Lo studio di Gómez et al. (2020) ha indagato il profilo clinico di 49 pazienti ambulatoriali con Disturbo Borderline di Personalità confrontando tra loro gli individui con e senza una relazione romantica.
Il disturbo borderline di personalità (DBP), che colpisce il 10% dei pazienti psichiatrici ambulatoriali ed il 20% di quelli ricoverati (Del Barrio, 2016; Skodol et al., 2002) è caratterizzato da alterazioni dell’identità, disregolazione emotiva, grave impulsività e problematiche interpersonali (Bagge et al., 2004; Sanislow et al., 2002), che si ripercuotono sul funzionamento generale e relazionale dell’individuo. Questi pazienti hanno maggiori difficoltà a mantenere stabili e positive relazioni sociali, che tendono ad essere meno soddisfacenti (Skodol et al., 2002) e soggette a precoce rottura (Zeigler-Hill & Abraham, 2006).
Inoltre, la fedeltà relazionale viene compromessa a volte a causa della loro tendenza alla promiscuità sessuale; ovvero il cambio repentino di partner nel corso della vita.
Secondo uno studio trasversale, una minore soddisfazione emotiva nelle relazioni romantiche era predetta da impulsività, depressione e sfiducia interpersonale tra coloro con DBP (Miano et al., 2017). In ulteriori indagini, questa insoddisfazione emotiva si associava a sua volta alla futura comparsa di comportamenti patologici tra i pazienti, come attaccamento ambivalente ed ansioso, comunicazione passivo-aggressiva e continue richieste di affetto al partner (Bodenmann et al., 2007). Tra le cause dello sviluppo di un attaccamento insicuro nella relazione amorosa è stata riscontrata la presenza di traumi infantili (Wishman et al., 2006).
Nonostante molta letteratura abbia indagato le relazioni romantiche nei pazienti con DBP, sono state valutate solo la soddisfazione e la qualità relazionale e non l’emergere di aspetti psicopatologici (ovvero impulsività, vuoto emotivo ed ostilità). Oltre ad essere state trascurate le ripercussioni interpersonali degli episodi traumatici infantili la ricerca non ha chiarito come mai alcuni pazienti con DBP siano in grado di mantenere stabilmente un partner relazionale, nonostante la loro psicopatologia.
Con lo scopo di colmare parzialmente queste lacune, lo studio di Gómez et al. (2020) ha indagato il profilo clinico di 49 pazienti ambulatoriali con DBP confrontando tra loro gli individui con e senza una relazione romantica.
L’obiettivo era determinare se ci fossero differenze nelle caratteristiche psicopatologiche, nello stile di attaccamento adulto, nell’autostima, nella qualità della vita e nel tipo di episodi traumatici infantili. Sono state inoltre verificate le correlazioni tra alcune caratteristiche cliniche del paziente e del partner (ovvero personalità, stile di comunicazione e di attaccamento, autostima, qualità della vita, ostilità e soddisfazione emotiva e sessuale).
Sebbene non siano emerse differenze nella gravità clinica della patologia borderline tra coloro senza e con partner, questo secondo gruppo presentava un livello più alto di aggressività espressa, una maggiore incidenza di episodi infantili traumatici (abuso emotivo, abuso sessuale ed abbandono emotivo) oltre che un attaccamento evitante. Coerentemente con la letteratura, la presenza di un trauma precoce, tratti impulsivi, ostili, ed uno stile di attaccamento evitante tra coloro affetti da DBP (Bouchard & Sabourin, 2009), inducono la ricerca di una relazione stabile e soddisfacente che possa compensare il trauma infantile, originato da un modello relazionale precoce instabile di dipendenza emotiva (Montes-Berges, 2009).
Inoltre, coloro con DBP e una relazione amorosa, riportavano una più bassa autostima, una salute fisica peggiore, ma livelli più alti di benessere psicologico. Questa apparente contraddizione suggerisce che i pazienti con stabilità relazionale, potrebbero sfruttare l’attaccamento sentimentale per compensare lo scarso affetto che rivolgono a sé stessi; per cui la relazione diviene fondamentale poiché conferisce stabilità alla propria identità ed al proprio concetto di sé.
Mentre coloro con maggiori livelli di autostima non erano tendenzialmente coinvolti in una relazione sentimentale, l’aggressività fisica era la variabile clinica più implicata nella predizione dello stato civile impegnato. Infatti, coerentemente ad uno studio longitudinale, il 37% delle coppie con partner affetto da DBP, erano vittime di violenza fisica e psicologica (Zanarini et al., 2011). Altre indagini sulla stessa linea, hanno riscontrato che il 20-60% delle coppie riportava aggressioni fisiche, mentre per l’80% erano verbali (Bouchard et al., 2009; Eckhardt & Crane, 2015). Tali risultati vengono ricondotti alla tendenza alla reattività emotiva che questi individui mostrano all’interno del conflitto coniugale (Bouchard et al., 2009).
Per quanto concerne le correlazioni tra caratteristiche cliniche del partner e del paziente; è emerso che la gradevolezza nella relazione si associava ad una comunicazione esigente del membro con DBP, a testimonianza del fatto che il rapporto era consolidato in una dinamica relazionale patogena e persistente.
Inoltre, la coscienziosità del partner correlava con la soddisfazione emotiva nel paziente per la presenza di uno stile relazionale che agisce secondo ruoli stabiliti in un legame di interdipendenza. Infatti, di fronte alle richieste persistenti di origine emotiva dell’individuo con DBP, il partner è in grado di contenere tale reattività.
Questi aspetti relazionali di codipendenza e scarsa autonomia del paziente con DBP, possono essere oggetto di intervento mediante tecniche cognitivo comportamentali (Christensen et al., 1995).
In conclusione, sebbene questo studio abbia approfondito alcune dinamiche relazionali dei pazienti affetti da DBP, non è esente da limiti. Oltre ad essere un’indagine trasversale, per cui non è possibile ricondurre in modo causale le variabili indagate alla psicopatologia borderline, sono state incluse variabili raccolte retrospettivamente e la dimensione limitata del campione non consente la generalizzazione dei risultati.
Accanto alle indagini trasversali, sarebbero vantaggiosi studi longitudinali nella valutazione dell’aspetto relazionale di questi pazienti. Divenire consapevoli dell’incidenza di disturbi psichiatrici, traumi infantili e schemi disadattivi nei pazienti con DBP e nelle coppie che costituiscono, potrebbe fornire informazioni cliniche per comprendere in modo più approfondito lo schema reiterato che emerge nella relazione.