Ricevere una diagnosi di cancro è per il paziente un’esperienza traumatica. L’essere un malato tumorale sconvolge l’intera vita della persona, comportando una rivalutazione e una ristrutturazione di sé, che coinvolge il sistema valoriale, la prospettiva temporale e il vissuto quotidiano.
La paura dell’ignoto, le manifestazioni di collera e di impotenza […], la tristezza, l’angoscia, il senso di colpa, la perdita del proprio ruolo sociale e dell’identità personale, il senso di solitudine, l’alterazione dell’immagine corporea, i rimpianti, la ricerca del “perché”, la disperazione … sono quindi soltanto tra gli stati d’animo più frequenti, gli aspetti emotivi di forte intensità, che si riscontrano nei malati di cancro. (Pantaleo, 2011, p. 16)
Per far fronte a questi vissuti il paziente deve ricorrere alle sue risorse interiori, che frequentemente in tali circostanze sono ipotecate negativamente dalla sintomatologia tumorale e dagli effetti avversi delle cure utilizzate in oncologia. Attualmente la medicina basata sull’evidenza considera il cancro una patologia d’organo, ovvero come un insieme di cellule che sono andate incontro ad uno sviluppo patologico, confermato da una diagnosi istologica. Questa prospettiva dimentica, però, che ad ammalarsi è l’intera persona e non una parte del suo corpo.
Le terapie proposte riflettono tale approccio, ovvero una cura finalizzata alla riduzione e all’eventuale scomparsa della massa tumorale, che si avvale della chirurgia, della chemioterapia, della radioterapia e delle terapie biologiche. In aggiunta a queste terapie, per alleviare i sintomi molti pazienti ricorrono alle medicine complementari, ossia all’agopuntura, alla medicina omeopatica e alla fitoterapia. Nello specifico, l’agopuntura sembra intervenire positivamente nel controllo del dolore e nel ridurre gli effetti collaterali della chemioterapia, la medicina omeopatica nel diminuire le vampate di calore dopo la mastectomia e la fitoterapia nell’incrementare le difese immunitarie.
La medicina basata sull’evidenza, come detto, non prende in considerazione la totalità del paziente, ovvero gli aspetti psicologici e comportamentali che lo caratterizzano in quel particolare momento del suo ciclo di vita. Occuparsi della cura di queste dimensioni significa aiutare il paziente a migliorare la qualità della vita, cosa che si riflette positivamente sul percorso terapeutico intrapreso. Porsi come obiettivo il miglioramento della qualità della vita significa supportare l’ammalato a ritrovare il proprio benessere fisico, psicologico, sociale e spirituale. Affinché questo possa accadere, di valido aiuto risultano gli interventi complementari e di supporto, purché siano eseguiti da professionisti qualificati. Ci si riferisce agli interventi finalizzati alla cura del corpo, alla cura della mente, alle pratiche energetiche e alle terapie artistico – espressive.
Le terapie legate alla cura del corpo si avvalgono di più tecniche terapeutiche riportabili alla massoterapia, come, ad esempio, il massaggio tradizionale, i cui effetti positivi si palesano, soprattutto, nel controllo dello stress emotivo e nel miglioramento della circolazione sanguigna e linfatica. Fra le terapie relative alla cura della mente sono da citare la psicoterapia e il supporto psicologico, che si rivelano fra le terapie più efficaci
nell’aiutare il malato di cancro a rafforzare la fiducia verso se stesso e nell’individuare gli atteggiamenti e le convinzioni negativi che lo tengono imprigionato al contesto di malattia. (Pantaleo, 2011, p. 102)
Fra le pratiche energetiche sono da menzionare il Tai chi e il Qi Gong che derivano dalla medicina tradizionale cinese e che possono essere inquadrati nelle ginnastiche dolci. Tali metodiche migliorano l’autocontrollo e l’armonia fra il corpo e la mente. Per quanto riguarda le terapie artistico – espressive, sono da citare il laboratorio di teatro, di danza e di scrittura creativa. Queste tecniche offrono la
possibilità di vivere le proprie emozioni, dando loro corpo e nome “rappresentandole” (Pantaleo, 2011, p. 143) – con la finalità di – un recupero d’identità dell’individuo, un aumento dell’autostima e un consolidamento del proprio “io” (Ibidem).
In conclusione, il libro di Pantaleo illustra in maniera chiara quelle che sono le terapie complementari e di supporto in oncologia, finalizzate a migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da neoplasia.