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Un nuovo “strumento” per valutare la dipendenza da sesso e la “discordanza” della comunità scientifica, un dialogo ancora aperto

Allo stato attuale, esistono diverse “nomenclature” riguardo al sesso eccessivo/problematico ma in cosa consiste la dipendenza da sesso?

Di Paolo Soraci, Roberta Cimaglia

Pubblicato il 21 Set. 2021

È stato recentemente pubblicato (Soraci et al., 2021) uno studio che valida, nel territorio Italiano, un nuovo strumento che “misura” la dipendenza da sesso (utilizzabile sia “online” che “offline”, ed indipendentemente dal genere e/o dall’oriamento sessuale).

 

Questo strumento, seppur con tutti i limiti derivanti dal campione scelto e dal non unanime consenso sull’esistenza effettiva di questa dipendenza, (e.g. Schaefer & Ahlers, 2017) è basato sui sei criteri principali delle “addictions” proposte da Griffiths nel 2005: salienza, eccessiva preoccupazione per il sesso o desiderio sessuale; modifica dell’umore, usando il sesso per modificare lo stato d’animo; tolleranza, aumentando la quantità di sesso nel tempo per mantenere alti i livelli di soddisfazione; ritiro, sintomi emotivi e fisici spiacevoli quando non si può avere rapporti sessuali; conflitto, compromettendo tutti gli ambiti della vita a causa del sesso (ad es. relazioni, occupazione/istruzione, attività sociali, ecc.); e ricaduta, ritorno a precedenti modelli problematici di comportamento sessuale dopo un periodo di astinenza o controllo (Soraci et al., 2021; Griffiths, 2005).

Questo strumento, ha delle sufficienti proprietà psicometriche, e, secondo quanto affermano gli autori, può essere utile nel campo della ricerca (non in quello clinico, almeno al momento). La scala, composta da sei item su scala likert (1 a 5, dove 1 è in totale disaccordo, 5 è in totale accordo) è la seguente:

  1. Ti è capitato di trascorrere molto tempo pensando al sesso/masturbazione o a pianificare i tuoi incontri sessuali?
  2. Ti è capitato di provare un forte desiderio di masturbarti/fare sesso sempre di più?
  3. Ti è capitato di usare il sesso/masturbazione per dimenticare/fuggire dai tuoi problemi personali?
  4. Hai provato a ridurre il tempo trascorso a masturbarti/fare sesso senza riuscirci?
  5. Ti è capitato di diventare triste/irrequieto/ansioso/arrabbiato o agitato quando ti è stato proibito di fare sesso o masturbarti?
  6. Ti è capitato di avere un’attività sessuale intensa che ha messo a rischio o a compromesso le tue relazioni sentimentali, il tuo lavoro, i tuoi risparmi, la tua salute, o i tuoi studi? (Soraci et al., 2021)

Delineato questo, è utile accennare alla “discordanza”, presente attualmente in letteratura, sull’esistenza o meno di questo tipo di dipendenza e se, in futuro, sia utile inserirla tra i disturbi mentali elencati nei manuali diagnostici, come ad esempio, il DSM 5 (APA, 2013 ; Schaefer & Ahlers, 2017).

Difatti, allo stato attuale, esistono diverse “nomenclature” riguardo al sesso eccessivo/problematico e solo il CSBD (Compulsive Sexual Behavior Disorder) è inserito nell’International Classification of Disease for Mortality and Morbidity Statistics (ICD-11). In letteratura e nelle varie ricerche pubblicate, infatti, spesso si incontrano termini come Sesso eccessivo (Hypersex), Sesso compulsivo, Dipendenza da sesso etc., questo non facilita certo il “lavoro” dei clinici e può generare confusione. Certamente, non è sempre necessario “etichettare” tutto e tutti, ma come è ormai noto, per poter dialogare in maniera più efficace e con un linguaggio condiviso tra diversi professionisti, all’interno della comunità scientifica, si rende necessaria la creazione di categorie ben definite, con “criteri” specifici e comuni.

Ma quali sono, allo stato attuale, le principali differenze tra varie etichette diagnostiche sul sesso problematico? Come accennato, in letteratura, troviamo i seguenti termini: Sesso Eccessivo (Hypersex) che è caratterizzato da un desiderio intenso e inarrestabile di impegnarsi in un’attività sessuale al fine di aumentarne gradualmente l’intensità per mantenere la stessa soddisfazione (Kafka, 2010). Il CSBD, invece, è caratterizzato dai seguenti criteri: si manifesta in uno o più dei seguenti modelli comportamentali: (i) attività sessuali ripetitive che sono diventate il fulcro della vita dell’individuo al punto che l’individuo arriva a trascurare la salute, la cura personale e le attività e responsabilità occupazionali/educative; (ii) l’individuo ha compiuto numerosi sforzi per controllare o ridurre significativamente il comportamento sessuale ripetitivo, ma senza successo; (iii) l’individuo continua ad avere comportamenti sessuali ripetitivi nonostante le conseguenze negative in diversi ambiti della propria vita (es. attività sociali, lavoro); e (iv) l’individuo continua a impegnarsi in comportamenti sessuali ripetitivi anche quando ne trae poca o nessuna soddisfazione (Kraus et al., 2018; ICD-11). La dipendenza da sesso, come accennato precedentemente, si caratterizza da: salienza, eccessiva preoccupazione per il sesso o desiderio sessuale; modifica dell’umore, uso del sesso per modificare lo stato d’animo; tolleranza, aumento della quantità di sesso nel tempo per mantenere alti i livelli di soddisfazione; ritiro, sintomi emotivi e fisici spiacevoli quando non si può avere rapporti sessuali; conflitto, compromissione di tutti gli ambiti della vita a causa del sesso (ad es. relazioni, occupazione/istruzione, attività sociali, ecc.); e ricaduta, ritorno a precedenti modelli problematici di comportamento sessuale dopo un periodo di astinenza o controllo (Soraci et al., 2021; Griffiths, 2005).

