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Isolamento sociale durante il lockdown da covid-19: correlazioni tra sintomatologia depressiva e uso problematico dei Social Network

Il lockdown per covid-19 ha avuto delle ripercussioni su tutti noi, è stata quindi indagata la relazione fra isolamento, social network e sintomi depressivi

Di Eliana Bucchi

Pubblicato il 17 Feb. 2021

Lo studio presentato esplora le correlazioni fra l’isolamento sociale derivante dall’emergenza covid-19 durante il periodo del lockdown, e l’uso problematico dei Social network e la presenza della sintomatologia depressiva.

 

L’isolamento sociale che durante la pandemia da covid-19, e in special modo nel periodo del lockdown, è stato sperimentato da gran parte della popolazione nazionale, può essere definito come assenza di contatti sociali e di relazioni personali derivante dalla bassa frequenza di contatto sociale con amici, parenti e vicini; assenza di una rete di discussione con la quale comunicare questioni personali ed importanti e assenza di supporto sociale, ovvero di persone alle quali chiedere aiuto in caso di necessità (Eckhard, 2018). L’isolamento sociale è determinato dalla combinazione di componenti oggettive e soggettive, fra cui il numero dei contatti interpersonali, il senso di appartenenza e la qualità della rete sociale (Nicholson; 2009). L’isolamento sociale oggettivo rappresenta l’aspetto tangibile della separazione fisica o assenza di interazione con altre persone misurata attraverso la frequenza delle interazioni e dalle dimensioni della propria rete sociale. L’isolamento sociale soggettivo è definito come la percezione dell’individuo sulla qualità dei rapporti con i membri della sua rete ed include i costrutti di solitudine, percezione di supporto sociale, vicinanza soggettiva con amici e familiari (Taylor et al; 2018). L’isolamento sociale e la mancanza di supporto sociale sono correlati a tassi più alti di depressione; mentre avere il supporto del coniuge, degli amici e un buon vicinato è collegato a minor numero di sintomi depressivi (Herbolsheimer, 2018).

La solitudine è associata negativamente al benessere emotivo dei soggetti ed è fattore di rischio per i sintomi depressivi (Nilsen et al, 2018); mentre le reti sociali più ampie e il supporto emotivo ricevuto e fornito sono protettivi contro i sintomi depressivi (Harasemiw et al, 2018). Le nuove tecnologie possono offrire un sostegno sociale ai soggetti che si trovano isolati nelle proprie case, l’uso di esse può migliorare il sostegno sociale, la solitudine, la rete sociale e fattori correlati come depressione, stress, autostima e qualità della vita (Morris et al; 2014); mentre un uso problematico delle nuove tecnologie è caratterizzato da cognizioni e comportamenti disadattivi che si traducono in esiti negativi sul benessere del soggetto (Caplan, 2002). L’attività online può essere utilizzata per sfuggire alle difficoltà della vita reale (Ryan, Chester, Reece & Xenos, 2014), pertanto, sembra ragionevole suggerire che i soggetti con sintomi depressivi hanno maggiori probabilità di utilizzare Internet per alleviare la sintomatologia, per tale ragione si ipotizza una relazione bidirezionale tra dipendenza da internet e disturbi depressivi (Chih-Hung et al.,2008).

La percezione della solitudine e la presenza di sintomi depressivi sono associati alla preferenza per l’interazione sociale online, connessa all’uso problematico dei Social Network Sites (SNS) e conseguenti esiti negativi (Caplan, 2002).La depressione può indurre i soggetti ad interagire in modo più negativo sui SNS con gli altri, a sentirsi maggiormente negativi dopo tali interazioni, ovvero la depressione potrebbe indurre le persone a sentirsi meno supportate e più negative sui Social Network Sites (Yoon, Kleinman, Mertz & Brannick, 2019).

Scopo principale del presente studio era esplorare le correlazioni fra l’isolamento sociale derivante dall’emergenza covid-19 durante il periodo del lockdown valutato attraverso la percezione del supporto sociale ricevuto e il senso di solitudine con l’uso problematico dei Social network e la presenza della sintomatologia depressiva.

Il campione è composto da 180 soggetti (M=50, F=129) di età compresa fra i 18 e i 77 anni (M=28.46, SD=10.61) di cui 105 (59.7%) si trovano attualmente nel nord Italia, 65 (36.9%) al centro e 6 al sud (3.4%). La maggior parte dei soggetti vive attualmente con i familiari (93.9%) e dichiara di non incontrare altre persone dal vivo (68.2%). Il 73.3% non sta lavorando e i restanti svolgono l’attività lavorativa direttamente sul luogo di lavoro o in modalità smart working. I Social network maggiormente utilizzati sono Facebook (48.9%) e Instagram (46.1%). Attraverso la piattaforma online di Facebook e altri canali di diffusione e comunicazione i soggetti hanno compilato i questionari fra cui domande costruite ad hoc che indagano lo stato di convivenza (vivi in famiglia, vivi da solo, altro); presenza di contatti sociali con familiari/amici al di fuori del nucleo di convivenza (si, no, qualche volta); stato occupazionale (lavoro fuori casa, lavoro in smart working, non lavoro sono a casa) e il Social Network utilizzato maggiormente (facebook ,instagram, non uso i social network, altro).

