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I grandi pensieri vengono dal cuore. Educare all’ascolto (2021) di Eugenio Borgna – Recensione del libro

I grandi pensieri vengono dal cuore incoraggia a una psichiatria gentile, in cui risuonano le fondamenta umane, prima di quelle farmacologiche e biologiche

Di Lilia Del Mauro

Pubblicato il 21 Apr. 2021

La relazione che cura. Nel libro I grandi pensieri vengono dal cuore Eugenio Borgna parla dello spirito che dovrebbe stimolare l’animo di psichiatri e psicologi, affinché si eserciti una scienza che sia naturale ma soprattutto umana.

 

Eugenio Borgna scrive dell’importanza della relazione, dell’ascolto e della capacità di immedesimazione, ingredienti indispensabili a lenire le sofferenze dell’uomo.

Nel libro I grandi pensieri vengono dal cuore Eugenio Borgna accompagna il lettore alla scoperta dei pilastri della psichiatria, intesa non solo come scienza medica, ma anche e soprattutto come scienza dell’uomo, disciplina dell’anima e dell’interiorità. Borgna si rivolge ai giovani e ai meno giovani, nell’intento di educare a una psichiatria ‘gentile’, nella quale risuonano le fondamenta umane, ancor prima di quelle farmacologiche e biologiche. Difatti, non è solo somministrando farmaci che si possono lenire le sofferenze. Il processo di cura deve passare attraverso relazione, dialogo, capacità di ascolto e di immedesimazione. È così che nelle pagine di quest’opera i tecnicismi lasciano spazio ad immagini, metafore e intrecci poetici. Il cuore diventa simbolo di una psichiatria portatrice di cura, capace di restituire dignità all’animo ferito. È solamente affacciandosi alla propria interiorità, aprendosi all’ascolto delle emozioni e delle intuizioni provenienti dal cuore, che lo psichiatra può dare significato alla vita degli altri. In quest’ottica la conoscenza intuitiva, così diversa da quella razionale, è portatrice di verità. “Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non intende”, scriveva Pascal.

Borgna ci parla di come all’interno della relazione terapeutica non si possa non dare importanza alle parole, poiché è attraverso il dialogo, la comunicazione, che passa la cura. E allora come scegliere quelle giuste? Se la parola può essere curativa, parole sbagliate possono fare danni, scavando in ferite profonde che sanguinano. Il professionista della salute mentale dovrebbe armarsi di sensibilità e attenzione, selezionando di volta in volta parole prudenti, caute e gentili. Non esistono manuali che insegnano quest’arte, che non ha nulla a che fare con gli anni di studio e i titoli conseguiti. Quella della cura è una dote che certamente può essere allenata, ma affonda le sue radici in attitudini personali e in esperienze di vita. A tal proposito, Emily Dickinson scrive che non ci si può avvicinare a un cuore spezzato se non abbiamo sofferto. Borgna parla poi del pericolo delle troppe parole che, nella loro ridondanza, perdono di efficacia comunicativa, svuotandosi di significato. All’opposto, il silenzio può essere curativo. Tipicamente l’assenza di dialogo spaventa, spingendoci a colmare quel vuoto che solo all’apparenza ci separa dal nostro interlocutore. Nulla di più sbagliato, perché anche nel silenzio può esserci comunicazione. Gli sforzi dovrebbero essere piuttosto indirizzati a cogliere i significati che si celano dietro a timidi sguardi, pause e non detti, cadenzandone il ritmo. Si può essere molto vicini a un paziente che abbiamo in cura rimanendo in silenzio con lui, così come si può essere molto lontani scegliendo parole sbagliate. E’ un complesso gioco di equilibri in cui si avrà accesso alle verità di chi si affida alle nostre cure solo se avremo il coraggio di andare oltre all’interpretazione di comportamenti manifesti lasciandoci guidare dalle intuizioni. In questa altalena il tema del confine diventa fondamentale. Il professionista deve essere in grado di porsi alla giusta distanza dal suo paziente, creando legami che non invadano, ma che al contempo siano base sicura per costruire la relazione terapeutica.

Molti sono gli spunti di riflessione portati da Eugenio Borgna, che è stato capace di trattare tematiche di straordinario rilievo per chiunque si approcci alla psichiatria ricorrendo a parole semplici, di uso comune, senza impoverirne il significato. In ogni pagina traspare la passione di Borgna per la sua professione, un entusiasmo che l’autore spera possa essere contagioso per le nuove generazioni, a cui si rivolge con una tenera speranza. Il carattere del testo è tutt’altro che impersonale: il lettore divorerà le pagine in cui Eugenio Borgna ci permette di fare conoscenza di alcuni pazienti avuti in cura durante gli anni di lavoro nel manicomio di Novara.

I grandi pensieri vengono dal cuore si rivolge a tutti quei coraggiosi capaci di superare i tecnicismi che si ritrovano nei comuni manuali di scienza, la cui conoscenza è certamente necessaria ma non sufficiente ad esercitare una psichiatria che sia davvero al servizio delle persone che chiedono aiuto.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Borgna E. (2021). I grandi pensieri vengono dal cuore. Educare all’ascolto. Raffaello Cortina Editore.
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