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CLASH: il modello che spiega perché 10 gradi fa eravamo più tranquilli e pacifici

CLASH traccia un percorso concettuale segnato dalla latitudine che afferma l'influenza del clima su aggressività e violenza.

Di Eleonora Galletti

Pubblicato il 09 Lug. 2021

Il team di scienziati di Van Lange ha concepito il modello CLimate, Aggression, and Self-control in Humans (CLASH), con il quale affermano che l’aggressività e la violenza aumentano man mano che i climi diventano più caldi e che le variazioni stagionali si riducono, influenzando l’orientamento temporale e l’autocontrollo degli individui.

 

 Nell’ultimo decennio, il clima è stato riconosciuto sempre più come un importante fattore che plasma il comportamento umano (Carleton & Hsiang, 2016). Proprio per questo motivo, la relazione empirica tra clima e violenza è stata dimostrata in molti contesti: dalla violenza domestica in India e in Australia, ad aggressioni e omicidi negli Stati Uniti e in Tanzania, alla violenza etnica in Europa, fino ai conflitti civili diffusi in tutto il mondo (Sekhri & Storeygard, 2013; Auliciems & DiBartolo, 1995; Ranson, 2014; Miguel, 2005; Andreson et al., 2013; Bergholt & Lujala, 2012). Osservando questi fenomeni, è possibile affermare che la violenza aumenti man mano che il clima diventa più caldo (Burke et al., 2015); è importante sottolineare che gli effetti sulle brutalità siano maggiormente causati dalla temperatura piuttosto che da altre variabili climatiche, e che siano più forti per i conflitti tra gruppi che per i conflitti interpersonali.

Proprio sulla base di tali osservazioni, il team di scienziati di Van Lange ha concepito il modello CLimate, Aggression, and Self-control in Humans (CLASH; ita. Clima, Aggressione, e Autocontrollo negli Umani), il quale afferma che l’aggressività e la violenza aumentano man mano che i climi, per l’appunto, diventano più caldi e che le variazioni stagionali si riducono, influenzando l’orientamento temporale e l’autocontrollo degli individui (Van Lange, Rinderu & Bushman, 2017). Nell’articolo di Rinderu, Bushman e Van Lange (2017) sull’argomento vengono esaminate le prove empiriche emergenti a sostegno di tale approccio.

La maggior parte delle teorie psicologiche si concentra sul clima caldo come stimolo principalmente avversivo che innesca l’aggressività (Anderson & Bushman, 2002). Il calore è una caratteristica del clima che è rimasta stagionalmente stabile e prevedibile per migliaia di anni, fornendo una panoramica annuale di ciò che ci si può aspettare, meteorologicamente parlando, in ciascuna stagione. È stato dimostrato che le caratteristiche del clima lo rendono in grado di incidere psicologicamente e sociologicamente sugli individui nel lungo periodo, e che le variabili climatiche chiave che influenzano l’aggressività e la violenza sono il calore medio e, soprattutto, la variazione stagionale del calore (Van De Vliert, 2009).

Ad ogni clima corrisponde una determinata cultura, in questo senso, si può affermare che un particolare clima possa creare una specifica cultura. Un presupposto chiave di CLASH consiste nel fatto che le persone a latitudini più elevate, vicine alle calotte polari, si adattano a temperature più fredde, e soprattutto a maggiori variazioni stagionali, sviluppando costumi culturali caratterizzati da un maggiore orientamento al futuro e da un maggiore autocontrollo. Il modello CLASH sottolinea inoltre che queste ultime due variabili sono importanti per inibire l’aggressività e la violenza, e che sono quindi possibili mediatori dell’aggressività data da sbalzi di temperatura. Molte prove, infatti, mostrano che atti violenti hanno inizio quando cessa l’autocontrollo, e che la mancanza di autocontrollo sia uno dei più forti correlati noti del crimine violento (Evans et al., 1997; Gottfredson & Hirschi, 1990). Allo stesso modo, un’abbondanza di ricerche ha dimostrato le relazioni tra un maggiore orientamento al futuro e minori aggressività e violenza (Zimbardo & Boyd, 1999).

Proprio per questo, CLASH traccia un percorso concettuale segnato dalla latitudine che afferma l’influenza dei climi sulle conseguenze dell’aggressività, evidenziando come orientamento al futuro ed autocontrollo possano mediare tale relazione.

 Quali sono le prove empiriche a sostegno di questo modello? In primo luogo, i risultati della ricerca non solo si esprimono a favore di CLASH, ma anche a favore delle estensioni del modello ad altre variabili socioeconomiche, come la ricchezza. Le ricerche mostrano che la stabilità termica, in particolare il calore, e la povertà economica sono correlate positivamente all’aggressività della popolazione. Questi i risultati validi in 124 paesi dell’emisfero settentrionale ed in 43 paesi dell’emisfero meridionale che suggeriscono sia la generalizzabilità dei risultati tra gli emisferi, sia l’importanza dell’equatore come divisione biogeografica (Van De Vliert & Dann, 2017).

In secondo luogo, la ricerca mostra che la latitudine di uno stato prevede tassi di omicidi più elevati in paesi con una maggiore vicinanza all’equatore; tuttavia, la relazione non regge nell’emisfero australe (Fuentes et al., 2017). Sono necessarie ulteriori ricerche per vedere perché CLASH sarebbe vero solo per alcune parti del mondo, poiché esistono anche alcune prove che il modello non sia supportato in Russia (Prudko & Rodina, 2017). È possibile attribuire il motivo di tale incongruenza alla densità di popolazione, poiché la grande maggioranza della popolazione mondiale vive nell’emisfero settentrionale. Infatti, gli studi mostrano che livelli più elevati di densità ed affollamento sono stati associati a livelli più elevati di aggressività (Lawrence et al., 2004).

Terzo, CLASH ha ricevuto un certo sostegno dalla ricerca sul bullismo, definito come

comportamento aggressivo finalizzato a un obiettivo che danneggia un altro individuo nel contesto di uno squilibrio di potere.

In 40 paesi europei e nordamericani, infatti, la ricerca mostra che la prevalenza del bullismo tra gli adolescenti aumenta con la maggiore vicinanza all’equatore (Volk, 2017).

Nel complesso, le prove riportate forniscono un supporto preliminare per CLASH, che dovrebbe essere ulteriormente studiato e posto come presupposto per comprendere i tassi di violenza e crimine mondiali. Comprendere le radici dell’aggressività e della violenza è uno dei passi più importanti per ridurre conflitti e ostilità, e per promuovere la fiducia e la cooperazione in un mondo che sta diventando sempre più piccolo e sempre più caldo.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Anderson, C. A., Bushman, B. J. (2002). Human aggression. Annu. Rev. Psychol. 53:27-51 http://dx.doi.org/10.1146/annurev. psych.53.100901.135231.
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