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Troppo controllo fa perdere il controllo: una forma di disregolazione emotiva poco considerata – REPORT dall’evento

Il controllo è spesso considerato in termini positivi, quasi un sinonimo di perfezione; ma quando questo diventa eccessivo cosa accade? - Report dal webinar

Di Eleonora Alpinoli

Pubblicato il 08 Giu. 2021

Il controllo, in particolare l’iper controllo, spesso viene considerato in termini positivi, un sinonimo di perfezione, funzionale al raggiungimento dei propri obiettivi; ma quando questo diventa eccessivo porta ad una estrema sofferenza e a perdere il controllo dei propri stati emotivi.

 

Il 24 Marzo si è svolto il webinar gratuito organizzato dal centro specialistico di Studi Cognitivi per il trattamento dei Disturbi della Personalità. Il Centro ha sede a Modena e propone un percorso innovativo per il trattamento delle problematiche della disregolazione emotiva. Il percorso di cura è strutturato quotidianamente, dal lunedì al venerdì, ed è rivolto a un numero massimo di 12 partecipanti e si struttura sulla base di modelli evidence base per il trattamento dei disturbi della personalità. I nostri modelli di riferimento sono: la Terapia Dialettica Comportamentale di M. M. Linehan (2015), il Multiple Family Program di J. G. Gunderson (2009), il modello LIBET (Life themes and plans Implications of biased Beliefs: Elicitation and Treatment) per la concettualizzazione del caso e il Modello Metacognitivo per gruppi di A. Wells (2018).

La Dr. Alessia Offredi psicologa psicoterapeuta lavora anche presso il Centro per i Disturbi della personalità e ha tenuto il webinar allo scopo di analizzare i vantaggi e gli svantaggi del controllo nella regolazione delle Emozioni.

Il controllo, in particolare l’iper controllo, spesso viene considerato in termini positivi, un sinonimo di perfezione, funzionale al raggiungimento dei propri obiettivi; ma quando questo diventa eccessivo porta ad una estrema sofferenza e a perdere il controllo dei propri stati emotivi.

Il controllo non è da considerare una caratteristica patologica dell’essere umano, tutti hanno un livello di controllo più o meno elevato che oscilla tra il polo del discontrollo e il polo dell’iper controllo, ciò che risulta importante è muoversi tra la mediana di questo continuum ed agire in modo più o meno controllato a seconda delle necessità.

A questo proposito esiste un continuum valido per tutti dove da un lato vi è la polarità del discontrollo ossia persone impulsive, tendenti alla drammatizzazione che corrono rischi e vivono emozioni soverchianti, mentre al polo opposto la polarità dell’iper-controllo è caratterizzata da persone timide, inibite, pianificatrici che controllano l’espressione delle proprie emozioni.

E’ importante considerare il controllo anche in termini positivi, in particolare uno dei principali vantaggi è la sua funzione prosociale: permette all’uomo di vivere in relazione con gli altri, di aggregarsi in clan e in tribù. Rilevare e controllare le proprie emozioni e intenzioni è stato essenziale per creare il legame sociale che è la chiave della sopravvivenza umana.

Inoltre il controllo consente all’uomo di inibire la propria spinta all’azione ovvero di non seguire ogni impulso e vivere in prossimità degli altri; gli permette di perseverare e pianificare per il futuro, piuttosto che rilassarsi e aspettare di ricevere risorse dalla natura, la perseveranza induce a procacciare risorse mentre la capacità di pianificazione permette di conservare risorse per quando non si potranno reperire assicurando la sopravvivenza del gruppo.

Infine il controllo consente di regolare i segnali comunicativi e le idee sul mondo, permette di segnalare le intenzioni da lontano attraverso le espressioni facciali. Questo consente di conservare energia, risolvere conflitti o iniziare collaborazioni senza un grande impegno iniziale in modo sicuro.

La teoria biosociale analizza l’ipercontrollo come l’esito di un’interazione tra tre componenti: la componente nurture riguardante le influenze socio-biografiche, una componente nature che riguarda il temperamento biosociale e le influenze genetiche ed infine la componente coping ossia le strategie di fronteggiamento visibile.

