Waterman & Cooper (2020) hanno revisionato la letteratura esistente, valutando i potenziali rischi e benefici della terapia EMDR auto-somministrata.
La terapia di desensibilizzazione basata su movimenti oculari (EMDR) è raccomandata da molti organismi nazionali e internazionali per il trattamento del disturbo da stress post-traumatico (PTSD), tra cui l’Organizzazione mondiale della sanità (World Health Organisation, 2013) e l’American Psychiatric Association (American Psychiatric Association., 2004).
Sebbene non si è concordi sul meccanismo alla base che spieghi la sua azione sulla sintomatologia (Bisson et al., 2013), la ricerca individua l’EMDR come più efficace del trattamento farmacologico e della maggior parte delle altre psicoterapie per il trattamento del PTSD. In particolare, è superiore ad altre terapie rivolte al trauma, nella riduzione dei pensieri intrusivi ed abbassamento dell’attivazione (Khan et al., 2018).
Il PTSD è una patologia con prevalenza particolarmente elevata in occidente tra le popolazioni di rifugiati e richiedenti asilo, che spesso hanno sperimentato un trauma ad esempio nelle forme di reclusione, tortura o violenza sessuale (Firenze et al., 2016). Queste popolazioni non accedono alla terapia psicologica non solo perché molto costosa, bensì per una mancanza di consapevolezza del diritto, barriere dettate dal linguaggio, ricollocazioni ripetute all’interno del paese e soprattutto mancanza di fiducia negli operatori sanitari.
Anche nei paesi a medio e basso reddito, il rischio di trauma per conflitti e tortura subita aumenta (Kessler et al., 2017) ed, essendo contesti con poche risorse o distribuite iniquamente, non è garantito l’accesso a cure efficaci (Kohn et al., 2004; Saxena et al., 2007).
Barriere rilevanti all’accesso alla terapia psicologica, generalizzabili all’intera popolazione sono lo stigma percepito associato alla terapia stessa (Lannin et al., 2013), vincoli fisici (come vivere in territori isolati), agorafobia, scarsa mobilità fisica o mancanza di accesso ai mezzi di trasporto (Simblett et al., 2017). Anche il razionamento dei servizi secondo gravità sintomatologica o grado dell’impatto funzionale, insieme alle lunghe liste di attesa per la psicoterapia all’interno dei servizi sanitari nazionali, possono impattare notevolmente.
Date queste difficoltà, unite alla concomitante crescita di internet come fonte di informazioni mediche, si è reso urgente lo sviluppo, la valutazione e la regolamentazione, di tecnologie che aumentino l’accesso ad informazioni sanitarie di qualità, oltre che alle terapie psicologiche (Ruzek & Yeager, 2017). Infatti, molti individui potrebbero non capire come valutare l’affidabilità di un sito web o di un applicazione (Eysenbach & Köhler, 2002). Inoltre, nonostante alcuni siti vengano gestiti da agenzie sanitarie specializzate o si conformino a determinati standard di qualità, molti altri non sono regolamentati.
Per quanto concerne l’EMDR, diversi forum testimoniano il suo utilizzo in termini di terapia autosomministrata.
Mentre esistono 11 applicazioni Apple e 8 Android che offrono la possibilità di autosomministrarsi l’EMDR, diversi siti web non regolamentati pubblicizzano strumenti di auto-aiuto per questa terapia.
A partire dalle correnti evidenze, Waterman & Cooper (2020), hanno revisionato la letteratura esistente, valutando i potenziali rischi e benefici della terapia EMDR auto-somministrata, presentando evidenze di efficacia relative ad altre psicoterapie di auto-aiuto.
L’unica indagine sulla ricerca di efficacia, tollerabilità, fattibilità e sicurezza della terapia EMDR autosomministrata (Spence et al., 2013), includeva un trattamento fornito interamente online di sei lezioni, con elementi di EMDR e CBT affiancati ad un contatto settimanale con uno psicologo. Il 55% dei partecipanti, che soffrivano di PTSD, hanno riportato una regressione completa della sintomatologia post trattamento ed al follow up di tre mesi.
Tuttavia, il campione ridotto, l’elevato tasso di abbandono, l’assenza di un gruppo di controllo ed il contatto con lo psicologo, hanno impedito di trarre conclusioni definitive.
Nella valutazione post trattamento era emersa una moderata tolleranza della terapia tra i soggetti, suggerendo la possibilità di apportare modifiche al protocollo. Al fine di migliorare l’accettabilità dell’intervento, sarebbe utile includere elementi di interazione sociale, come un avatar umano virtuale di accompagnamento (Rehm et al., 2016).
Una problematica insorta riguardava la valutazione dell’idoneità dei pazienti alla terapia EMDR, nella capacità di utilizzare con successo tecniche di autocontrollo e rilassamento (Tien, 1997). Nonostante questo, insieme all’attuazione di una procedura standardizzata, non sia possibile, i rischi evidenziati puramente a livello teorico non trovano fondamento nella letteratura sulla terapia EMDR computerizzata di auto-aiuto.
Per quanto concerne le prove di efficacia relative ad altre psicoterapie di auto aiuto erogate su internet, evidenze in letteratura sostengono che oltre ad essere maggiormente accessibili, sono economiche e sicure nel trattamento dei disturbi dell’umore, d’ansia e del consumo di sostanze (Kumar et al., 2017).
Trattamenti interamente online, sia di esposizione a stimoli per la riduzione dell’ansia nelle fobie e nel panico, che nella riduzione del disagio psicologico legato a traumi in popolazioni di rifugiati, si sono dimostrati efficaci (Schneider et al., 2005); andando incontro ad un target che con poca probabilità avrebbe ricevuto un intervento psicologico diretto (Tol et al., 2020).
Ulteriori indagini hanno supportato l’efficacia delle applicazioni su smartphone nel trattamento del PTSD. In particolare, “PTSD Coach” scaricata da oltre 100000 utenti in 74 paesi del mondo, che comprende tecniche di auto-aiuto incluso il rilassamento (US Department of Veterans Affairs., 2013).
Nonostante siano promettenti nel poter raggiungere ad un basso costo un’ampia fetta della popolazione, nei trattamenti di auto-aiuto è complesso mantenere il coinvolgimento del paziente, come testimoniato dal completamento della CBT online solo dal 20% dei soggetti (Christensen et al., 2006).
Considerando le evidenze attuali, la terapia online non scoraggia né influisce sull’efficacia della terapia personalizzata diretta (McDonald et al., 2020), ma rende il supporto maggiormente accessibile nei paesi a medio e basso reddito, dato l’incremento in tutto il mondo dell’utilizzo della tecnologia (Hall et al., 2014; Ruzek & Yeager, 2017)
In conclusione, sia l’EMDR, che in generale gli interventi psicologici online per diverse forme di psicopatologia, possono aggirare alcune delle barriere all’accesso alla terapia. Ciò nonostante, si rendono necessarie ulteriori ricerche in questo ambito, ancora poco esplorato, per vedere se realmente i vantaggi superano gli svantaggi.