Il disturbo borderline di personalità (BPD) è caratterizzato da un’instabilità emotiva che pervade molteplici ambiti (American Psychiatric Association-APA, 2013).
Il criterio diagnostico più rilevante riguarda gli sforzi frenetici per evitare un abbandono reale o immaginario (APA, 2013) ed evidenzia la probabilità che questi individui possano mettere in atto comportamenti disfunzionali che potrebbero comportare una maggior probabilità di essere vittime sessuali di un partner. Difatti, è stato dimostrato che le donne con tratti di disturbo borderline di personalità sono maggiormente a rischio di subire abusi sessuali (Young & Furman, 2008).
Naturalmente, la responsabilità dell’abuso ricade sull’autore, ed è importante identificare e comprendere i fattori che portano alla perpetrazione della coercizione sessuale. Tuttavia, Few e Rosen (2005) hanno sottolineato che identificare le caratteristiche delle vittime è necessario al fine di comprendere i fattori che aumentano i suddetti rischi.
Quindi, sarebbe utile conoscere in quali circostanze le persone con tratti di BPD hanno una maggior probabilità di essere sessualmente compiacenti e, osservando più da vicino l’associazione tra i tratti del disturbo borderline di personalità e la compliance sessuale, una più acuta sensibilità all’abbandono potrebbe essere il tratto specifico che influenza questa associazione.
Per compliance sessuale si intente la volontà di una persona di impegnarsi in rapporti sessuali non realmente desiderati (Katz & Tirone, 2010). Nelle relazioni sentimentali, le persone con tratti di disturbo borderline di personalità possono idealizzare il loro partner e richiedere la sua attenzione in un dato momento, successivamente però, potrebbero svalutarlo ritendendolo poco premuroso (APA, 2013). I periodi di svalutazione avvengono tipicamente in risposta a un rifiuto reale, che determina la paura dell’abbandono (Gunderson, 2011). Questo timore incrementa le disfunzioni relazionali e ciò vale sia nei campioni clinici che in quelli della comunità (Hill et al., 2011). Le persone con tratti di BPD possono mettere in atto sforzi frenetici per evitare il rifiuto impegnandosi in azioni impulsive, come l’esplicitazione di comportamenti sessuali indesiderati (Bouchard et al., 2009). La conformità sessuale, a sua volta, determina ulteriori conseguenze nefaste nei rapporti. Per esempio, essere sessualmente accondiscendente comporta un aumento dei livelli di cortisolo che, a loro volta, incrementano lo stress (Hartmann & Crockett, 2016). Inoltre, essere sessualmente accondiscendenti con lo scopo di trattenere un partner comporta una diminuzione della soddisfazione relazionale (Impett et al., 2010).
A causa di una maggiore sensibilità alla perdita di un partner, dunque, le persone con tratti di disturbo borderline di personalità possono essere più sessualmente compiacenti, attuando tale comportamento come una strategia utilizzata per mantenere la relazione. Va da sé che le persone che temono l’abbandono possono avere difficoltà a stabilire e far rispettare chiari confini nell’attività sessuale.
Willis e Nelson-Gray (2017) hanno condotto uno studio semi-sperimentale con l’obiettivo di indagare la relazione tra timore dell’abbandono, tratti borderline e compliance sessuale. Manipolando sperimentalmente la paura dell’abbandono, gli autori si sono proposti di identificare quale fosse il fattore responsabile dell’associazione tra i tratti del disturbo borderline di personalità e la compliance sessuale (Bouchard et al., 2009). Naturalmente, per ragioni etiche, è stata valutata una compliance sessuale ipotetica.
Per quanto riguarda la manipolazione, i ricercatori hanno riferito ai partecipanti che, sulla base delle loro personalità, vi fosse una scarsa – o una forte – affinità con il loro partner. Primariamente essi hanno ipotizzato che i tratti del BPD sarebbero stati significativamente correlati con l’ipotetica compliance sessuale. Ulteriormente, hanno supposto che la paura dell’abbandono, indotta sperimentalmente, avrebbe interagito con i tratti del disturbo borderline di personalità ed avrebbe predetto la compliance sessuale ipotetica. In particolare, i ricercatori hanno ipotizzato che l’associazione tra i tratti del BPD e la compliance sessuale sarebbe stata più forte per i partecipanti nella condizione di scarsa affinità.
Allo studio hanno preso parte 130 donne, impegnate in una relazione da almeno due mesi.
È stato dimostrato che le donne con tratti BPD più elevati possono essere portate ad impegnarsi in atti sessuali indesiderati, in particolar modo quando percepiscono una minaccia o un potenziale abbandono da parte del loro partner. Questi risultati possono indicare che le persone con tratti BPD più elevati sono più propense a conformarsi alla coercizione sessuale, probabilmente per evitare conseguenze negative come la dissoluzione della relazione. Questo risultato giustifica i “frenetici tentativi di evitare l’abbandono” spesso messi in atto da coloro i quali presentano alti tratti di disturbo borderline di personalità (APA, 2013). Va da sé, però, che essere sessualmente accondiscendenti per evitare conseguenze negative, tende a provocare molteplici ripercussioni. A conferma di ciò, Muise, Impett e Desmarais (2013) hanno scoperto che mettere in atto comportamenti sessuali al fine di evitare conseguenze negative, prevedeva una diminuzione della qualità delle relazioni e del desiderio sessuale.
È importante ricordare che lo studio è stato effettuato su un campione non clinico. Le persone con una diagnosi certa di disturbo borderline di personalità avranno dunque una maggior probabilità di percepire una minaccia relazionale e, di conseguenza, potrebbero essere maggiormente a rischio di essere vittime di coercizione sessuale da parte del loro partner. Il trattamento d’elezione per il BPD è la terapia dialettica del comportamento (Dialectical Behavioral Therapy – DBT), che tratta la disregolazione emotiva e i comportamenti correlati ad essa (Kliem, Kröger, & Kosfelder, 2010). In una versione della DBT indirizzata agli autori di violenza domestica, Fruzzetti e Levensky (2000) hanno indicato la necessità di prendere in esame il comportamento sessuale problematico.
Alla luce dei risultati del presente studio, affrontare i comportamenti sessuali problematici dovrebbe essere parte integrante della DBT, al fine di prevenire l’aumento dei tassi di vittimizzazione sessuale che le donne con diagnosi di BPD spesso sperimentano (Young & Furman, 2008).
Al contempo, secondo gli autori, il trattamento dovrebbe anche mirare a far sì che questi soggetti siano in grado di gestire in maniera funzionale la possibilità di un potenziale abbandono, affinché essi non siano portati ad impegnarsi in attività sessuali indesiderate. Inoltre, i risultati potrebbero determinare la necessità di coinvolgere all’interno della terapia anche i partner. Aumentando la consapevolezza di questi ultimi rispetto ai comportamenti sessuali che potrebbero essere messi in atto di fronte alla percezione di una minaccia relazionale, si potrebbe far sì che i partner delle donne con disturbo borderline di personalità mostrino una maggiore sensibilità rispetto a questa propensione, evitando di convincerle ad impegnarsi in attività sessuali indesiderate.