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Il coraggio delle emozioni (ai tempi del coronavirus) (2020) di G. Ciuffardi, T. Perissi – Recensione

'Il coraggio delle emozioni' mira a depatologizzare la prospettiva con cui si guarda alle emozioni negative con particolare attenzione al periodo attuale

Di Chiara Carlucci

Pubblicato il 13 Mag. 2021

La lettura del libro Il coraggio delle emozioni (ai tempi del coronavirus) equivale un po’ ad addentrarsi in una piccola fiaba: gli autori introducono ogni capitolo del testo con un aforisma della celebre storia del Mago di Oz.

 

Gli autori vogliono mettere in risalto il ruolo del cuore e delle emozioni, che a loro avviso hanno un notevole impatto sul cervello e sulla ragione.

Lo scopo del libro è alquanto singolare: depatologizzare la prospettiva con cui si guarda alle emozioni negative, restituendo loro la dignità persa per via del tentativo di medicalizzare qualsiasi cosa ritenuta in qualche modo fastidiosa o addirittura patologica.

Uno scopo in qualche modo quasi romantico, fiabesco, perché le emozioni, secondo gli autori, coinvolgono non solo il cervello, ma soprattutto il cuore, e quindi non vanno sempre controllate, ma bensì vissute, perché in ciò c’è del potenziale.

Non tutte le emozioni avverse sono infatti traducibili in disturbi patologici, tutt’altro hanno spesso una valenza positiva e adattiva.

Peccato però che l’individuo non sempre riconosce il potere positivo delle proprie emozioni sgradevoli quali la rabbia, la paura o la tristezza, anzi, soprattutto in un periodo come quello dall’emergenza da Covid19, la persona ne ha visto solo gli aspetti avversi, cercando di conseguenza un rimedio al negativo stato d’animo derivato.

Gli autori del libro parlano invece di “atteggiamento negativo verso alcuni tipi di emozioni”. Questo perché a loro avviso è proprio l’atteggiamento di chi esperisce l’emozione a determinare una reazione, trascurando quelli che potrebbero essere gli effetti positivi.

Con il trascorrere degli anni sono sorte nuove metodologie “curative” nei confronti delle emozioni definite negative: oltre alle tecniche psicofarmacologiche o psicoterapiche sono venute alla luce anche delle filosofie religiose o manuali di auto-aiuto, che hanno fatto sì che la persona potesse giungere ad un rimedio in totale autonomia.

Ma bisognerebbe capovolgere la visione dei fatti ed entrare nell’ottica che non vi è un miglioramento a cui giungere; le emozioni e il modo di viverle vanno a determinare il carattere individuale e le potenzialità della persona.

In un periodo come quello attuale, caratterizzato dalla pandemia da Coronavirus, non sempre è possibile porre un rimedio, e la persona deve divenire capace di fronteggiare la situazione riconoscendo quello che è il potere o il “coraggio” delle proprie emozioni.

Come il fenomeno della farfalla, il cui battito di ali sarebbe capace di scatenare un uragano dall’altro lato del mondo, nel testo gli autori parlano di “effetto pipistrello”, quel pipistrello che è stato in grado di determinare un contagio in ogni angolo del pianeta.

Secondo questa visione il fenomeno da Coronavirus ha una valenza enorme, che sembrerebbe impossibile da fronteggiare solo grazie al nostro personale modo di reagire alle emozioni.

Eppure bisognerebbe abituarsi a percepire le situazioni inaspettate come queste in ottica di imprevisti. Tutti gli imprevisti sono in qualche modo dei cambiamenti, ed essi hanno la funzione di fare uscire la mente da uno stato di stasi, o come definiscono gli autori “di autoipnosi”.

La troppa abitudine o quotidianità fanno sì che la persona giunga a compiere degli errori di ragionamento. Si genererebbe un cosiddetto circolo vizioso la cui via di uscita potrebbe essere rappresentata dal vivere appieno le emozioni negative, le quali ci allontanerebbero dalle certezze che condizionano il nostro agire quotidiano.

Gli autori del libro affiancano alla propria tesi una serie di testimonianze scientifiche che vanno a validare ciò da loro esposto.

E non solo: non mancano riferimenti mitologici come a Narciso, personaggio simbolo della personalità narcisista, e a Dante Alighieri e alla sua Divina Commedia, la cui punizione da scontare in uno dei gironi dell’inferno equivale un po’ all’attuale lockdown.

Le emozioni esperite di rabbia e paura nel corso di questa pandemia sono state senz’altro funzionali, perché hanno fatto in modo che potessimo reagire.

Perché cambiamento è sempre adattamento, e le emozioni negative, se ben canalizzate, hanno sempre una funzione adattiva.

Questo perché vivere ed esperire appieno anche le emozioni meno piacevoli è da coraggiosi, ma in fondo in una situazione di emergenza come quella attuale, tutti noi abbiamo mostrato un gran coraggio ad andare avanti.

Un libro da leggere in quanto genera ottimismo, focalizzandosi solo su quelli che sono gli aspetti positivi delle emozioni sgradevoli, soprattutto nell’ottica di una situazione pandemica, nella quale la persona potrebbe trascurare i benefici offerti dalla propria emotività.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Ciuffardi G., Perissi T. (2020), “Il coraggio delle emozioni (ai tempi del coronavirus)”, Meltemi Editore: Milano.
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