Per quanto riguarda la componente nature, ogni essere umano nasce con un cervello differente, e la risposta neuronale delle varie aree cerebrali a certi stimoli è rapida e differente per ognuno di noi.

Le persone con iper-controllo, a questo proposito, sono caratterizzate da: scarsa sensibilità alla gratificazione, alta sensibilità a possibili minacce, alto controllo inibitorio e alta attenzione ai dettagli; questa persona, inoltre, cresce in un ambiente che sostiene il bisogno di essere performante, controllato e serio.

Ogni individuo vive poi in ambienti diversi (culturale, famigliare, tra pari..) che possono influenzare eventi di iper controllo e sostenere alcuni punti come: l’autocontrollo imperativo, errori imperdonabili, essere sempre pronti, vincere è essenziale, mai mostrare debolezze.

Infine con il tessuto temperamentale innato e con gli apprendimenti dell’ambiente la persona impara a muoversi nel mondo con determinate strategie, apprende che se si muove nel mondo evitando rischi non pianificati, mascherando i propri sentimenti e rimanendo distaccata dagli altri può ridurre la possibilità di fare degli errori e apparire vulnerabile o fuori controllo.

Quando, però, l’iper controllo diventa maladattivo porta ad una serie di conseguenze negative per l’uomo; tra queste è possibile citare la scarsa ricettività e apertura alla novità ossia la persona ipercontrollata tenderà ad evitare una situazione di incertezza o rischi non pianificati e tenderà a non cogliere critiche. Porta poi a scarsa flessibilità nel controllo, il soggetto avrà bisogno di struttura e ordine, iperperfezionismo, pianificazione compulsiva, e alte regole morali.

Un ulteriore conseguenza è l’espressione emotiva pervasivamente inibita e scarsa consapevolezza emotiva, le emozioni infatti vengono espresse in modo non sincero o incongruente con il reale sentimento. Infine vi è scarsa connessione sociale e intimità con gli altri caratterizzata da relazioni distanti e distaccate, la sensazione di essere diversi dagli altri e ridotta capacità di provare empatia.

Tutti questi aspetti possono comportare dei pregiudizi nell’atteggiamento assunto verso persone con iper controllo, in particolare è facile presumere che il comportamento pubblico sia uguale a quello privato oppure che sia tutto come sembra.

Esiste un trattamento fondato e ritagliato su queste problematiche di iper controllo che prende il nome di Radically Open Dialectical Behaviour Therapy (RO-DBT).

Il suo ideatore fu Lynch secondo il quale il benessere psicologico comprendeva la ricettività e l’apertura a nuove esperienze e feedback disconfermanti per favorire l’apprendimento, il controllo flessibile per l’adattamento alle condizioni ambientali e l’intimità e la connessione con almeno una persona, sulla base del fatto che la nostra sopravvivenza dipende dalla capacità di costruire legami duraturi e operare all’interno di un gruppo.

L’intervento dopo una prima fase di orientamento e impegno inizia ad essere svolto in parallelo in un setting individuale e di gruppo: gli obiettivi raggiunti nel trattamento individuale sono comportamenti a rischio per l’incolumità, le rotture dell’alleanza viste come momenti di apprendimenti e gli aspetti comportamentali che allontanano il paziente con iper controllo dagli altri; mentre gli obiettivi del trattamento gruppale invece includono l’apertura radicale per riuscire ad essere aperti agli apprendimenti di nuove informazioni, si lavora sui segnali sociali e maladattivi e infine sugli aspetti comportamentali

In conclusione è importante sottolineare come le persone con ipercontrollo non devono imparare a impegnarsi di piu o sforzarsi di più.. ma di meno.

 

TROPPO CONTROLLO FA PERDERE IL CONTROLLO – VIDEO:

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Thomas R. Lynch (2021) “Manuale Ro DBT, La Radically Open Dialectical Behavior Therapy per il trattamento dei disturbi da ipercontrollo – guida teorica e pratica”. Erickson
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Molte persone cercano di prevenire ed eliminare la sofferenza attraverso diverse forme di controllo, applicate in modo rigido e assoluto.

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