In ricordo di Albert Bandura (4 dicembre 1925 – 26 luglio 2021) – È deceduto il 26 luglio 2021 Albert Bandura, psicologo e studioso che ha contribuito al passaggio dal comportamentismo alla rivoluzione cognitiva nel campo dell’apprendimento sociale.
Il suo primo contributo fu sull’apprendimento: attraverso una serie di esperimenti, come quello della bambola Bobo, Albert Bandura dimostrò che l’apprendimento non avvenisse esclusivamente nel comportamento a contatto diretto con gli oggetti, ma anche attraverso esperienze indirette, in cui gli oggetti sono rappresentati cognitivamente e non percepiti direttamente, per esempio con l’osservazione di altre persone. Bandura ha adoperato il termine modellamento (modeling) per identificare questo processo di apprendimento.
Il secondo contributo di Bandura riguarda l’agentività umana (human agency), la capacità di agire attivamente e trasformativamente nel contesto in cui si è inseriti. A sua volta l’agency ha il suo elemento chiave nel senso di auto-efficacia, ovvero le credenze delle persone riguardanti la loro efficacia nel gestire gli eventi e che influenzano le scelte, le aspirazioni, il livello di sforzo, di perseveranza, la resilienza, la vulnerabilità allo stress e la qualità della prestazione.
Il concetto di auto-efficacia ha influenzato anche la psicoterapia cognitiva, in quanto ha favorito l’uso delle credenze sul sé come perno intorno al quale coordinare l’accertamento delle distorsioni cognitive. In breve, mentre nell’analisi comportamentale il contenuto delle variabili è sempre aperto, nell’accertamento cognitivo il contenuto del mediatore cognitivo è predeterminato e tende ad essere concettualizzato in termini di credenze su di sé, sul mondo/ambiente (incluse le relazioni interpersonali), o il futuro. Nel corso del tempo, le credenze sul sé hanno guadagnato un ruolo prevalente all’interno della triade cognitiva. Questa prevalenza finale nella teoria dei modelli centrati sul sé è anche attribuibile all’influenza del lavoro fondamentale di Bandura.
In sintesi, le credenze positive sul sé sulla capacità di gestire e controllare gli eventi e le reazioni emotive sono considerate in gran parte responsabili del benessere emotivo e dell’efficacia nella vita quotidiana, mentre le credenze negative sul sé ci rendono depressi o ansiosi.
Le credenze sul sé sono organizzazioni di conoscenza stabili e gerarchicamente sovraordinate perché atte a integrare e riassumere i pensieri, i sentimenti e le esperienze di una persona, comprese le loro caratteristiche fisiche, i ruoli sociali, i tratti di personalità e le aree di particolare interesse per l’individuo e le sue abilità.