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Primo amore (2004) – Cinema & Psicoterapia

"Primo amore" (2004) regia di Matteo Garrone, con Michela Cescon e Vitaliano Trevisan. Dal romanzo “Il cacciatore di anoressiche” di Marco Mariolini

Di Antonio Scarinci

Pubblicato il 18 Mag. 2021

Aggiornato il 26 Mag. 2021 19:50

Quante donne subiscono gli eccessi dei loro partner senza che essi arrivino alla patologia? Primo amore non è un film sull’anoressia, ma sulla patologia dell’amore, sul rapporto distorto di potere nella relazione uomo-donna. 

Attenzione! L’articolo può contenere spoiler

Trama

 Un orafo veronese ha un’ideale femminile: la sua donna deve essere molto magra e avere una testa che possa sostenere il comportamento da assumere per mantenere in termini perentori il peso ideale.

Incontra con un appuntamento al buio Sonia, è attratto, anche se si dimostra freddo e le chiede di dimagrire. La donna aderisce al folle progetto di Vittorio e inizia una dieta strettissima che la porta a essere schiava del suo aguzzino. Il suo è un gesto d’amore che si conclude in modo drammatico quando si rende conto della psicopatologia del suo compagno.

Motivi d’interesse

Quante donne subiscono gli eccessi dei loro partner senza che essi arrivino alla patologia?

Vittorio controlla Sonia, evita che lei si possa cibare di carboidrati e grassi. Il possesso dell’altro diventa esasperato e la prigionia della donna si fa sempre più dura e inaccettabile.

L’ossessione dell’uomo polarizza i suoi scopi al punto che lo porta a chiudere la sua attività; tutto ruota intorno all’alimentazione e al peso della sua compagna.

Sonia è costretta in situazioni sociali a fare delle brutte figure, oggetto di scenate e costrizioni di ogni genere, umiliata.

Esasperata, approfittando della distrazione del suo partner, lo colpisce con un attizzatoio mortalmente.

 Il finale è una provocazione che libera lo spettatore dall’inquietudine rabbiosa che accompagna il percorso narrativo. L’aumento dei femminicidi dimostra che le cose non vanno proprio come nel film. Il potere esercitato sulle donne ribalta l’epilogo della storia nella vita reale.

Primo amore non è un film sull’anoressia, ma sulla patologia dell’amore, sul rapporto distorto di potere nella relazione uomo-donna. L’amore di Sonia che arriva fino alla dipendenza affettiva si contrappone alla volontà di possesso di Vittorio che vuota il corpo della donna, lo cesella, lo modella, espropriandola da tutto ciò che circonda la sua mente per impadronirsene.

Indicazioni di utilizzo

Il film può essere un ottimo stimolo di riflessione lungo il percorso di una terapia di coppia o per uomini che non si rassegnano ad accettare l’indipendenza e l’autonomia della propria compagna.

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Antonio Scarinci
Antonio Scarinci

Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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