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Tornare a dormire. Una guida pratica per dormire meglio e superare l’insonnia (2021) di Federica Farina – Recensione del libro

La lettura fornisce riflessioni interessanti sul sonno e sull'insonnia che consentono di comprenderne alcune dinamiche e contestualizzarla

Di Simona Meroni

Pubblicato il 21 Mag. 2021

Come promette il sottotitolo, il volume Tornare a dormire rappresenta uno strumento semplice, utile e concreto per poter “conoscere” l’insonnia, ma anche per iniziare a gestirla.

 

La scrittura chiara e molto diretta dell’autrice guidano il lettore passo passo, fornendo non solo informazioni e dati derivanti da studi internazionali, ma anche esercizi di riflessione, analisi e contenimento.

Il testo ci aiuta anche a riflettere su come la nostra società attuale sembra essersi dimenticata dell’importanza di un ritmo di vita compatibile con il nostro benessere.

Orari di lavoro serrati, richieste pressanti, aspettative poco chiare e spesso non autodeterminate, contribuiscono ad un malessere che per molti si riflette in disturbi legati al sonno.

Il libro, infatti, si apre con un dato di sicuro interesse: lo Studio Morfeo (condotto in collaborazione tra i Centri del Sonno di tutta Italia e i Medici di Medicina Generale) ha rilevato che il 60% dei pazienti che si rivolgono al medico di base riferiscono problematiche di insonnia.

La peculiarità dei disturbi legati al sonno è forse l’impotenza appresa che li contraddistingue.

Ogni sintomo, certamente, ci fa sentire impotenti e succubi di qualcosa che non possiamo controllare; ma in particolar modo il sonno è qualcosa che “ci sceglie” e sul quale sentiamo a volte di poter fare poco o nulla.

Riprendere coscienza della parte “attiva” che “giochiamo” in questo caso è fondamentale per poter migliorare il nostro sonno.

Il circolo vizioso che rischia di crearsi, infatti, è quello di pensare di non avere speranza, innervosirsi per questo, sforzarsi di trovare una soluzione poco organizzata e perpetuare questa tensione che, chiaramente, non aiuterà a sciogliere il nodo.

La lettura fornisce riflessioni interessanti che consentono all’insonne, ma anche a chi magari semplicemente si interessa al fenomeno, di contestualizzarlo in una cornice sociale, così da comprendere quanto dinamiche esterne e interne siano intrecciate.

La sempre maggiore diffusione di tablet e smartphone (schermi a luce blu) rappresenta un ulteriore tassello che ci spinge verso la riduzione di sonno.

Senza demonizzare questi strumenti, ormai parte integrante della nostra vita quotidiana, vale la pena riflettere su quale spazio dare loro, sia concreto che metaforico.

Gli schermi a luce blu, infatti, riducono la produzione di melatonina (l’ormone che regola il ciclo sonno veglia) e producono un’attivazione cognitiva, che influenza il benessere del sonno.

Ma oltre a questo dato “oggettivo”, possiamo facilmente immaginare che l’utilizzo dei social network, invece, produca un’attivazione emotiva che altrettanto contribuisce o per qualcuno potrebbe equivalere ad un disturbo per il sonno.

Il manuale Tornare a dormire, come detto in apertura, contribuisce con riflessioni guidate a farci prendere coscienza del nostro ambiente circostante e dell’uso funzionale o disfunzionale di oggetti, ambienti e attività. Il passo successivo, utile e immediato, è quello di suggerire pratiche concrete per poter riorganizzare il proprio tempo e spazio per tutelare il benessere del proprio sonno.

Una riflessione importante, trasversale al contenuto del testo, è la necessità di fornire una linea di demarcazione tra sonno e veglia, tra on e off: dobbiamo poter rivendicare il diritto a spegnerci, a riposare.

Soprattutto in questo periodo peculiare, nel quale giustamente la riflessione si spinge sempre di più sulla qualità del tempo, degli spazi, sui confini reali e mentali (per alcuni troppo stretti delle quattro pareti di casa, per altri troppo labili di un orario di lavoro che sembra essere diventato fluido, inteso come onnipresente) dobbiamo ritornare ad apprendere che possiamo e siamo in grado di tutelarci.

Prendere coscienza di “un’invasione di stimoli” e di quanto questi poi “agiscono” al nostro interno è il primo passo per poter organizzare una giornata (e, di conseguenza, una nottata) che tenga conto un po’ di tutti gli aspetti in gioco: la performance che non solo ci viene richiesta, ma che vogliamo anche in linea con i nostri valori portare avanti, i nostri desideri e anche i nostri bisogni fisiologici.

Una cosa non esclude l’altra.

Certamente dovremo e potremo incappare in qualche rinuncia o in qualche riorganizzazione, ma impareremo – come ci insegna provocatoriamente Elizabeth Bishop – che “l’arte di perdere le cose non è difficile da imparare”.

Si impara, purtroppo, a perdere il sonno, ma si impara anche – se guidati – a perdere le cause che lo hanno fatto allontanare da noi.

È interessante anche prendere coscienza di alcuni determinismi genetici, che distinguono gli esseri umani in “allodole” o “gufi”: persone più attive nelle prime ore del giorno, e persone invece più produttive verso le ore serali. Comprendendo la propria natura si può iniziare a combattere una giusta battaglia: si potrà infatti dedurre come non ci sia una verità universale (“Devi dormire 8 ore a notte / devi andare a letto prima delle undici” e così via), ma una verità corretta per ciascuno di noi.

Proprio come quando si segue un percorso terapeutico, si possono mettere a fuoco parti di se stessi e imparare ad accettarle.

Questo non significa avere una scusa per non agire (“Sono fatto così, cosa ci posso fare?”), ma avere una leva per toccare i punti giusti (“Sono fatto anche così, quindi cosa posso fare?”) e avvicinarci ad un benessere che potrà essere fluttuante, ma che sicuramente segnerà un nuovo inizio.

Tra gli strumenti utili per gestire e trasformare l’insonnia, oltre a tabelle strutturate e guidate per prendere coscienza di come e cosa facciamo, l’autrice suggerisce anche alcuni semplici esercizi di rilassamento e Mindfulness, che condividono un punto fondamentale: la consapevolezza.

Come più volte abbiamo scritto, non solo in questo testo, il punto di partenza è sempre il mettere a fuoco (o essere aiutati a farlo) se stessi: da lì inizierà il primo passo che ci porterà verso il nostro obiettivo.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Farina, F. (2021). Tornare a dormire. Una guida pratica per dormire meglio e superare l’insonnia. EPC: Roma.
  • Morin C.M., Espie A.C. (2004). Insonna, Guida alla valutazione e all’intervento psicologico, McGraw-Hill.
  • Jon Kabat Zinn (2012). Vivere momento per momento, ed. Garzanti libri.
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