Gli strumenti somministrati sono la Lubben Social Network Scale (Lubben et al; 2006), una scala composta da 6 items che valuta l’ampiezza della rete sociale e la percezione del supporto sociale per lo screening dell’isolamento sociale, con due sottoscale che indagano i legami familiari (LSNS-FAMILY) e quelli amicali (LSNS-FRIENDSHIPS); il BDI: Beck Depression Inventory (Beck et al; 1961), scala composta da 21 items che indagano le manifestazioni della depressione e che consiste in una serie di 4 affermazioni che sono organizzate in base alla gravità del sintomi; infine il GPIUS-2: Generalized Problematic Internet Use Scale, (Caplan; 2002) formato da 15 items per la valutazione dell’uso problematico dei Social network, su una scala Likert a 5 punti da “completamente in disaccordo” a “completamente in accordo”. Le sottoscale sono: Preferenza per l’interazione sociale online (GPIUS-POSI); utilizzo di internet per la regolazione degli stati affettivi negativi (GPIUS-MOOD-REGULATION); Modello di pensiero ossessivo che coinvolge l’uso di internet (GPIUS-COGNITIVE-PREOCCUPATION); Utilizzo compulsivo (GPIUS-COMPULSIVE-USE); Insufficiente auto regolazione (GPIUS-SELF-REGULATION), Esiti negativi legati all’utilizzo di internet (GPIUS-NEGATIVE-OUTCOMES).

Le relazioni fra le variabili oggetto di studio sono state condotte attraverso il coefficiente r di Pearson. Sono state condotte delle analisi di correlazione per indagare possibili correlazioni fra la percezione dell’isolamento sociale valutato attraverso la scala LSNS-6 che indaga il supporto sociale percepito e le variabili di utilizzo problematico dei Sns attraverso la scala GPIUS-2 e la probabile presenza della sintomatologia depressiva valutata con la scala BDI.

Dai risultati del presente studio emerge una correlazione significativa negativa fra la probabile presenza di sintomi depressivi valutati attraverso la scala BDI e la percezione del supporto sociale valutato attraverso la scala LSNS-6 (r=-0.32/p<.01) e la sottoscala LSNS Family (r=-0.35/p<.01). Emerge una correlazione positiva fra l’utilizzo problematico dei Social Network Sites valutato attraverso la scala GPIUS-2 e la probabile presenza di sintomi depressivi (r=0.25/p<.01); come risulta anche dalla sottoscala GPIUS DEFICIENT SELF REGULATION (r=0.20/p<.01); GPIUS NEGATIVE OUTCOMES (r=0.20/p<.01) e GPIUS COMPULSIVE USE (r=0.25/p<.01). La preferenza per l’interazione sociale online, valutata attraverso la sottoscala GPIUS POSI è correlata negativamente con il supporto sociale percepito valutato attraverso la scala LSNS-6(r=-0.22/p<.01) e la sottoscala LSNS Friendship (r=-0.20/p<.01). Inoltre la sottoscala GPIUS NEGATIVE OUTCOMES correla negativamente con la percezione del supporto sociale valutato attraverso la scala LSNS-6( r=-0.20/p<.01) e la sottoscala LSNS Family (r=-0.23/p<.01).

L’obiettivo principale dello studio era indagare, in un campione eterogeneo proveniente da tutto il territorio nazionale, l’esistenza di una relazione fra l’isolamento sociale derivante dall’emergenza covid-19 valutato attraverso le sottodimensioni della percezione di supporto sociale e senso di solitudine, con le variabili di utilizzo problematico dei Social network e sintomatologia depressiva.

I risultati del presente studio confermano i dati presenti in letteratura circa la relazione che intercorre fra la sintomatologia depressiva, l’uso massivo dei social network e la percezione del supporto sociale.

La letteratura mostra una significativa relazione fra la percezione dell’isolamento sociale soggettivo e il benessere psicologico; in special modo l’incremento della sintomatologia depressiva (Nicholas & Nicholson, 2012). Sentirsi supportati nelle relazioni sociali funge da fattore protettivo contro la sintomatologia depressiva (Santini et al; 2015), mentre il senso di solitudine si configura come fattore di rischio (Nilsen et al, 2018). I risultati sono in linea con la letteratura circa l’utilizzo problematico dei Social network che è legato bidirezionalmente alla sintomatologia depressiva, in special modo quando quest’ultimi vengono utilizzati come strategia maladattiva di regolazione dell’umore (Chih-Hung et al., 2008) e mostra una relazione positiva con la mancanza di supporto sociale e la percezione della solitudine (Caplan,2002).

I limiti relativi allo studio riguardano gli strumenti utilizzati che sono inclini ai self-report bias di desiderabilità sociale; un altro limite è rappresentato dalla numerosità campionaria che non può intendersi rappresentativa di tutta la popolazione e dalla rappresentanza maggioritaria del genere femminile (M=50, F=129) e della fascia di età (M=28.46, SD=10.61) rispetto a quella stabilita nei criteri di inclusione.

Nel complesso questo studio evidenzia le correlazioni che intercorrono fra la percezione dell’isolamento sociale e le variabili di utilizzo problematico del Social network, supporto sociale percepito e sintomatologia depressiva. Il presente studio pone l’attenzione ad alcune variabili correlate all’isolamento sociale indagate durante il periodo di lockdown derivante dall’emergenza covid-19. Dall’analisi dei risultati si potrebbe ipotizzare di strutturare interventi di prevenzione circa l’uso problematico dei Social network affinché quest’ultimi possano essere utilizzati in modo non problematico, ma al contrario possano incrementare la percezione di supporto sociale (Morris et al; 2014). A fronte dei risultati rilevati dal presente studio emerge la necessità di indagare ulteriormente altre variabili psicosociali che possono influenzare la percezione dell’isolamento sociale e i possibili esiti negativi ad essa correlati.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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