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Conseguenze a lungo termine dell’abuso di alcol: la Sindrome di Korsakoff

La sindrome di Korsakoff (KS) è una sindrome contraddistinta dalla perdita di memoria e quasi sempre conseguenziale all’assunzione cronica di alcol

Di Cristina Bassanetti, Riccardo Fragomeno

Pubblicato il 12 Mag. 2021

Aggiornato il 12 Gen. 2024 11:44

I sintomi della Sindrome di Korsakoff includono la confabulazione (Kopelman et al., 2009), l’amnesia retrograda ed anterograda, nonché la presenza di disfunzioni esecutive e di alterazioni affettive e socio-cognitive (Arts et al., 2017).

 

Introduzione

Descritta per la prima volta da Lawson (Lawson, 1878) come una sindrome contraddistinta dalla perdita di memoria e quasi sempre conseguenziale all’assunzione cronica di alcol, la sindrome di Korsakoff (KS) è stata successivamente studiata e valutata approfonditamente dallo studioso dal quale prende il nome (Korsakoff, 1887) ed è attualmente definita come una condizione caratterizzata da deficit mnemonici e cognitivi, causati dall’interazione tra le caratteristiche neurotossiche dell’alcol, la predisposizione individuale allo sviluppo del disturbo e la carenza di Tiamina (Kopelman, 1995; Zubaran et al., 1997). Tale vitamina, anche nota come B1, costituisce un nutriente essenziale per diversi tessuti del corpo incluso il cervello, ma è spesso presente in quantità deficitarie nei soggetti caratterizzati da un eccessivo consumo di alcol (Martin et al., 2003): ciò è dovuto sia al fatto che la dieta dei soggetti alcolisti risulta essere mediamente più povera di nutrienti, sia alla riduzione delle capacità di assorbimento delle sostanze fondamentali per il corpo, secondaria ai danni intestinali provocati dall’alcol (Ijaz, et al., 2018). Sebbene la sindrome di Korsakoff non legata all’alcolismo sia rara, tale condizione può talvolta comparire come conseguenza di condizioni quali la “Ipermesi gravidica” (Yoon et al., 2005), HIV, trattamenti chemioterapici (Martin et al., 2003), anoressia nervosa o gravi disturbi o interventi gastrointestinali (Scalzo et al., 2015). La frequente compresenza della KS con una forma di encefalopatia descritta per la prima volta da Carl Wernicke nel 1881, caratterizzata da atassia, disfunzioni vestibolari e nistagmo (Nahum, 2014), è implicabile al fatto che il deficit di Tiamina e l’alcolismo siano fattori di rischio comuni ad entrambe le condizioni: in caso di comorbidità, si applica la diagnosi di sindrome di Wernicke-Korsakoff (WKS) (Zubaran et al., 1997). L’incidenza della sindrome di Korsakoff, nei soggetti alcolisti, è stimata aggirarsi intorno al 12-13% (Torvik et al., 1982, quoted by Cook, 2000).

Sintomatologia e diagnosi

I sintomi della sindrome di Korsakoff includono la confabulazione (Kopelman et al., 2009), l’amnesia retrograda ed anterograda, nonché la presenza di disfunzioni esecutive e di alterazioni affettive e socio-cognitive (Arts et al., 2017), oltre alla possibile comparsa, sebbene meno frequente, di manifestazioni allucinatorie e paranoidi e di comportamenti aggressivi (Gerridzen, Goossensen, 2014): tali sintomi, uniti alla frequente mancanza di consapevolezza per la propria condizione (Gerridzen, Goossensen, 2014), rendono tali pazienti difficili da trattare in un contesto domestico, ragion per cui non è raro che essi rimangano ospedalizzati in reparti d’emergenza per lunghi periodi di tempo (Kopelman et al., 2009).

L’ampio spettro di sintomi cognitivi e comportamentali costituisce il riflesso delle sottostanti alterazioni neuronali. Uno studio pubblicato nel 1999 (Visser et al., 1999), condotto con la metodologia della Risonanza Magnetica, evidenzia, mediante il confronto con un gruppo di soggetti di controllo e con un gruppo di soggetti alcolisti ma privi di diagnosi di KS, la presenza di alterazioni cerebrali nei pazienti con Sindrome di Korsakoff: tali soggetti mostrano un decremento lieve nel volume ippocampale (6%) e nel volume del Talamo (10%), mentre una riduzione maggiore è identificabile nei corpi mammillari (29%), coinvolti nelle funzioni mnemoniche ed emotive. Rispetto ai soggetti di controllo, i soggetti con diagnosi di sindrome di Korsakoff presentano anche un incremento del 72% del volume del terzo ventricolo cerebrale, differenza che si riduce al 38% nel confronto con i soggetti alcolisti privi di diagnosi (Visser et al., 1999). Tali alterazioni strutturali sono accompagnate da anomalie funzionali: uno studio condotto con Tomografia ad Emissione di Positroni (PET) con fluorodesossiglucosio (18-FDG) ha evidenziato un generale ipometabolismo nella materia grigia sottocorticale nei pazienti con KS (Reed et al., 2003) ed un ipermetabolismo nella materia bianca, caratteristica condivisa con l’autismo e con la schizofrenia e probabilmente imputabile a un fenomeno compensatorio conseguente ad un’inefficiente connettività funzionale (Mitelman, 2018).

