Il fenomeno denominato Phantom Phone Signals (Segnali Telefonici Fantasma) consiste nella percezione errata di un segnale telefonico, ad esempio una chiamata in arrivo, un messaggio o una notifica, senza che questo si stia realmente verificando.
Lo smartphone è uno degli strumenti tecnologici a cui l’uomo del ventunesimo secolo dedica la maggior parte del suo tempo che sia per lavoro o per intrattenimento. Ciò ha prodotto un grande cambiamento nella vita quotidiana delle persone oltre che l’insorgere di fenomeni psicologici nuovi, presto diventati oggetto di interesse di ricercatori e studiosi.
Tra questi si inserisce il fenomeno denominato Phantom Phone Signals o, in italiano, Segnali Telefonici Fantasma (Tanis, 2015). Esso consiste nella percezione errata di un segnale telefonico (ad esempio una chiamata in arrivo, un messaggio o una notifica) senza che questo si stia realmente verificando (Tanis et al., 2015). In altre parole, si potrebbe definire come quella allucinazione per cui si avverte il telefono squillare o vibrare.
Il primo studio in questo ambito risale al 2007, quando David Laramie, nella sua tesi di dottorato sugli aspetti emotivi e comportamentali connessi all’uso del cellulare, verificò che circa due terzi dei soggetti coinvolti nello studio avevano sperimentato questo fenomeno. Laramie coniò così il termine “Ringxiety”, dall’unione delle rispettive parole inglesi (ring, anxiety). Il suo studio venne poi pubblicato e i dati emersi iniziarono ad essere discussi in ambito scientifico fino a generare un movimento di ricerca. Uno degli autori che si è interessato maggiormente al tema è Tanis (2015), il quale ha proposto una definizione nuova e più generale del fenomeno, appunto, quella dei Segnali Telefonici Fantasma (Phantom Phone Signals) che possono manifestarsi o nella forma di “Phantom Vibration” (falsa percezione di una vibrazione del telefono) o di “Phantom Ringing” (falsa percezione della suoneria del telefono).
Sin dalle prime ricerche, è stata riscontrata un’ampia prevalenza del fenomeno nella popolazione con una percentuale che varia tra il 27.4% al 89% (Kruger & Djerf, 2016). Lo studio di Tanis (2015), in particolare, dimostrò che l’82% dei soggetti del suo campione aveva sperimentato almeno una volta una delle tipologie di Segnali Telefonici Fantasma e di questi circa il 50% dichiarava che ciò accadesse con la frequenza di almeno una volta a settimana. Successivamente, Kruger (2016) rilevò che la falsa percezione di una vibrazione fosse l’esperienza più comune nei soggetti (82%), mentre la meno condivisa fosse quella relativa alla falsa percezione della suoneria del telefono (45%).
Gli studi sulla diffusione del fenomeno sono stati accompagnati da alcune ipotesi interpretative relative ai possibili meccanismi sottostanti e da ulteriori ricerche sulle potenziali variabili associate. Rothberg (2010), in particolare, descrisse il fenomeno delle vibrazioni fantasma come un’allucinazione sensoriale per cui il cervello è portato ad interpretare erroneamente un input sensoriale (proveniente dal telefono) o percepisce una sensazione che non è reale. Ciò, secondo l’autore, potrebbe avere luogo nella corteccia cerebrale che, applicando filtri o schemi conosciuti in base a ciò che si aspetta di recepire, compirebbe interpretazioni errate dei segnali sensoriali in entrata (come contrazioni muscolari, pressione dai vestiti, rumore ambientale). Secondo Rothberg e colleghi (2010), inoltre, sebbene la presenza di allucinazioni potrebbe far pensare ad un assetto psicopatologico, in realtà si potrebbe trattare di una conseguenza della plasticità cerebrale, con un potenziale valore adattivo. Gli studi sui possibili predittori dei Phantom Phone Signals hanno individuato e poi analizzato alcuni fattori tra i quali fattori demografici, di personalità, tratti di ansia e depressione e altri correlati all’uso stesso dei telefoni cellulari. Dagli studi sono stati riscontrati numerosi dati significativi. In particolare, è emerso come l’intensità d’uso del telefono sia un importante predittore del fenomeno (Rothberg et al., 2010, Subba et al., 2013). Questo risultato contribuisce a delineare le caratteristiche di un fenomeno nuovo ed altamente diffuso nella popolazione. Tuttavia, data la sua recente scoperta, risulta ancora parzialmente sconosciuto ai ricercatori ed indubbiamente necessita di ulteriori approfondimenti.
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