Vista la “discordanza” nelle nomenclature, al momento, alcuni autori hanno proposto di utilizzare il termine ombrello “Sesso problematico eccessivo”, nel quale includere un po’ tutte le proposte date al sesso problematico (Schaefer & Ahlers, 2017).

Nonostante questo disaccordo, i caratteri chiave distintivi di tutte le concettualizzazioni di “sesso problematico eccessivo” derivano da comportamenti sessuali ossessivi, compulsivi, impulsivi e/o fuori controllo (ad es. Miner et al., 2019). Inoltre, sono tutti caratterizzati da preoccupazioni ripetitive e intense per fantasie, impulsi e comportamenti sessuali che sono angoscianti per l’individuo e/o sfociano in un rischio psicosociale (Derbyshire & Grant, 2015, p.37).

Sebbene, dunque, i termini siano spesso usati in modo intercambiabile e sovrapponibile, in molte ricerche, secondo diversi autori, sesso compulsivo, dipendenza dal sesso e ipersessualità sono costrutti diversi. Come Andreassen et al. (2018) notano: “C’è stato molto dibattito per molti anni sul fatto che questo comportamento sia meglio concettualizzato come un disturbo ossessivo-compulsivo, una dipendenza o un disturbo del controllo degli impulsi, e di conseguenza sia stato spiegato secondo diversi modelli concettuali” (p.2).

Diversi autori, inoltre, hanno evidenziato una correlazione tra depressione, ansia (Staff, 2007) e sesso problematico eccessivo [che include tutte le tipologie di sesso problematico elencate sopra, come ad esempio la dipendenza da sesso o il sesso complusivo] (Lewczuk et al., 2017; Soraci et al, 2021). Inoltre, studi precedenti hanno rivelato che i tratti della personalità “Big Five” (cioè estroversione, nevroticismo, gradevolezza, coscienziosità e apertura) hanno associazioni con un sesso eccessivamente problematico. Più specificamente, Shimoni et al. (2018) hanno osservato che: “gli individui altamente estroversi hanno intrapreso un’attività sessuale fin dalla tenera età, hanno molti partner sessuali, una varietà di attività sessuali e un’attività sessuale pericolosa e negligente rispetto agli individui introversi. Il nevroticismo è stato associato a visioni liberali sul sesso, al sesso non sicuro, ad un discontrollo degli impulsi e ad emozioni negative, come ansia, depressione e rabbia. Gli individui con bassa gradevolezza e coscienziosità in genere sono gratificati nel praticare sesso non sicuro, hanno la tendenza al liberalismo sessuale e comportamenti impulsivi di assunzione di rischi rispetto a quelli con alta gradevolezza e coscienziosità. Infine, gli individui con bassa apertura tendono tendono a sviluppare comportamenti sessuali pericolosi, come infedeltà e comportamenti sessuali promiscui” (Shimoni et al., 2018, p.1016). Nella letteratura esistente, tratti di personalità specifici (ad es. nevroticismo e scarsa coscienziosità) sono stati associati positivamente a diversi tipi di dipendenza, inclusa la dipendenza dal sesso (Badii et al., 2020; Soraci et al., 2021). Tra gli aspetti della personalità correlati alla dipendenza dal sesso (Karila et al., 2014), sono stati riportati alti livelli di estroversione e nevroticismo e bassi livelli di coscienziosità (Pinto et al., 2013; Rettenberger et al., 2016; Schmitt, 2004; Walton et al., 2017), così come si è riscontrata un’associazione positiva con il narcisismo (Kafka, 2010; Kasper et al., 2015) e l’associazione negativa con l’autostima (e.g. Badii et al., 2020).

Inoltre, il crescente uso della tecnologia (in particolare l’uso di Internet) ha portato a un coinvolgimento più diversificato nel sesso come il cybersex e il sesso telefonico. Nonostante l’elevata importanza sociale e la crescente attenzione, l’interesse per il sesso eccessivamente problematico è rimasto ai margini della ricerca scientifica sistematica e della classificazione psichiatrica. In attesa di chiarezza sulla terminologia “corretta” da utilizzare, i ricercatori e i clinici, hanno svolto e stanno tuttora svolgendo un’eccellente lavoro nel panorama di quello che può già definirsi, almeno empiricamente, un “disturbo da sesso problematico”.

 

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