioni primarie, è intesa come luogo elettivo ove i partner, con movimenti reciproci e complementari, si ingaggiano reciprocamente in quella che Dicks (1967), uno dei primi autori ad occuparsi di coppia in chiave analitica, facendo riferimento al matrimonio, ebbe a definire una “relazione terapeutica naturale”. Nel senso che la scelta del partner rappresenta sul piano inconscio anche un tentativo di risoluzione di alcune difficoltà personali. In tal modo la coppia, in una dinamica di mutuo aiuto, può essere una potente esperienza trasformativa ed evolutiva, in un gioco felice di equilibrio tra contenimento e meccanismi difensivi. Tuttavia, in un certo numero di casi, i motivi personali di difficoltà prevalgono sul tentativo di evoluzione e la “terapia naturale” fallisce. Anzi, la relazione di coppia può divenire un amplificatore delle difficoltà individuali.

Tornando al testo, Morgan ripropone le nozioni fondamentali della psicoanalisi e mostra come vanno utilizzate per comprendere le fondamenta inconsce della relazione di coppia. La posizione psicoanalitica che il clinico assume in relazione alla coppia costruisce, all’interno della relazione di transfert e controtransfert, un setting terapeutico in cui i partner in trattamento possono sperimentare e modificare le dinamiche che impediscono l’evoluzione della loro relazione.

Per l’autrice compito primario del terapeuta è mantenere uno “stato mentale di coppia”. Tale funzione è essenziale nel suo modello e consiste nel conservare contemporaneamente nella propria mente sia la presenza di entrambi i partner sia delle loro modalità relazionali. Questa capacità consente al terapeuta di comprendere e restituire un po’ alla volta alla coppia le aree tematiche in cui si svolgono i conflitti e in cui risiedono le loro angosce condivise e le fantasie inconsce. In una coppia disfunzionale, infatti, gli stessi partner non riescono a vedere la loro “relazione” e percepiscono soltanto i bisogni individuali, propri e dell’altro, senza accorgersi che hanno dato vita anche ad un organismo diadico, con funzionamento autonomo (Filippi, S. 2003).

In pratica utilizzare tale costrutto ci invita a interrogarci sull’uso che viene fatto della relazione in quanto tale, ciò che Norsa e Zavattini hanno definito la qualità del “Senso del Noi” (Norsa, Zavattini 1997) di cui la coppia è portatrice e che sta a indicare come, accanto ai sentimenti di differenziazione sempre messi in evidenza nella modellistica psicoanalitica, bisogna dare importanza anche al sentimento di appartenenza reciproca. In tal modo la logica dell’intervento del terapeuta presuppone un superamento della lettura meramente individuale assumendo quello che già in un precedente lavoro era stato concettualizzato come lo “stato mentale di coppia” (Morgan, 2001).

Infatti, secondo il suo modello, il più importante fattore di contenimento della coppia è rappresentato da questo particolare assetto interno del terapeuta, che comporta molto più del tenere entrambi i partner in mente. Si tratta piuttosto di tenere in mente la relazione, ossia assumere una posizione interna che permette di essere soggettivamente coinvolti con entrambi i partner, ma anche, al tempo stesso, di porsi esternamente alla relazione e osservare la coppia nella sua interazione.

Successivamente lo “stato mentale di coppia” del terapeuta sollecita gradualmente la formazione di un analogo stato mentale nei membri della coppia, nella misura in cui per ognuno di essi sarà possibile iniziare a percepire se stesso, i bisogni dell’altro e la relazione tra loro. Questo è senz’altro uno degli obiettivi della terapia di coppia ed il suo perseguimento può comportare un alleggerimento delle reciproche e rigide identificazioni proiettive che avevano costituito sia un elemento di paralisi degli aspetti creativi della coppia, sia un elemento intrusivo, o comunque dotato di forte potenzialità negativa, nella psiche degli eventuali figli (Zavattini, G. 2006).

I capitoli centrali del volume sono dedicati alle aree fondamentali della teoria e della tecnica del lavoro analitico di coppia. In particolare, sono descritti i concetti di fantasie inconsce, il tema del narcisismo, il transfert e controtransfert, il ruolo della sessualità, l’identificazione proiettiva, le interpretazioni, tutti declinati secondo il particolare setting di coppia. L’ultimo capitolo è infine dedicato al tema della conclusione della terapia e ai suoi obiettivi. A questo riguardo va detto che in questo tipo di terapia l’eventualità della separazione dei partner è spesso possibile. Riguardo ai suoi scopi, analogamente a una terapia individuale analitica, una terapia di coppia può dirsi felicemente conclusa quando la funzione analitica, ovvero lo “stato mentale di coppia” è stato adeguatamente introiettato dai partner. L’incontro con il terapeuta che possiede tale assetto saldamente presente come posizione interna consente gradualmente ai partner di confrontarsi con i meccanismi ad incastro della relazione di coppia. In tal modo, può avvenire un graduale insight secondo cui nessuno pensa più che il problema sia l’altro e ci si sofferma maggiormente su ciò a cui insieme si è dato vita. L’obiettivo terapeutico deve essere quindi inteso come possibilità di ripristinare la corretta funzionalità della relazione, ovvero garantire un “Senso del Noi” collegato alle esperienze più costruttive e riparative del Sé e degli schemi che caratterizzano la collusione, in modo da favorire un Sé autonomo e più integrato, nonché una comprensione più profonda di ciò che viene affidato alla relazione come senso di appartenenza (Zavattini, G. 2006).

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Dicks H.V. (1967) Tensioni coniugali, tr. it. Borla, Roma, 1992.
  • Filippi, S. (2003). Tracce per la conduzione dei primi incontri con le coppie. Retrieved here.
  • Morgan M. (2001) I primi contatti: “lo stato mentale di coppia” del terapeuta come fattore nel contenimento di coppie incontrate in una consultazione, in Grier, F. (2003) Incontri brevi con le coppie, Borla, Roma, pp. 25-42.
  • Morgan M. (2018) Lo stato mentale di coppia. Il modello Tavistock Relationships, Tr. It. Cortina, Milano, 2021.
  • Norsa, D. Zavattini, G.C. (1997) Intimità e collusione. Teoria e tecnica della psicoterapia psicoanalitica di coppia. Milano,  Cortina Editore.
  • Zavattini, G. (2006). Lo ‘spazio triangolare’ ed il setting nella psicoterapia psicoanalitica di coppia. Retrieved here.
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