La Risposta Autonoma dei Meridiani Sensoriali (ing. Autonomous Sensory Meridian Response – ASMR) è un fenomeno percettivo in cui specifici stimoli suscitano sensazioni di formicolio su cuoio capelluto, spalle e collo, che si diffondono poi nelle parti periferiche del corpo.
Questo fenomeno è riscontrabile solo in una parte della popolazione, e i suoi fattori scatenanti variano ampiamente tra gli individui: possono essere di natura uditiva, visiva, tattile e/o olfattiva (Fredborg et al., 2018). Nonostante la loro eterogeneità, i “trigger ASMR” più popolari tendono ad essere audio-visivi: un recente studio di indagine su individui in grado di esperire ASMR ha scoperto che l’ascolto di sussurri ha suscitato sensazioni di formicolio in oltre la metà dei 450 intervistati (Barratt & Davis, 2015). Questi stimoli sono di natura tipicamente sociale e spesso suscitano uno stato emotivo di calma, positività e appagamento, che può durare fino a diversi minuti. Esempi di trigger ASMR possono essere guardare qualcuno che si spazzola i capelli, o che dipinge, e, per l’appunto, ascoltare persone che sussurrano, o che mangiano cibi di diverse consistenze. Insomma, la natura di questa risposta autonoma può essere davvero varia, tanto che nell’ultimo periodo è iniziata nei social network una vera e propria diffusione su larga scala di video di trigger di ogni genere, atti a indurre nelle persone questo stato di appagamento. Anche se la fenomenologia dell’ASMR si sovrappone ad altri stati coscienti atipici, ci sono elementi di questa esperienza che sembrano essere unici. Per esempio, a differenza di altre esperienze sensoriali-emozionali come il frisson (cioè i “brividi” suscitati dalla musica o da un’esperienza emotiva), che tendono a durare fino a dieci secondi, gli individui con ASMR possono sperimentare le sensazioni di formicolio per diversi minuti o più (Del Campo & Kehle, 2016). Inoltre, l’intensità e la durata di queste esperienze possono essere sotto il controllo dell’individuo, caratteristica che distingue questo fenomeno da altre risposte sensoriali automatiche, come la sinestesia (Fredborg et al., 2018).
Uno stato cosciente che condivide alcune caratteristiche fenomenologiche con l’ASMR è la mindfulness (Barratt & Davis, 2015). Nella loro operazionalizzazione della mindfulness, Bishop e colleghi definiscono questo costrutto come un processo a due componenti attraverso il quale ci si impegna sia nell’autoregolazione intenzionale dell’attenzione, sia nella consapevolezza e nell’accettazione non giudicante del momento presente (Bishop et al., 2004). Altri esponenti del settore hanno suggerito che la mindfulness coinvolga l’apertura alle sensazioni, il controllo attenzionale, la regolazione emotiva e la resilienza (Kabat-Zinn, 1990). Entrambe queste complementari descrizioni di mindfulness possono sovrapporsi ad alcuni elementi dell’esperienza ASMR. Per esempio, il metodo mindfulness dell’attenzione focalizzata richiede agli individui di concentrarsi su uno specifico stimolo esterno o su un pensiero interno (Lutz et al., 2008). In modo simile, durante le esperienze ASMR, gli individui concentrano l’attenzione su uno stimolo esterno, che scatena sensazioni di formicolio. Inoltre, sia la mindfulness, sia l’ASMR possono portare a una sensazione di rilassamento che migliora il benessere soggettivo delle persone (Barratt & Davis, 2015; Bishop et al., 2004).
Date queste somiglianze, Fredborg e colleghi hanno deciso di svolgere uno studio esaminando la correlazione tra questi due processi (Fredborg et al., 2018). In questa sperimentazione 284 individui di età media di 28 anni in grado di esperire ASMR hanno completato alcuni test, quali la Toronto Mindfulness Scale (TMS), la Mindful Attention and Awareness Scale (MAAS), e un questionario che esaminava le caratteristiche delle esperienze ASMR. Ai partecipanti di controllo, ovvero a coloro che non traggono alcun beneficio dalla visione o dall’ascolto di certi stimoli, è stato chiesto di guardare due video ASMR-elicitanti per assicurarsi che non sperimentassero sensazioni correlate a questo fenomeno. Questi ultimi hanno poi completato i questionari TMS e MAAS. Rispetto al gruppo di controllo, gli individui con ASMR hanno generato punteggi significativamente più alti nel MAAS, soprattutto per ciò che concerneva l’attenzione mentale, e nella sottoscala della curiosità del TMS, dimensione maggiormente sviluppata nelle menti mindful (Fredborg et al., 2018).
Il fatto che gli individui con ASMR abbiano riportato livelli più alti di curiosità e una maggiore attenzione mentale suggerisce che il fenomeno in questione possa essere un processo cognitivamente “attivo” piuttosto che una risposta automatica agli stimoli.
Questi risultati indicano che le esperienze sensoriali-emozionali associate all’ASMR possono essere parzialmente spiegate da un sottoinsieme distinto di caratteristiche associate alla mindfulness, ma ciò non implica che sottoporsi a stimoli ASMR possa in qualche modo sostituire l’apprendimento della pratica della consapevolezza.