L’emergenza Covid-19 ha avuto un impatto su pazienti con malattie croniche attraverso una molteplicità di fattori: le difficoltà di accesso alle visite e alle cure, il sovraccarico degli operatori, la mancanza di continuità assistenziale e il minore supporto relazionale percepito.
Comunicato Stampa
Roma, 7 luglio 2021. Durante la pandemia da Covid circa un terzo dei pazienti con malattie croniche ha faticato a comunicare con il proprio medico curante, mentre quasi uno su dieci ha addirittura smesso di contattarlo, mettendo seriamente a rischio la propria aderenza alle terapie. A rivelarlo è un’indagine realizzata dall’Osservatorio di Psicologia in cronicità in collaborazione con la Regione Lazio, presentata in occasione dell’evento “Emozioni in Cronicità ai tempi del Covid-19 – Ricerche e prospettive future”, organizzato dall’Ordine degli Psicologi del Lazio.
La ricerca, che ha interessato 114 soggetti con una età compresa tra 20 e 86 anni affetti da diverse patologie – tra le quali diabete, artrite, tumori, cardiopatie – ha evidenziato con chiarezza il peggioramento dello stato di salute e della condizione psicologica dei pazienti cronici durante il periodo connesso all’emergenza sanitaria. A pesare, una molteplicità di fattori: le difficoltà di accesso alle visite e alle cure, il sovraccarico degli operatori, la mancanza di continuità assistenziale e il minore supporto relazionale percepito. In questo pur difficile scenario, l’11.4% dei pazienti ha invece riferito un miglioramento nella gestione della malattia, grazie anche alla riorganizzazione dei servizi a valle dell’emergenza.
Le delicate implicazioni di tipo psicologico prodotte dalla pandemia hanno indotto circa il 40% degli intervistati a ricercare un supporto specialistico. Tra coloro che vi hanno fatto ricorso, il 30% ha riferito un sentimento di angoscia e fragilità legato al timore di un peggioramento della propria condizione a seguito di una possibile trasmissione del virus; il 32% ha lamentato la scarsa attenzione alle misure anti-contagio nel proprio contesto sociale e lavorativo; il 32% ha faticato a vivere con rassegnazione i cambiamenti imposti dall’emergenza; il 5% ha manifestato preoccupazione rispetto alle proprie capacità di autoregolazione.
I risultati dell’indagine – ha spiegato Mara Lastretti, Coordinatrice dell’Osservatorio di Psicologia in cronicità dell’Ordine Psicologi Lazio – hanno evidenziato come la Psicologia, attraverso la lettura dei vissuti e dei processi che regolano la vita di persone con cronicità e dei loro team, si sia dimostrata in grado di agevolare in modo significativo l’adozione di condotte virtuose. A tale riguardo, sul sito Osservatorio Psicologia in Cronicità è disponibile il primo ebook sui casi di buone prassi adottate durante la pandemia da team integrati dalla funzione psicologica.
I dati completi dell’indagine “Emozioni in Cronicità ai tempi del Covid 19 – Ricerche e prospettive future” sono disponibili sul sito dell’Osservatorio di Psicologia in cronicità e sulle sue pagine Social Facebook, Instagram e Linkedin.