Per la valutazione del disturbo, ai fini diagnostici, è possibile avvalersi del MMSE (Mini-Mental State Examination, Folstein et al., 1975), utile ai fini della quantificazione della compromissione cognitiva e degli stati confusionali; tale strumento si è però rivelato poco efficiente nel misurare le alterazioni mnemoniche, ragion per cui la sua somministrazione dev’essere integrata con domande volte a testare la memoria del paziente, relative alle notizie recenti e ad eventi sportivi, familiari o personali (Kopleman et al., 2009).

Nonostante la diagnosi sia favorita dall’ausilio sia di test standardizzati, sia di metodiche di neuroimaging, l’ambiguità dei sintomi clinici della sindrome di Korsakoff la rende confondibile con altre condizioni, quali lo stato d’ebrezza, disturbi mentali di vario tipo o manifestazioni secondarie a traumi cerebrali (Kopelman et al., 2009), fatto che conduce spesso ad una sotto-diagnosi del disturbo, la cui presenza viene frequentemente appurata solo in seguito all’esame autoptico (Nisson & Sonne, 2013).

Trattamento e prognosi

A causa dell’elevata incidenza della sindrome di Korsakoff e di Wernicke-Korsakoff, nonché del rischio di mortalità ad esse associato, risulta fondamentale stabilire la profilassi preferenziale per tali condizioni (Cook, 2000): in primo luogo, si rende necessaria la somministrazione di elevate dosi di vitamina B, in particolare B1, preferibilmente per via parentelare, fondamentali per evitare il cronicizzarsi della sintomatologia (Kopelman et al., 2009): in seguito al trattamento intensivo con Tiamina, il 25% dei pazienti con Korsakoff presenta una remissione sintomatologica, il 50% mostra un miglioramento graduale e solo il 25% non mostra miglioramenti (Victor et al., 2017, quoted by Kopelman, 2009). All’integrazione alimentale è utile affiancare, per favorire il recupero delle abilità lese, training finalizzati alla riabilitazione cognitiva, quali la “Errorless Learning”, che ha dimostrato un’elevata efficacia nel trattamento dei pazienti con sindrome di Korsakoff (Rensen et al., 2017). Il solo intervento sul deterioramento cognitivo, mediante la somministrazione di integratori e l’attuazione di training, tuttavia, pur essendo necessario non è sufficiente: i soggetti affetti da Sindrome di Korsakoff sono esposti ad un aumentato rischio di sviluppare sintomi secondari affettivi, ansiosi e psicotici, per affrontare i quali possono risultare necessari sia i trattamenti psicofarmacologici (Gerridzen, Goossensen, 2014), sia interventi di stampo clinico, integrabili con sedute di gruppo che permettano ai soggetti di beneficiare del confronto con altri individui affetti da dipendenza da sostanze (Kopelman et al., 2009).

Conclusioni

Sebbene la somministrazione di Tiamina (Kopelman et al., 2009) ed i training cognitivi (Rensen et al., 2017) si siano rivelati efficaci ai fini della remissione dei sintomi nei pazienti affetti da sindrome di Korsakoff o Wernicke-Korsakoff (Victor et al., 2017, quoted by Kopelman, 2009), la mancanza di un intervento precoce, favorita dall’ambiguità sintomatologica della KS, rischia di favorire la progressiva cronicizzazione del disturbo (Kopelman, 2009). Una soluzione a tale problema potrebbe risiedere nell’attuazione di interventi preventivi, specialmente sui soggetti a rischio, al fine di diminuire le percentuali di istituzionalizzazione, con effetti positivi a lungo termine sia sul benessere della popolazione, sia sulle finanze relative alla salute pubblica (Centerwall, Criqui, 1978; Yellowlees, 1986). Oltre ai possibili programmi di educazione alimentare rivolti ai soggetti a rischio (Ijaz, et al., 2018), finalizzati a stimolare una maggior consapevolezza sull’importanza di un’alimentazione variegata e ricca di nutrienti, un modo per ridurre l’incidenza dei disturbi legati ai deficit di Tiamina potrebbe consistere nell’addizione di tale vitamina alle bevande alcoliche in commercio (Centerwall, Criqui, 1978), o agli alimenti di utilizzo comune, come il pane e la farina (Yellowlees, 1986).

Oltre all’importanza di favorire la prevenzione, effetti positivi potrebbero derivare anche da un’estensione ed integrazione delle modalità di intervento sui soggetti con sindrome di Korsakoff conclamata: ad oggi la letteratura scientifica, concentrandosi quasi esclusivamente sugli interventi volti a ridurre i deficit nutritivi e cognitivi e, in minor misura, sugli interventi psicofarmacologici, riporta pochi studi sulla validità degli approcci psicologici nel trattamento della Sindrome di Korsakoff. Data l’elevata comorbidità di tale sindrome con disturbi psicosomatici (68%) e con altre manifestazioni psichiatriche (66%) (Gerridzen, Goossensen, 2014), l’auspicio per il futuro è che venga posta una sempre maggior attenzione all’importanza del sostegno psicologico nei confronti dei soggetti affetti da tale condizione, sia per favorirne l’adesione al trattamento, sia per affrontare le problematiche sottostanti il comportamento di abuso da alcol.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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